CAPITOLO 8 || BATTICUORE

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Durante il tragitto veso casa, Christian fu impegnato in numerevoli telefonate di lavoro. Mi chiedevo che lavoro potesse fare da avere tuttu quei soli perchè sicuramente li aveva.
Lo osservai, era serio e professionale ma al tempo stesso comprensivo con il suo assistente, sorrideva e diventava serio interscambiando velocemente questi stati d'animo.
Si girò e mi beccò a guardarlo, sorrise maliziosamente per poi tornare alla sua chiamata di lavoro.

<<Bene, per oggi puoi andare a casa, manda tutto per email entro domani mattina, prima dell'incontro con il direttore della Sapal. A domani.>>

Sapal..? Perchè questo nome mi suonava familiare? Perso tra i pensieri non mi ero reso conto che Christian aveva appoggiato una mano sulla mia gamba e l'accarezzava mentre parlava nuovamente al celluare.

Tum..Tum..Tum..

Il cuore prese a battermi nuovamente veloce e arrossìì un pò. Perchè mi sentivo così? Perchè?
Non riuscivo a dare una spiegazione a quella sensazione che provavo in quel momento,sapevo soltanto che non andava affatto bene.
Parcheggiammo l'auto circa 10 minuti dopo, io con il cuore ancora tremolante restai seduto sul sedile mentre Christian scese e venne verso di me, aprì lo sportello e mi invitò a scendere.
Lo seguii attraverso l'imponenete giardino dirigendoci all'interno dell'abitazione. Chiusa la porta Christian mi prese per il braccio ed impaziente mi portò nella sua camera da letto, mi spinse dentro e chiuse la porta a chiave.
Mi guardò per qualche secondo poi senza dire nulla mi attirò a se e mi baciò come se non avesse aspettando altro per tutto il tempo. Le sue labbra morbide e calde premevano contro le mie e la sua lingua umida chiedeva accesso alla mia. Ricambiai il suo bacio e le nostre lingue entrarono in contatto cominciando una danza prima lenta poi sempre più frenetica.
Christian mi afferrò per i fianchi, mi prese in braccio e mi appoggiò su di un comò appena accanto a noi. Mi spostò i capelli con un gesto delicato che mi fece sussultare e prese a baciarmi il collo inumidendolo con baci profondi e appassionati. Si spinse di più verso di me facendo scontrare la sua erezione con la mia ormai gonfia. Ero in estasi, buttai indietro la testa lasciando il collo ancora più scoperto in modo da godere al meglio dei suoi baci.
Si allontanò appena, si  sflilò la maglietta e facendo lo stesso con me tornò a baciarmi il collo scendendo poi verso i capezzoli. Leccò uno di essi ed istintivamente gli presi i capelli tra le mani incitandolo a continuare.
Il mio corpo bruciava di desiderio, ero pronto ad esplodere a ricevere di più, volevo di più.
Christian mi sbottonò i pantaloni e li tirò giù facendomi rimanere in intimo. Mi tirò su una gamba e cominciò a baciarmi l'interno coscia provocandomi brividi di piacere. Il mio membro pulsava, sentivo l'impellente desiderio di venire e se Lui continuava così sarei venuto di li a poco.
Gli presi improvvisamente i capelli e lo attirai a me deciso a denudarlo perchè volevo sentirlo dentro di me. In quel momento il desiderio si era impadronito del mio corpo ed il mio cervello si era completamente spento.Presi a baciarlo e con una mano libera gli sbottonai i pantaloni che Lui con un gesto rapido si sfilò assieme ai boxer rimanendo completamente nudo. La sua erezione era enorme e già gonfia ed io inaspettatamente glielo presi in mano comiciando a masturbarlo. Appoggò la testa accanto al mio orecchio ed ansimava sotto al mio tocco deciso ma dolce. I suoi gemiti mi risuinavano nelle orecchie provocandomi forti scosse di piacere mentre il mio menbro pulsava sempre di più.
Impaziente mi fermai e mi tolsi gli slip, appoggiai una gamba sul comò rimandendo così a gambe aperte sotto al suo sguardo sorpreso ed eccitato. Un sorriso malizioso apparve sul suo volto e leccandosi le labbra si riavvicinò a me nuovamente.

<<Dimmi cosa vuoi!...>> disse guardandomi arrossato in volto.

Mi sentii in imbarazzo e abbassai appena lo sgaurdo. Lo volevo, volevo che mi penetrasse, lo desideravo troppo ma la vergogna di doverlo dire, di doverlo supplicare si impadronì di me in quell'istante.

