5 ;; LIME

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—  Junhui non torna stasera?

Le parole della ragazza castana si infransero come un fulmine sul viso di Hansol seduto di fronte a lei. Avevano preso del pollo fritto d'asporto, si erano seduti al tavolo nell'appartamento di quest'ultimo e avevano cenato, silenziosi, godendo di quella pace apparente.

Il ragazzo negò con la testa prendendo un sorso di acqua alzandosi poi, iniziando a buttare le varie scatole e pacchetti ormai terminati. I polpastrelli unti portavano ancora il profumo della panatura mentre l'amica dietro di lui si guardava attorno alla ricerca di qualcosa.

—  Abbiamo finito i mandarini Iseul, se vuoi ci sono delle arance

Un sospiro di disapprovazione uscì dalle sue labbra. Negli ultimi giorni sembrava Iseul si stesse riprendendo e Hansol stava scoprendo un nuovo lato di quella ragazza che abitava davanti a loro. Quel suo lato infantile Iseul, faticava a tirarlo fuori, faticava a conviverci, così semplicemente evitava di mostrarlo ad occhi indiscreti. Con Hansol ormai aveva imparato a sentirsi appagata, ma non ancora sicura al cento per cento. Aveva ancora paura di non trovarlo il giorno dopo in casa se gli avesse mostrato alcuni lati del suo essere, lo stesso terrore lo provava per Junhui. Negli ultimi tempi lo vedeva più distante e discostante nei suoi confronti, così prima di crepare, ancora, quella relazione amichevole, era stata lei che pian piano aveva preso a mollare la presa, con Junhui era stato relativamente semplice, con Hansol non ci riusciva.

Il ragazzo straniero era il primo che senza chiedere nulla le tendeva una mano, un intero braccio, una spalla, pronto ogni volta a prendersi tutte le sue lacrime, tutte le sue sbronze, tutti i suoi momenti no. Hansol, non diceva più nulla quando notava il corpo singhiozzante di Iseul fuori dalla sua porta, semplicemente le metteva una coperta sulle spalle, le passava sul volto una pezza di acqua tiepida e la ascoltava, senza battere ciglio, senza esporsi lucidamente sulle questioni che borbottava.

Spostò lentamente la sedia andando verso l'appendiabiti, controllò quanti spicci avesse, i necessari per andarsi a comprare due mandarini.

—  Vado a fare un giro.

—  Sta attenta, per favore.

Iseul sorrise alle parole del ragazzo mentre lo osservava stendersi sul divano. Annuì debolmente uscendo dall'appartamento dei due avviandosi nelle strade notturne. Lì non c'era movida notturna, aveva scelto quella zona di proposito. Insadong era prettamente un quartiere culturale, difficilmente ragazzi della sua età vorticavano per le strade nella notte. Infilò le mani nelle tasche alzando il volto verso il cielo mentre si fermava ad un incrocio attendendo il verde del semaforo.
Come si era ridotta in quel modo?

Aveva preso quell'appartamento in solitaria a venti anni, quando sua nonna era venuta a mancare, non voleva assolutamente rimanere in quelle quattro mura cementate con l'odio e continuare a respirare l'aria rarefatta dei suoi genitori. I primi tracolli dell'amore si stavano facendo sentire, forse devi solo cambiare zona, si era detta, ma nonostante lei lo avesse fatto non era cambiato nulla, anzi, adesso aveva solo più punti per piangere, non era più solo circoscritta alla sua camera. Si passò distratta una mano sugli occhi che presagivano un nuovo pianto ed entrò nel konbini che faceva angolo.

I suoi piedi sembravano conoscere a memoria la strada. Accarezzò la buccia ruvida dei mandarini scegliendone due per poi infilarli in un sacchetto, assieme a quelli si tirò dietro un pacchetto di fazzoletti per poi dirigersi alla cassa. Poggiò tutto sul piccolo bancone, iniziando a testa bassa a contare gli spicci che aveva tra le mani.

— Fai delle spese davvero strane tu, ti piacciono così tanto questi mandarini?

Iseul alzò gli occhi, quella voce stranamente la ricordava. Le lenti spesse poggiate sul naso leggermente allungato di quel ragazzo le fecero tremare appena le mani, di nuovo. Si prese del tempo per osservarlo. Aveva una capigliatura sbarazzina, un castano non molto intenso e una frangia dignitosamente lunga copriva quei suoi occhi scuri. Iseul si perse nuovamente in quegli occhi. Restava fermo analizzando le due piccole sfere arancioni storcendo appena il naso per quello che aveva tra le mani.

—  A te non piacciono i mandarini?

Quella domanda per qualche strano motivo risuonò nella mente vuota di Iseul. Per la prima volta si ritrovò ad essere davvero curiosa di una risposta. Insaccò di nuovo le mani nelle tasche aspettando la voce del ragazzo davanti a lei.

—  Non li apprezzo molto, preferisco le arance o meglio ancora i melograni.

Il modo in cui ammise la preferenza dei frutti più acidi fece per un solo secondo stizzire Iseul che scosse appena la testa riprendendo in mano i suoi soldi.

—  Troppo acidi, quasi incerti, non mi piacciono per niente.

Gli occhi di lui bruciavano sul suo capo mentre questa esponeva le sue preferenze.

—  Quanto ti devo?

Lui non parlò picchiettò solo il dito sullo schermo voltandosi per prendere qualcosa dallo scaffale dietro di lui. Adesso ci faceva caso per bene, era alto, molto alto rispetto alla sua statura. Il suo corpo si allungava in una linea sinuosa mentre cercava di prendere l'oggetto misterioso. Iseul scosse il capo poggiando accanto al suo sacchetto la cifra precisa, nello stesso istante il ragazzo si voltò poggiando nella busta l'ennesima caramella al lime.

— Te la regalo sempre io, provala davvero.

Lo sguardo un pò scettico cadde sull'involucro verde acido del "dolciume" per poi tornare sulla polo verde di lui che adesso le stava facendo lo scontrino. La carta colorata spiccava all'interno del sacchetto mentre lei lo prendeva tra le mani pronta per salutare e andare via, la sua voce la bloccò ancora.

—  Io sono Wonwoo.

—  Iseul.

I due si scambiarono un breve sguardo, Iseul distolse subito la vista uscendo a testa bassa dal konbini per riavviarsi a casa. Strano si disse mentre cambiava velocemente idea. Le sue gambe cedettero prima e si accasciò su una panchina, come se avesse appena corso una maratona. Aprì il sacchetto estraendone il primo mandarino, se lo passò per un pò tra le mani per poi iniziare a sbucciarlo. Il sapore forte dell'agrume le esplose sul volto mentre un sorriso limpido le nasceva sulle labbra. Con cautela staccò il primo spicchio, lo mise tra le labbra e non appena i denti affondarono nella polpa dolce una lacrima scivolò sulle sue gote.
Come si era ridotta in quel modo?

MANDARINI ;; ★Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora