Capitolo tre

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Claire

Mi sveglio di soprassalto, con le affettuose leccate di Cherry sulla mia mano fasciata che mi riportano alla realtà. Un gemito stanco mi sfugge dalle labbra mentre lentamente cerco di scuotere via la pesantezza del sonno che mi avvolge la mente. Sono sdraiata a pancia in giù, le braccia nascoste sotto il cuscino, i capelli sciolti e disordinati mi ricadono sul viso come una rete in disordine.

La coperta, spostata malamente, copre solo metà del mio corpo, testimone silenziosa della notte agitata e dei tormenti che mi hanno accompagnata. Sento la morbida lingua di Cherry passare dalla mia mano fasciata alla guancia, spostando delicatamente i capelli rossi che mi coprono il viso.
<<Mmmh, Cherry...>> mormoro piano, cercando ancora un appiglio al sonno che fugge.

Ma il suo entusiasmo mi fa sorridere, e con un respiro profondo decido di abbandonare definitivamente il letto.
Mi siedo, accarezzandola con affetto, mentre lei si dimena intorno a me, felice di avermi svegliata. Nonostante il riposo sia stato irregolare e inquieto, la sua presenza è un balsamo per la mia mente, un piccolo conforto che mi riporta alla realtà.

Alzo lo sguardo sulla mia mano fasciata che pulsa leggermente, il ricordo della notte precedente ancora vivido nella mia mente. Un altro respiro, poi mi alzo e mi dirigo verso la cucina, dove trovo mia madre già al lavoro, intenta a impastare qualcosa di dolce.

Appena mi vede entrare, mi sorride, e io, d'istinto, nascondo la mano ferita dietro la schiena, sperando che non se ne accorga.
<<Oh, buongiorno tesoro!>> esclama lei, avvicinandosi per abbracciarmi.
Il suo affetto è palpabile, ma io tento di nascondere la mia mano, cercando di mantenere un'espressione normale.
<<Sei più attiva oggi?>> chiede, stringendomi in un abbraccio.
<<Sì, mi sento un po' meglio>>, rispondo, sforzandomi di apparire tranquilla.
Il mio sorriso è lieve, ma sento la tensione che ancora mi attraversa, come un'eco distante degli eventi della notte.

<<Bene, hai fame?>> continua lei con il suo tono allegro.
<Si, ma tranquilla, faccio da sola>> le rispondo, dirigendomi verso la dispensa per prendere dei biscotti. Mi appoggio al bancone, la mano destra ancora nascosta dietro di me, mordicchiando distrattamente mentre i ricordi della notte mi tornano alla mente, come onde che si infrangono silenziosamente contro la costa.

Prendo un sorso d'acqua, cercando di non far trasparire nulla.
Ma la tranquillità della mattina viene spezzata dalla voce di mia madre.
<<Stanotte ho sentito dei rumori strani... anche tu li hai sentiti?>> chiede improvvisamente. L'acqua mi va di traverso, e tossisco per qualche istante, colta di sorpresa.
<<Tutto bene, tesoro?>> mi domanda preoccupata.
<<Sì, sì... tutto a posto>> rispondo, cercando di mascherare il mio disagio. Ingoio a fatica e poi, con un sorriso che spero sembri naturale, aggiungo: <<Anche io li ho sentiti, era Cherry.>> Entrambe ci voltiamo verso la cagnolina che, ignara, scodinzola felice ai nostri piedi, come se volesse confermare la mia scusa.

<<Oh, capisco,>> risponde mia madre, sorridendo con dolcezza.
Il mio sguardo vaga per la cucina, cercando un'idea per allontanarmi dalle domande scomode.
Poi, un pensiero mi colpisce. <<Penso che nel tardo pomeriggio farò una passeggiata... magari comprerò qualcosa per la scuola,>> dico, cercando di cambiare argomento.
<<Va bene, vai pure cara>> risponde lei, ignara della tempesta interiore che mi agita. Il mio sorriso si allarga, ma dentro di me sento ancora l'ombra di quella notte che mi segue, silenziosa, in attesa di essere affrontata.

*

Seduta sul divano, il telefono tra le mani, lo fisso senza reale interesse, con l'apatia di uno zombie. Ogni notifica, ogni messaggio appare distante, quasi irreale. I miei pensieri vagano, sospesi in un limbo di stanchezza.
<<Ma non dovevi uscire?>> La voce di mamma mi raggiunge improvvisa, facendomi sobbalzare.
<<Hai ragione, me n'ero dimenticata>> rispondo con un filo di voce, sollevando lo sguardo. Il corpo si muove quasi per inerzia mentre mi alzo e salgo le scale.

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