Capitolo 5 - SECONDA PARTE

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Dopo qualche minuto a camminare e pensare come raggiungere il mio obiettivo, arrivo davanti la porta di Cassandra. Busso e aspetto che qualcuno mi apra. Giuro, che se ho fatto tutto questo per nulla e sono già usciti ingaggio uno stalker, una spia, qualcuno insomma per capire dove siano e mandare tutto all'aria.

<<Arrivo Nick, dammi un secondo>> eccola la sua voce. Sono arrivato giusto in tempo, ma aspetta come lo ha chiamato… Nick? Hanno già così tanta confidenza?
<<Eccomi qu…>> apre la porta e si blocca sulla soglia, come una statua. Dai suoi occhi noto che è totalmente sorpresa nel vedermi. Sembra un angelo, con questo vestito bianco aderente e i capelli biondi sciolti. Di scatto indietreggia e sbatte la porta così velocemente da non darmi il tempo di fermarla.

<<Non ti hanno mai detto che chiudere la porta in faccia è da maleducati?>> dico con il viso rivolto verso la porta e incrociando le braccia al petto.
<<E a te non hanno insegnato che rompere i coglioni alle persone è da maleducati?>> ah quindi non è rientrata subito nella sua stanza, questa è già una risposta.
<<Devo ribadire quello che ti ho detto lunedì, non ti è chiaro?>> aggiunge agguerrita e nel frattempo mi appoggio con una spalla allo stipite della porta.
<<Quale parte del teatrino? Quella dove urli parole incomprensibili, dette per ricordarle più a te stessa che a me? O quella dove arrossisci appena dico il motivo della mia presenza?>> centro, colpita e affondata.
<<Mi dispiace deludere il tuo ego smisurato, ma di certo quel rossore era per la rabbia che stava prendendo piede e non per un omuncolo come te>> ribatte senza darmi tregua.
<<Sirena aprimi, parliamo da persone mature, non come quando facevi da bambina. O hai paura di interfacciarti con me?>> provocarla è come un istinto naturale, non ne posso fare proprio a meno.
<<No, non ti aprirò e dovresti essere tu quello ad aver paura, visto la figuraccia che ti ho fatto fare lunedì e non chiamarmi più sirena!>> sento la sua voce molto più vicina, starà parlando a pochi centimetri dalla porta.

<<Perché sei venuto qui?>> aggiunge dopo pochi secondi, a denti stretti.
<<Perché credo tu abbia bisogno di più vitamina me>> ammiccare è la cosa che mi riesce meglio, ma so che con lei non attacca.
<<Cosa sei un veggente, fammi capire?>> dice con tono ironico, prendendosi gioco di me. Stavolta mi dispiace, ma non vincerà lei.
<<Io lo chiamerei più intuito, ma se preferisci così va bene lo stesso, sirena>> alzo le mani facendo spallucce, dimenticando che non può vedermi. O forse mi sbaglio?...

<<Va bene, mi scuso per quello che è successo, hai ragione tu. Sono un prepotente, stronzo che merita la solitudin…>> parlo con tono serio e deluso, ma nel mentre faccio il dito medio, per testare la mia teoria. Infatti mi interrompe prima che io possa finire.
<<Lo sapevo che eri un idiota, figurati se potevi dire con sincerità cose del genere. Puoi anche finirla con quel gesto ora, grazie>> ho sempre ragione, la conosco troppo bene, sapevo che mi stava guardando.
<<E tu come fai a saperlo? Mi stai spiando dallo spioncino? Brutta mossa Cassandra, è barare questo da parte tua. Vedi non ho torto, se vuoi vedermi apri la porta. Non è giusto che tu puoi vedere me e io no. Giuro che non mangio le bionde bugiarde, preferisco le more>> passa qualche secondo senza ricevere risposta.

Ad un tratto sento lo scatto della maniglia della porta e lei mi si palesa davanti.
<<Eccomi qui, visto che ci tenevi tanto. Per me questa non è altro che l'ennesima prova del tuo continuo prenderti gioco di me, fregandotene di quello che dico. Mi sono scocciata William, perché non mi dici quello che vuoi e basta. Così la facciamo finita una volta per tutte!>> con un'espressione tagliente e con uno sguardo di sfida mi fissa, senza battere ciglio.
<<Cosa vorresti sentirti dire?>> rispondo a tono, avanzando di un passo.
<<Sinceramente, non ne ho idea. Sai, è da quando ti ho visto da Olden Town che qualcosa di diverso nel tuo atteggiamento mi drilla in testa, come il bip di una macchina quando fa retromarcia. E mi sta facendo impazzire, tu mi stai facendo impazzire. Sono ancora troppo giovane per andare al manicomio, quindi ora dammi una spiegazione sensata, cazzo!>> sbotta fuori di sé esausta.

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