Capitolo 3

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Giunta la pausa pranzo, Ember e Kendal escono dallo studio Marshall affiatati e sorridenti, come due amici di vecchia data, sotto gl'occhi increduli dei colleghi.
-Aspetta! Chiamo Darren e Jacob-
Kendal bussa alla porta dell'ufficio di Darren, poi a quella di Jacob.
Darren esce all'istante, mentre Jacob si fa' un pò attendere.
-Cominciate pure ad andare-
Dice Darren.

Ember e Kendal lasciano lo stabile e raggiungono la trattoria di fronte.
Prendono posto ad un tavolo e all'improvviso si unisce a loro una donna.
Mora, riccia, carnagione olivastra.
Si siede di fronte a Kendal e si presenta subito a Ember.
-Ciao! Piacere. Sono Clarissa Irving. Tuo padre è un gran simpaticone. Spero si rimetta presto-
-Piacere. Sono Ember. Ti ringrazio molto-
Kendal alza gl'occhi al cielo.
La presenza di Clarissa non è molto gradita.
-Ti ricordo che qui ci sono solo 4 posti e gl'altri sono riservati a Darren e Jacob-
Clarissa alza le mani in segno di resa e dice:
-Ok. Vado. Ci si vede-
Si alza e se ne va', e Kendal sembra finalmente felice e rilassato.
-Che c'è? Tu e lei non andate d'accordo?-
Domanda Ember, incuriosita.
-È solo una gran rompiscatole. Tutto qui-
Si limita a dire lui.

Passano pochi minuti ed entra Darren.
Da solo.
-Hey! Dov'è Jacob?-
Domanda Kendal.
Darren sbotta e si mette a sedere di fronte a Ember.
-Dice che deve assolutamente finire un progetto, poi ci raggiunge-
-Che staccanovista!-
Esclama Kendal, scuotendo la testa.
-Beh! Mangiamo allora-
Replica Darren, prendendo il menù in mano.

Ember e Darren fanno amicizia in fretta.
Ma confronto a Kendal, Darren è un tipo un pò più riservato.
Entrambi sono alti, hanno un fisico atletico. Ma mentre Darren è moro con occhi scuri, Kendal è l'opposto, biondo con occhi verdi.
-Si mangia davvero bene qui-
Dice Ember dopo essere giunta al secondo piatto.
-Puoi dirlo forte, tesoro!-
Esclama Kendal arricciando le labbra in un sorriso.

La pausa pranzo finisce.
Ognuno torna nel proprio studio, anche Ember.
La ragazza continua a fissare il progetto della piazza di suo padre, ma non ha davvero idea di cosa manchi.
Cosa possa renderla speciale. Diversa.
Intanto, le ore passano.

Kendal bussa alla porta dell'ufficio di Ember ed entra.
-Hey! L'orario di lavoro è finito-
Lei non toglie lo sguardo dal progetto e dice:
-Si. Lo so. Mi trattengo ancora un pò-
-A domani allora-
-A domani-
Kendal se ne va', subito dopo viene a salutarla anche Darren.
-Io vado. Ci vediamo domani-
Ember gli da' un'occhiata appena e sorride:
-Certo. A domani-

Nello stabile cala il silenzio.
Ember tira un lungo sospiro di sollievo e si mette a sedere comoda sulla poltrona di pelle dietro la scrivania.
-Accidenti! Sono a corto di idee in questo momento-
Si alza dalla scrivania e riceve la telefonata di suo padre.
-Papà!-
-Tesoro, sei a casa?-
-Sono... giusto sulla via di ritorno. Tu come stai?-
Domanda mentre passeggia lentamente lungo il corridoio.
-Ho solo bisogno di riposo. Sto bene-
-Ti chiamo domani, ok?-
-Ok. A domani tesoro-

Ember chiude la chiamata e strizza gl'occhi. Nota che c'è la luce accesa in uno degli uffici. Si avvicina alla porta socchiusa dell'ufficio acceso e bussa.
-Cerchi me?-
Domanda una voce alle sue spalle.
Ember si volta all'improvviso, e i suoi occhi si incontrano con quelli blu di Jacob per un lungo istante.
-Accidenti!-
Esclama lui, seccato.
Il caffè da asporto gli si è rovesciato sulla camicia.
Ember porta una mano sulla bocca facendo una smorfia.
-Oh! No! È colpa mia. Spero non ti sia bruciato. Mi dispiace-
Lui stringe le labbra e sbotta.
-Proprio sulla camicia che mi ha regalato Coline. Andrà su tutte le furie-
Jacob entra nel suo studio, sbottona la camicia e nello stesso tempo effetua una chiamata.
-Ho bisogno della tintoria. Subito!-
Esclama dopo essersi levato la camicia e aver messo a nudo i muscolosi del torace e delle braccia.
Ember sbatte le ciglia.
-Posso fare qualcosa?-
Domanda sentendosi in colpa.
-Hai già fatto abbastanza!-
Replica lui, indignato.
Cerca la camicia di riserva in un cassetto e poi se la infila.
-Mi dispiace. Davvero non-
-Ember. Giusto?-
-Si. È il mio nome-
-Potresti andartene. Ho molto lavoro da fare-
Ember capisce di essere di troppo.
Di non essere gradita.
Il tizio è davvero scortese e maleducato, nonostante sia bello e attraente.
Ember gira i tacchi, e se ne va' all'istante, senza nemmeno salutare.

È il caso di tornare a casa e riposare. Magari domani, avrà le idee più chiare.

...

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