Myia Parker, una brillante ragazza di 17 anni, è costretta a trasferirsi in Spagna insieme ai suoi genitori per motivi di lavoro. Ha due obiettivi nella vita: entrare ad Oxford e diventare criminologa. I suoi sogni sono appesi a un filo trasparente...
Credo che lo scherzetto l'abbia fatto Myia ad Altair👀
🛑TW🛑
Buona lettura amori♥️
Myia
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
A tutti coloro che dicevano che la pazienza è la virtù dei forti, rispondevo che per me è solo un automatismo che ero costretta a gestire, pur di non sfociare altrove i miei problemi, scaricando la rabbia su anime ingenue.
Negli ultimi quattro giorni, era stato particolarmente difficile stare sotto lo stesso tetto con Altair.
E con lui si sa, di pazienza bisognava averne tanta.
Ormai ci avevo fatto l'abitudine, perché sapevo che con lui sarebbe stato sempre così: ogni passo avanti, retrocedevamo di due. Mi domandavo spesso come fosse possibile che due persone come noi, cresciuti quasi insieme, potessimo avere così tante diversità da non riuscire a superare.
Ma una cosa ci accomunava: l'orgoglio. Quello sì che ci univa e inconsapevole ci distruggeva al tempo stesso. Credevamo di essere invincibili verso noi stessi, senza sapere di fare un torto all'avversario.
L'ultimo giorno trascorso a Barcellona, mi sembrava ormai una vita fa.
Durante gli ultimi giorni, ci eravamo ignorati e a malapena riuscivamo a fingere una parvenza di normalità e serenità davanti ai miei genitori.
Altair aveva preso l'abitudine di uscire di nascosto ogni sera, dopo che i miei si intrufolavamo nella loro stanza, nonostante mancassero ancora due settimane alla fine della punizione. Tornava sempre a notte fonda, e ogni volta che vedevo il bagliore dei fari della sua auto illuminare la mia stanza, una sensazione di rassegnazione mi pervadeva.
Lo sentivo sgattaiolare nella sua stanza alle quattro, alle cinque, e l'ultima notte addirittura alle sei, poco prima che i miei genitori si svegliassero. Avevo perso la speranza con lui. Ero stata io a fare l'ultimo passo verso una riconciliazione e mi ero promessa di non rivolgergli più la parola a meno che non fosse stato lui a farlo per primo.
In quel momento, l'unica cosa che contava per me era scoprire il risultato del mio test di inglese.
Ero oramai seduta alla mia scrivania da più di un'ora, con il PC aperto sul tavolo e il portale del corso di inglese aperto, e io non vedevo l'ora di scoprire il mio punteggio. Ero così tesa che il tempo sembrava essersi fermato.
