♣introduzione♣

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Urla, urla strazianti.

Mi avvolgono come una coperta calda.

Sorrido come un idiota e le grida si fanno più forti.

Braccia robuste mi avvolgono e mi stritolano.

Forse sono io quello che sta urlando.

Da quant'è che lo sto facendo?
Da quant'è che sto soffrendo così tanto?

Ma no, io sto bene, io sono felice.

Le braccia che mi accarezzano sono fredde come ghiaccio.

Le urla si fanno sfocate e la mia mente si annebbia di nuovo in mezzo al fumo.

Respiro e lo inalo.

Lascio che mi entri polmoni e poi che mi circoli nel sangue come se fosse nato per fondersi con il rosso che fuoriesce dal mio corpo.

Lo vedo il sangue che scorre.

Lo percepisco.

Lo vedo che è il mio, ma ferita non fa male.

Fa più male il mio cuore.

Ogni nuovo battito è doloroso.

Ogni tum è come se dovessi scalare un monte.

È come se il movimento del mio cuore avesse smesso di essere un movimento involontario.
È come se fossi io a decidere di farlo muovere nel mio petto e mi chiedo perché lo sto facendo.

Tum tum

Mi riempie le orecchie

Tum tum

Qualcuno lo faccia smettere

Tum tum

Perché continui a battere?

Chi ti obbliga?

Così patetico eppure così attaccato alla vita come una sanguisuga.

Sei un codardo Anthony.

Hai solo paura di morire di nuovo.

La prima volta non è stata un granché dopotutto.

Quand'è che le braccia che ti stanno stringendo hanno cominciato a sembrare così sbagliate?

Quand'è che anche le tue stesse membra hanno cominciato a non sembrare più tue?

Quand'è che la tua vita a smesso di appartenenti?

Non lo sai?

Come ci sei finito così?

Che cosa sei Anthony?

Il tuo corpo non è tuo

La tua anima nemmeno

Allora perché esisti?

Te lo dico io perché: per la stessa ragione per cui esiste un gioco da tavolo.

Fai una partita, ti diverti un po' e poi lo riponi in una mensola buia un po' più usato di prima fino a che qualcun'altro non lo ritira fuori.

Quando hai smesso di vivere Anthony?

Forse mi racconteresti del giorno della tua morte, quella vera.

Quella volta in cui ti sei pippato un po' di polverina di troppo ma io nn intendo quel giorno.

Intendo: quando hai smesso di essere reale?

Quando sei morto Anthony?

Tu poi risponderai: “quando ho smesso di credere di poter essere felice” e credo proprio che tu abbia ragione.

Quel giorno sono nato io, Angel Dust.

La mia storia non merita di essere raccontata, forse vi annoierebbe.

Voglio raccontare di  Anthony e di quando è ritornato in vita come una fenice risorta dalle ceneri.

Voglio raccontare della sua rinascita silenziosa.

Ora vi chiederete chi sono io.

Forse ne Anthony ne Angel, o forse entrambi.

Forse non lo so nemmeno io.

Vi racconterò di ciò che sono e che sarei voluto essere.

Io e io.

Angel ed Anthony.

Vi racconterò di quando un gatto si innamorò di un ragno intrappolato nei suoi stessi fili.

Vi racconterò di quando Angel e Anthony hanno imparato a vivere.

House of cards //HuskerdustDove le storie prendono vita. Scoprilo ora