CAPITOLO 7

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«Sei un idiota!» Mamma sempre dolce a cara a dirmi quello che pensa

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«Sei un idiota!» Mamma sempre dolce a cara a dirmi quello che pensa. Non si è mai frenata a dire in faccia quello che pensa. Di sicuro non ho preso da lei, neanche da papà a dirla tutto. Sono un caso isolato della famiglia, io.

«Lo so.»

Oggi sono stato troppo distratto da due lunghe gambe e anche il fatto di voler fare un po' lo sbruffone - della serie son figo e quindi la crema solare non la metto -. Il risultato sono state belle scottature. Oltre al fatto che ho delle spalle ben abbrustolite e che fanno un male atroce anche solo ad indossare una maglietta, la mia faccia è rovente come una carbonella. Il mio petto, invece, è decorato dalla forma della testa di Sola.

«Che ti è passato per la testa vorrei proprio capirlo», abbaia mamma continuando a spalmarmi la crema con delicatezza. Ma reputo che in in queste condizione anche un soffio di vento potrebbe farmi male.

«Ah, mannaggia a te! Che sei tornato nu'criaturo?» Probabile mamma.

È un po' come quando da bambino vedi per la prima volta il mare e ne rimani imbambolato. Davanti una tale immensità non puoi fare a meno di rimanere a guardarla con gli occhi sgranati e la bocca aperta. I respiri ambi e grandi per poter inglobare nei polmoni quanto più aria possibile e riempirti di quel profumo di salsedine da soddisfare tutta la tua vita.

Sole mi ha fatto quell'effetto. Il suo faccino dai lineamenti dolci e infantili le guanciotte piene, la pelle liscia e priva di nei in completo contrasto con la mia diafana e piena di lentiggini sulla schiena.

Sussulto quando becca un punto più bruciacchiato
Mi sposto leggermente ma lei mi riafferra saldamente dalla spalla destra (bruciata) e continua con la sua tortura.

«Potresti fare più attenzione?» mi lagno guadagnandomi così un' occhiata truce attraverso lo specchio.

«Ora, smettila di lagnarti e girati davanti, ti faccio l'impacco di crema sul volto.»

Muto mi giro per permetterle di fare il suo lavoro. Con l'impacco di crema sul naso e sulle guance non solo mi sento la faccia bruciare ma anche estremamente appiccicosa e che tira, una delle sensazioni peggiori da che ho memoria.

Leggermente disgustato alzo la mano per tastare quella cosa fredda e quasi gelatinosa. Mamma, prontamente, mi schiaffeggia la mano per farmela togliere, poi si appresta a chiudere la crema per non farla seccare e ad uscire dalla camera.

«Non posso uscire con questa cosa sul viso.» dico mentre la seguo in bagno dove la vedo lavarsi le mani.

Mi rivolge l'ennesima occhiata severa - come quando da bambino metteva a tacere i miei capricci -.

«E invece uscirai così» mi piazza l'indice sul petto, «nessuno ti vedrà, è buio.» Poi esce dal bagno e va in cucina per preparare la cena insieme a papà.

Sospiro frustrato mentre mi accascio sul letto, sussultando quando la schiena entra in contatto con le lenzuola ruvide.

Diego ride dal letto accanto al mio così gli getto addosso un cuscino per cercare di metterlo a tacere. È facile per lui che non si è mai ustionato nella vita. È ignari a questa sensazione di umidiccio sulla pelle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 04 ⏰

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