♠asso di picche♠

300 31 70
                                    

Le riprese si fermano e le luci ritornano al loro normale colore bianco e non più al rosso accecante di poco prima.

Respiro piano fino a che non riprendo sensibilità negli arti.

Mi alzo dal letto sfatto accecato dai riflettori.

Il mastino infernale è ancora lì seduto ma lo ignoro, non gli devo niente.

Guardo la coperta sporca di sangue e mi accorgo con orrore che è il mio.

Cazzo.

Dopo anni che fai un lavoro come il mio impari a ridurre i danni.

So essere il giocattolo perfetto.

Non mi manca più il fiato, e le gambe non mi fanno più male come all' inizio.

Ho imparato a sopportare, a rilassare i muscoli in modo che non mi facciano più male quando entrano dento di me ma a volte il mio corpo semplicemente smette di reggere e finisco per sanguinare per giorni.

Val dall'altre parte della stanza mi osserva assottigliando gli occhi e quando i nostri sguardi si incontrano un brivido mi scende lungo la schiena.

È una sensazione diversa quella che lui mi provoca che nemmeno a distanza di anni saprei descrivere.

Desiderio?
Lussuria?
Affetto?
Dipendenza?

Forse prima lo avrei definito amore e continuo a sperare con tutto me stesso che avessi ragione.

Il legame che ho con Val è un qualcosa di molto più profondo e viscerale dell'amore: è come una corda che incatena e circonda il mio cuore permettendogli a malapena di battere.

Mi ha riempito di promesse e la parte di me che è ancora follemente innamorata di lui spera ancora che le manterrà.

Entro nel mio camerino lasciandomi il caos del set alle spalle.

Le pareti sono colorate di una accesa tonalità di rosa che quasi fa male agli occhi e sono tappezzate di miei poster:

io con il sedere  rivolto alla telecamera, io con le gambe aperti in un bikini troppo aderente che lascia intravedere la mie erezione e altre in cui sono completamente nudo.

Ogni volta che vedo quelle foto ho solo voglia di vomitare.

Ricordo ogni giorno in cui le ho scattate e il solo pensiero che siano attaccate al muro di qualche sadico ricoperte di sborra mi fa solo ribrezzo.

Verso di loro e verso me stesso.

Val arriverà presto e io devo essere perfetto, almeno per lui.

Farlo godere è diventata una sorta di sfida personale: se continuo a piacergli la mia vita continuerà ad avere uno scopo.

A passi lenti entro nel bagno del mio camerino e fisso la mia immagine allo specchio.

Lascio scivolare la vestaglia lungo le spalle rimanendo nudo davanti alla mia immagine riflessa.

Mi chiedo cosa ci sia di attraente;

Cosa c'è di bello nel mio volto stanco e tumefatto?

Cosa c'è di bello nel mio corpo pieno di lividi e tagli e troppo magro?

Cosa c'è di bello tra le mia gambe aperte a forza da non so quanti altri dannati?

Provo a stirare le labbra in un sorriso, quello che di solito riservo alle telecamere, ma ciò che vedo è solo un patetico, piccolo e insulso demone sull'orlo del pianto.

È così che mi vedono tutti?
È così che mi vede Val?
È così che mi vedono all'hotel?

È questo che sono?

House of cards //HuskerdustDove le storie prendono vita. Scoprilo ora