Capitolo 18

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C'è un pó di traffico sul ponte ma dopo neanche mezz'ora siamo sulla terraferma.
-Dobbiamo scendere - dice James
-Fammi di nuovo quella runa - dico e lui prende lo stilo e disegna sulla mia pelle e dopo sulla sua.
Faccio cadere un pó di cibo per terra.
-Cosa fai?- chiede James
-Shh- rispondo e continuo a far rumore.
Il motore si ferma e qualcuno apre la serratura del furgone. Un uomo biondo e muscoloso entra e controlla la merce. Trascino James fuori dal camion.
-Potevi anche dirmelo - dice
-Lo so ma sembrava più divertente - dico
-Allora cosa facciamo?- chiede
Siamo in mezzo a una strada e non ci sono indicazioni. Che bello!!
-Fermiamoci in un paesino e domani cerchiamo un mezzo di trasporto - dico
-Si e la cosa più sensata- iniziamo a camminare - tra poco farà buio-
Saranno le sei di sera. Vedo che James cerca di trattenere la fame. Povero. Seguiamo il camion, forse ci porterà da qualche parte (sottolineo forse ). Io sono stanca , non è stata una di quelle giornate passate sul divano a guardare dei film.
-Non ci posso credere - dico e indico a James lo stesso manifesto che abbiamo visto a Venezia. Mi avvicino al foglio e lo strappo .
-Hai paura ? - chiede James - hai paura che ci prendano?-
- Si- rispondo
-Anch'io - dice - se ci prendono, i miei genitori lo verranno a sapere e non ho tanta di quella voglia di vederli-
Mi gira la testa e cado a terra.
-Sam, Sam - mi urla James - svegliati -
-Samantha- dice Kaius nella mia testa-ho un messaggio per te. Se non seguirai i miei indizi la tua famiglia soffrirà prima del dovuto. Ora ti starai chiedendo come so che avevi pensato di andare direttamente a casa tua. Facile, sono nella tua testa.- e svanisce.
Mi alzo. Com'è possibile? Lui non può essere nella mia testa. È praticamente impossibile.
-Sam- dice James- cos'è successo -
-Kaius mi ha "parlato" di nuovo. - spiego- mentre mi arrampicavo su per il campanile avevo pensato perché quando sono uscita dell'accademia non fossi andata direttamente a casa. L'ho considerata anche una soluzione fino a cinque secondi fa Kaius mi ha detto che se lo avessi fatto avrebbe ucciso la mia famiglia prima del dovuto-
-E dicevano che i cattivi della Disney fossero cattivi - mi aiuta ad alzarmi - questo è diabolico-
- Hai visto i film Disney? - chiedo
-Tutti li abbiamo visti- risponde
- E io che pensavo che gli Shadowhunters da bambini vedevano film di guerra, tipo 300 o cose simili- dico - ma mi sono sbagliata.-
- Non veniamo cresciuti diversamente dai mondani , durante la nostra infanzia - spiega - l'unica cosa che ci distingue è che impariamo a uccidere con una spada di legno verso i quattro anni-
-Io a quattro anni giocavo a calcio con mio padre- dico
-Ma il calcio non è un gioco maschile?-chiede
-Si ma anche le femmine giocano- rispondo -
-Mirano- dice James
-Milano? - chiedo
- No M-I-R-A-N-O. Guarda sta scritto lí - lo indica - possiamo fermarci e riprendere domani il viaggio -
-Ok- rispondo
Giriamo a destra come dice il cartellone. Mirano ( no Milano ) è un piccolo comune della provincia di Venezia ( e io che pensavo che Venezia fosse solo la laguna). Quando attraversiamo tutto il viale ci ritroviamo nella piazza principale. Non sembra un comune ma più un piccolo paesino di campagna.
- Qui non ci saranno dei musei- dice James - dobbiamo dormire in un vicolo senza farci vedere-
Per me è frustrante dormire a terra senza un tetto per ripararti, perché i miei genitori ( e li ringrazio davvero tanto per questo ) non mi hanno mai fatto mancare niente.
-Io ho scelto il museo - dico -adesso scegli tu-
-Non mi cambia la vita sai?- chiede
-Lo so ma scegli - rispondo
-Sam guarda- indica due demoni in un viale.
Mi tolgo lo zaino dalle spalle e prendo due spade angeliche, una la porgo a James. Entriamo entrambi nel vicolo e i due demoni inziano a fiutare. Sono ciechi! Iniziano ad avvicinarsi a noi, hanno sentito il nostro odore. Impugno saldamente la mia spada e taglio, con un solo colpo, la testa del demone e come per magia scompare nel nulla. Mi guardo attorno alla ricerca di James , il demone è sopra di lui. Vado verso di loro e taglio la testa al demone.
-Tutto bene? -chiedo e aiuto ad alzarlo
-Abbastanza - risponde, non riesce ad alzarsi
-Ti sei fatto male alla gamba - dico e mi siedo accanto a lui . Gli alzo il pantalone, ha una grande ferita profonda dal piede fino al ginocchio.
-Dammi il tuo stilo- dico e lui me lo dà.
Inizio ad imitare la runa di guarigione e sembra che ho fatto un bel lavoro.
-Come...- inizia a parlare
-Ti ho osservato mentre lo facevi- spiego
-Sei una persona attenta- dice
-Si tutto quello che vuoi ma adesso devi riposare - lo trascino verso il muro , in modo da fargli appoggiare la testa, e io mi stendo vicino a lui.
-Grazie - dice e mi mette il braccio sulle mie spalle
-Grazie a te - rispondo

Angelo per metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora