Un po' di storia

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I childfree sono un fenomeno moderno?

Si direbbe di sì: soltanto di recente l'emancipazione dall'inevitabile destino genitoriale sta salendo alla ribalta. Finora è stato impensabile mettere in discussione questo destino. Ma suona impossibile che, nell'antichità, nessuno si sia soffermato a riflettere sulla questione: e infatti qualcuno l'ha fatto.

Democrito, per esempio.

Filosofo greco ricordato soprattutto per la sua teoria delle particelle elementari (i futuri atomi), scrisse: "L'allevamento dei figli è pernicioso: infatti, mentre nel successo ci si accolla un sacco di conflitti e preoccupazioni, nell'insuccesso non è superato da nessun altro tormento. Non mi sembra si debba generare figli: intravedo infatti nella generazione di figli sia molti e grandi rischi sia molti dolori, nonché poche soddisfazioni e, quanto a queste, lievi e pure deboli.

Mi sembra sia meglio che chi ha proprio bisogno di fare un figlio ne prenda uno dagli amici. E allora egli avrà un figlio tal quale lo vorrebbe: infatti può sceglierselo come gli garba. E inoltre chi gli sembrasse essere idoneo lo seguirebbe completamente, secondo la sua natura. E in tutto ciò c'è anche tale differenza: che in questo caso è possibile prendere il figlio che si ha in mente tra molti, quale dovrebbe essere; qualora invece uno se lo facesse da sé, ci sarebbero molti rischi: di necessità infatti dovrebbe accontentarsi di quello che nascesse.

Agli uomini generare figli sembra essere tra gli obblighi (provenienti) dalla natura o da una qualche istituzione antica. Ma ciò è manifesto anche tra gli altri animali: tutti infatti per natura procreano non avendo in vista nessuna utilità, ma ciascuno come può, quando genera, si preoccupa per i figli, li nutre e ha moltissimo timore per loro finché sono piccoli e, qualora succeda loro qualcosa, si affligge. Certo, a tutti coloro che hanno un'anima è propria tale natura; tra gli uomini però ora si è creata la convinzione che si tragga qualcosa di vantaggioso dalla progenie" (Tratto da Frammenti morali).

Sulla sponda romana troviamo Lucrezio, epicureista del I secolo a.C., dalle cui opere però traspare una certa angoscia esistenziale (anche se alcuni studiosi la attribuiscono al tentativo di rafforzare la filosofia epicurea), e in un passo del De Rerum Natura si legge: "(Il neonato) riempie i luoghi di lugubri vagiti, com'è giusto, per chi dovrà patire nella vita tanti mali "

Non solo dalla filosofia, ma perfino dal teatro ci giungono voci controcorrente: quella di Sofocle, per esempio, popolare drammaturgo greco vissuto tra il 496 e il 406 a.C., che nelle sue tragedie mette in scena la sofferenza della condizione umana, e in una in particolare (l' Edipo a Colono) fa cantare al coro: "La sorte migliore è non nascere".

Perfino dall'Oriente pervengono testimonianze di un antinatalismo ante-litteram, con il poeta e retore arabo Al Ma'Arri, contrario alla religione e alla procreazione. Vissuto nell'XI secolo d.C., egli sostiene che la vita è dolore, e che una persona intelligente farebbe bene a non procreare. E anzi, che le offese e le ribellioni da parte dei figli costituiscono il giusto castigo per il peccato di averli messi al mondo.

Passiamo direttamente all'Ottocento con Leopardi, che tra le sue poesie e i suoi pensieri non manca di seminare riflessioni sull'amarezza della vita e sulla crudeltà della Natura, chiedendosi di tanto in tanto quale convenienza ci sia nel mettere una creatura in questo mondo difficile ("Ma perché dare al sole/ perché reggere in vita/ chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è sventura/ perché da noi si dura?" scrive nel Canto notturno di un pastore errante dell'Asia. )

Argomentazioni che ritroviamo in un suo contemporaneo, il filosofo tedesco Schopenhauer. "La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia" scrive nell'opera sua più celebre, Il mondo come volontà e rappresentazione.

Childfree - senza figli per sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora