♣tre di fiori♣

186 28 155
                                    

«Angel, è tardi, ti riporto a casa»

Casa?

Oh Husky, con quale presunzione pensi di portarmi via da qui?

Pensi di poter semplicemente prendermi per mano e scappare?

No, certo che no.

Però puoi prenderla la mia mano, puoi abbracciarmi, ma non ora.

Non ora che lo sguardo assassino di Valentino si posa su di te.

Sorride.

Val sorride.

Lo sa che il suo sorriso mi uccide.

Lo fa tutte le volte.

E tutte le volte gli piace.

Ogni giorno muoio un po' di più.

«Angel, zuccherino, tu sai chi cazzo è lui?»

Lui sa che io so eppure gli va di giocare con me.

Recita o muori: l'unico modo per sopravvivere al gioco di Val, ma ora le regole erano cambiate.

Recita o sarà Husk a subire tutto.

Mi tiro a sedere, spingo via il mastino che si stava per infilare tra le mie gambe e faccio finta di guardare Husk attentamente come se cercassi veramente di ricordare dove avessi visto un volto simile al suo.

Oh gattone, ti riconoscerei fra milioni di demoni.

Cammino verso di lui, completamente nudo lasciando che il suo sguardo mi percorra da capo a piedi.

Husk, cos'è quell'espressione di sdegno che hai in faccia?
Il mio corpo non è abbastanza per te vero?

«Non ho idea di chi cazzo sia, suppongo un fan, solo un fan»

Dico alla fine.

«Angel ma che cazzo stai dicendo, ti prego piantala...»

Si lamenta Husk

...Di recitare? No, non posso smettere, è l'unico modo che ho per sopravvivere.

Faccio per girarmi ma la mano del gatto mi ferma prendendomi il braccio.

Fermati Husky ma non lo capisci che lo sto facendo per il tuo bene?

Gli faccio lasciare la presa con uno strattone:

«Tesoro non sentirti speciale solo perché sei riuscito a entrare qui, per toccarmi mi devi pagare»

Mi avvicino al suo orecchio: «Le tariffe le conoscerai no?» sussurro abbastanza forte in modo che anche Val lo senta.

"Vattene" gli mimo con la bocca ma non mi ascolta, rimane fermo a fissarmi negli occhi come se si aspettasse qualcosa di diverso, come se non fossi io quello in gabbia.

Ti prego Husk dimmi che hai capito.

«Non è nessuno di importante, continuiamo per favore» dico ancora cercando di sembrare convincente.

Spero con tutto il cuore che Val ci creda ma a quanto pare non posso veramente mentirgli, non davanti a Husk, non quando sono i miei occhi a parlare.

Il demone falena si avvicina terribilmente al gatto e gli poggia una mano sulla spalla «Suppongo però non ti dispiacerà rimanere a guardare, no?»

Le pupille di Husk si restringono in un moto di... paura? Disgusto?

«Oggi mi sento generoso» continua Val

House of cards //HuskerdustDove le storie prendono vita. Scoprilo ora