☆ : misty mornings, angelic smiles and pink cheeks

967 21 15
                                    

ship: hyunsung

genere: hurt/comfort, soft, accenni ad un rapporto sessuale

trama: dove Jisung trova conforto solo in Hyunjin e nella musica.

✩。:*•.───── ❁ ❁ ─────.•*:。✩

Jisung osservava in silenzio il foglio posto davanti a sé. I suoi occhi ripercorrevano continuamente le parole scritte su di esso, per evitare di dimenticare i suoi pensieri e le sue idee. Non voleva diventare come tutti gli altri, voleva rimanere sé stesso.

Colui che sembrava non avere un posto in quel mondo. Ambiva a diventare un cantante, ma le sue ali erano state strappate ancora prima di averle potuto spiegare. Veniva considerato malato per via della sua preferenza verso i ragazzi. Non riusciva a ritagliarsi un'angolino in cui starsene tranquillo. Neppure la sua camera era sicura.

La pioggia batteva prepotentemente contro la finestra della sua stanza. Non aiutava a calmare il fracasso presente nella sua testa.

Quelle gocce d'acqua che precipitavano dalle nuvole come se fossero lacrime, facevano bene alla terra. Certe persone le adoravano, mentre altre le detestavano. Potevano addirittura fare danni. E Jisung desiderava che le sue canzoni diventassero proprio come loro. Voleva confortare gli altri, voleva metterli di buon'umore, voleva fare sapere ciò che provava. Ma purtroppo non sarebbe mai stato possibile perché il suo era un sogno proibito.

Gli unici raggi di sole che si infiltravano tra quelle nubi da cui era sempre circondato, erano la musica e Hyunjin.

Spesso l'amore che provava verso di loro gli sembrava abbastanza, e ciò era l'unica cosa che lo fermava dal partire, lasciare quel mondo alla ricerca della spensieratezza. Aveva paura di non trovarli in un'altro posto. A costo di non perderli, preferiva affogare tra le sue lacrime.

Trovare conforto nei ritmi, nelle parole, nei baci e nella sua pelle a contatto con quella di Hyunjin era ciò che lo faceva sentire vivo. Jisung era un'esperimento, messo al mondo per capire se con poco si riuscisse ad andare avanti, aggrappandosi ad una corda mentre la tempesta incombe verso la direzione opposta al tuo cammino.

Avrebbe potuto smettere di scrivere testi, avrebbe potuto trovarsi un lavoro come tutti quanti e fare finta di nulla. Avrebbe risolto molto suoi problemi, i suoi genitori sarebbero finalmente diventati orgogliosi di lui. Ma era così perso nella sua testa, nei suoi sogni, che preferiva marcire insieme a loro.

Si infilò il giubbotto e uscì di casa, proteggendosi con l'ombrello, perché altrimenti la pioggia lo avrebbe sciolto e sarebbe finito dentro ad un tombino. Quel mondo lo prosciugava, lo distruggeva, ma lui ce lo aveva un luogo sicuro. Aveva trovato un posto per sé in quel mondo, e a volte se ne dimenticava, perché ciò che lo circondava gli faceva credere che la bolla di spensieratezza in cui si chiudeva in compagnia di Hyunjin non significasse nulla. Ma non gli interessava ciò che gli altri dicevano. Peccato che però la loro opinione influisse troppo sulla sua vita.

Hyunjin lo comprendeva perché era come lui, solo un pò più capace di reagire e prendere le cose con più leggerezza. Gli piaceva danzare, ma i suoi genitori non approvavano questa sua passione. Serviva in una caffetteria, regalando sorrisi e buon'umore. Sul parquet della sua camera, si muoveva leggiadro con passi leggeri. E ciò gli bastava. Aveva trovato il suo posto nel mondo.

Jisung voleva imparare da lui, eliminando tutte le preoccupazioni, adattandosi al mondo ma nella maniera in cui voleva lui, proprio come aveva fatto Hyunjin. Era un modo per imparare a vivere senza ansie e turbamenti.

"Hai ancora freddo?" gocce di rugiada su una ciliegia, sembravano le lacrime presenti sulle guance rosse di Jisung. Baci dolci come il miele, carezze leggere come una piuma, movimenti lenti come i passi di una anziana signora, era ciò presente nella stanza.
"No" le lenzuola bianche come la tunica di un angelo e fresche come il mare d'estate, avvolgevano i loro corpi caldi e sudati.
Sorrisi felici come quelli di un bambino spensierato e stelle nei loro occhi limpidi, in una domenica di maggio.

Hwang Hyunjin era il mondo di Han Jisung, perciò avrebbe cantato a lui le sue canzoni. E avrebbe finalmente esaudito il suo sogno.

FINE.



───── ❝ 𝐚𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ❞ ─────

la morale di questa os non è dover rinunciare ai propri sogni. non ho voglia di spiegarla, ma ci tenevo a chiarirlo.

𝖲𝖳𝖱𝖠𝖸𝖪𝖨𝖣𝖲 𝖮𝖭𝖤𝖲𝖧𝖮𝖳𝖲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora