Capitolo undici

34 4 18
                                    

Claire

Sono tornata a casa per le vacanze, un periodo di pausa che aspettavo da tanto.

La mattina di Natale sorge con una luce dorata che filtra attraverso le tende della mia stanza, e l'atmosfera festiva sembra avvolgermi sin dal primo istante.

Apro lentamente gli occhi, stiro le braccia sotto le coperte, e un brivido di eccitazione mi attraversa il corpo. Non vorrei proprio alzarmi, il tepore del letto mi invita a restare, ma alla fine, con un sospiro di rassegnata contentezza, mi siedo sul bordo del letto.

Mi alzo, tirando le tende con delicatezza, lasciando che la luce del mattino invada la stanza. Il bagliore è quasi accecante, ma i miei occhi si abituano in fretta. Fuori dalla finestra, il paesaggio è avvolto da un manto di neve fresca, bianca e brillante.

Sorrido, affascinata dalla bellezza silenziosa del paesaggio invernale. I raggi del sole giocano con i cristalli di neve, creando riflessi che danzano tra i rami degli alberi come minuscole scintille.
L'odore di pino e cannella riempie l'aria, mescolandosi con quello del caffè appena fatto che mi saluta mentre scendo le scale.

Già riesco a sentire i suoni familiari dalla cucina, un misto di voci e rumori di stoviglie che si infrangono con la solita confusione delle mattine di festa.
<<No, John, la teglia va in forno!>> urla mia madre, con il solito tono concitato di chi cerca di tenere tutto sotto controllo. Non posso fare a meno di ridere.

Quando arrivo in cucina, il sorriso di mio padre mi accoglie, nonostante stia facendo finta di ignorare i rimproveri di mia madre. Lei si volta, l'espressione irritata si addolcisce subito quando mi vede. Mi avvicino e mi dà un bacio sulla testa, subito seguito da quello di mio padre.

<<Buongiorno, tesoro,>> dice mamma con un tono più dolce.
<<Auguri,>> dico io, ricambiando il sorriso, ma non riesco a soffocare un grande sbadiglio mentre noto che sono già vestiti di tutto punto, pronti per la giornata.
<<Auguri anche a te,>> risponde papà. <<Tra poco arriveranno gli zii, la nonna e i tuoi cugini... ti conviene fare colazione e poi andare a prepararti!>>

Faccio una smorfia e sbadiglio di nuovo, lo sguardo ancora assonnato. <<Mh, sì, sì, non urlare...>> dico, prendendo posto a tavola.
La cucina è decorata con tovaglie rosse e verdi, e al centro troneggia un grande centrotavola scintillante.

Mentre ci sediamo per fare colazione, i miei genitori mi sorridono, ma c'è qualcosa di diverso nei loro occhi, una lieve ombra che non sfugge al mio sguardo. È il nostro primo Natale senza la nonna, e l'assenza di quella figura tanto amata si fa sentire, anche nel calore di questa giornata. I miei occhi si posano sul tavolo della sala da pranzo, già apparecchiato con cura, ma con un posto in meno.

<<Avete già preparato tutto...>> dico, osservando con una punta di malinconia.
<<Beh, sì, manchi solo tu,>> risponde papà, cercando di mantenere un tono allegro, ma il vuoto è palpabile. Mi rendo conto che, nonostante il caos e i preparativi, c'è sempre quel posto vuoto che non potrà essere riempito.

Mi affretto a finire la colazione, cercando di ignorare la sensazione di stanchezza che mi accompagna da quando mi sono svegliata. Salgo le scale con passo leggero, e l'aria intorno a me sembra vibrare di una strana eccitazione. Natale, penso, e già riesco a sentire l'anticipazione per la giornata che sta per cominciare.

Una volta nella mia stanza, respiro profondamente, lasciandomi avvolgere dall'atmosfera tranquilla e dal profumo familiare dei miei prodotti preferiti. Questo è il mio rifugio, dove posso essere semplicemente me stessa. Mi avvicino allo specchio e fisso il mio riflesso, la luce del mattino illumina il mio viso in modo morbido, quasi sfuggente.

Frammenti d'Anima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora