Capitolo 2

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Myia

Mi ritrovai in un silenzio quasi surreale quando l'auto si fermò davanti alla villa di Mathias. Mia madre, al volante, mi guardò, accennando un sorriso che parlava da solo.

«Chiamami quando vuoi che venga». Disse mentre mi sciolsi la cintura di sicurezza.

«Lo farò, a più tardi mamma». Uscii dall'auto e prima di chiudere la portiera, la ringraziai.

Mi limitai a salutarla con con un gesto di mano e, per non congelarmi ulteriormente, mi incamminai lungo il viale alberato che portava alla casa.

La sua villa si stagliava davanti a me come un edificio maestoso, incorniciato da un giardino curato con dedizione, ricco di fiori colorati, e da una cancellata in ferro battuto che sembrava più un'opera d'arte piuttosto che una semplice misura di sicurezza.

Non era solo l'eleganza del luogo a rendere questo posto magico, ma l'idea di rivedere Mathias mi rendeva ancor di più felice. Il trasloco, che nelle ultime settimane mi aveva riempito le giornate, ci aveva impedito di uscire spesso.
Da quando mi ero trasferita ci eravamo visti solo un paio di volte, a casa mia.

Quando raggiunsi il portone di casa, bussai vigorosamente. La porta pochi istanti dopo si aprì, rivelando il sorriso amichevole del mio migliore amico.

«Finalmente! Entra pure». Si scansò di lato per farmi spazio ed io entrai con un lieve imbarazzo.

La mia timidezza mi stava giocando un brutto scherzo anche questa volta. Era la prima volta che mettevo piede in questo posto, perché da quando si era trasferito in Spagna con la madre, i miei non avevano mai trovato modo di portarmi da lui nemmeno per un weekend.

«Appoggia pure il tuo cappotto nell'attaccapanni».

Chiuse la porta alle mie spalle, e il calore della casa mi avvolse, un contrasto piacevole rispetto all'aria fresca di mattinata.

«Ti ringrazio». Mi spogliai davanti a lui fin quando non mi propose un caffè insieme.

Il profumo del legno e delle candele aromatizzate si mescolava a quello del caffè appena fatto, creando un'atmosfera familiare e rassicurante.

Nilde, la loro governante, apparve quasi subito, con la consueta eleganza e compostezza.

Era una brava donna, sulla sessantina d'anni, che ancor prima di iniziare lavorare per la famiglia di Mathias, si trasferì in Spagna per curare il padre gravemente malato. Passò mesi di inferno, ma ogni sforzo fu inutile. Le cure non funzionarono e poco dopo il suo trasferimento, lui morì. Lei, con grande dolore, decise di rimanere a Madrid per trovarsi un lavoro.

Sapeva che tornarsene in Polonia non sarebbe stata una scelta saggia per il suo futuro.

Proveniva da un povero e piccolo villaggio fuori città.

Si sentiva stretta tra gli abitanti e non c'era posto per una come lei, amante della vita e ricca di voglia di fare.

«Ti andrebbe un caffè? Nilde lo ha appena preparato».

«Lo accetto molto volentieri».

«Arrivo subito, ragazzi!». Cinguettò la governante con voce calma e modulata.

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