<<Non essere timido, so bene cosa vorresti ma voglio sentirlo dire da te.>>

Presi coraggio e tutto d'un fiato dissi <<Voglio che mi scopi...>>

Christian mi sorrise e infilatosi velocemente un preservativo si avvicinò alla mia apertura penetrandomi appena.

<<Non penso di aver capito bene, cosa vuole questa Bambolina?>> Disse uscendo da me lasciandomi ansimante.

<<Ti prego...scopami...>> dissi arrossato in volto.

Soddisfatto si avvicinò e mi penetrò con più forza facendomi scappare un gemito strozzato.

<<Mh...Ares come sei stretto...>>

Continuò a penetrarmi sempre con più foga, assestando colpi decisi facendomi godere ad ogni spinta.
Christian si avvicinò a me e mi baciò con foga spingendo la sua lingua nella mia bocca. Poi si fermò a guardarmi, uscì da me,mi fece girare di spalle e prese una gamba mettendola sul comò. Mi penetrò nuovamente per poi prendermi il collo e baciarmi avidamente.
Avevo la pressione alle stelle, mi stava facendo impazzire,il suo corpo caldo che premeva contro il mio mentre il suo pene dentro stuzzicava il mio punto sensibile. Con la mano libera poi prese il mio membro e cominciò a toccarmi provocandomi gemiti di piacere assoluto.

<<Voglio che vieni Ares....Godi per me..>> mi sussurrò all'orecchio.

Quelle parole mi mandarono in fuoco, il piacere mi pervase in tutto il corpo facendomi venire quasi subito seguito da Christian che si era eccitato ancora di più dopo essergli venuto in mano.
Si sfilò da me prese un asciugamano si pulì poi me lo porse.

<<Questo è solo un assaggio Bambolina...>> disse poi prima di allontanarsi verso la porta del bagno.

Stremato dalla scopata appena finita, mi diedi una ripulita e mi rivestii alla svelta ripensando alle parole che mi aveva appena detto Christian. Arrossìì e un brivido di piacere mi corse lungo la schiena. Basta Ares pensarci.
Presi il cellulare, erano quasi le 17, sarei dovuto tornare a casa prima che J finisse di lavorare, anche perchè avrei voluto capire il perchè del suo comportamento. Presi le mie cose e mi avviai verso la porta della camera intenzionato ad uscire quando Cristhian apparve dalla porta del bagno.

<<Dove pensi di scappare Ares?>>

<<Io..ehm dovrei andare a casa dal mio compagno.>>

<<Compagno eh?>> disse infastidito.

<<Si, compagno. Lo sai che sono felicemente fidanzato!>> risposi, sottolineando felicemente.

<<Mh, mi chiedo quanto felice tu sia tanto da accettare un contratto e andare a letto con un altro..>> ammiccò.

Era vero, aveva ragione. Amavo davvero J? Si? E allora perchè avevo accettato quel dannato contratto?

<<Forse perchè non ho avuto scelta..?>> cercai di giustificarmi.

<<C'è sempre una scelta Ares. E ci sono sempre delle motivazioni per cui si fanno determinate scelte.>> si avvicinò << Qual'è stato il motivo della TUA di scelta, eh?>>

Era vicino al mio volto, i miei occhi si incrociarono con i suoi verdi e il mio cuore comicniò a battere veloce. Sorrideva dolcemente e continuava a guardami senza dire nulla aspettando solo una risposta che però tardava ad arrivare perchè... non sapevo come rispondere a quella seppur semplice ma complicata domanda.
Sentii l'incessante bisogno di piangere ed una lacrima rigò il mio viso senza che io avessi nemmeno la forza di trattenerla. Vidi il volto di Christian sorprendersi appena, appoggiò la mano sulla mia guancia e con il pollice asciugò la lacrima che scendeva veloce.

<<Ares..io..>> cercò di dire ma non gli diedi il tempo di finire che mi voltai ed uscii dalla camera. Scesi le scale e mi diressi verso la porta d'entrata,uscii e mi diressi verso la strada per chiamare un taxi che arrivò poco dopo.
Durante il tragitto pensai molto alla domanda che mi aveva fatto Christian e più ci pensavo più cercavo di giustificare la mia scelta con ogni scusa possibile.
In cuor mio però sapevo che nessuna di quelle scuse rispondeva davvero a quella domanda e che forse c'era una vera e sola verità.
Ma che io rifiutavo di accettare.

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