6 - Il Laboratorio

33 2 26
                                    

"Porca puttana, Alex!" esclamò Giò, tossendo a causa della puzza di fumo che invadeva l'abitacolo della macchina proveniente dalla ragazza appena interpellata.

"Eddai, Giò, finiscila di piagnucolare, ne ho fumata solo una." sbottò Alex.

Ij, sui sedili posteriori, si portò pollice e indice al setto nasale, manifestando il proprio disappunto. I due cominciarono a bisticciare per l'ennesima volta e lei era costretta ad assistere ancora a quel ridicolo teatrino. Erano partiti da due ore e già non ne poteva più.

"Ti ho già detto che sono allergico!" esplose il ragazzo e a quel punto Ij decise che era meglio infilarsi gli auricolari presi in prestito da Alex nelle orecchie per spararsi come minimo dodici playlist di buona musica da Spotify. Aveva un gran mal di testa.

Dopo il secondo inconveniente con l'uomo di latta, i tre si erano fermati una settimana nell'albergo da cui erano appena partiti, ricevendo dopo i primi tre giorni la visita di un vecchio amico francese del ragazzo, che aveva fatto, con i pochi strumenti racimolati dall'appartamento di Giò il giorno della fuga (e che avevano avuto quindi a disposizione), le ultime analisi alla ragazza oltremondana. La cosa sorprendente era stata che né lui né Giò, tramite i campioni di dna presi da Ij, avevano saputo collocare la ragazza in un punto preciso nella rete multiversale, come se non fosse mai esistita.

A quella notizia, Iris Jane era entrata in una delle peggiori crisi che avesse mai avuto. Anche se l'unica cosa positiva era stata che l'unico risultato riscontrato in lei era che le sue visioni non fossero dipese dal cedimento cerebrale conseguente al troppo tempo passato in quella dimensione e che la ragazza fosse perfettamente sana.

"Checculo..." aveva commentato sarcastica alla notizia e nei giorni successivi gli altri tre ragazzi, medico compreso, avevano avuto la decenza di lasciarla sola a metabolizzare quanto le era stato detto. E lo aveva metabolizzato. Tanto che aveva iniziato a pensare che la situazione non sarebbe potuta peggiorare ulteriormente rispetto a quegli ultimi eventi.

E così si erano ritrovati, dopo aver riaccompagnato l'amico di Giò in aeroporto, in quella Ford Fiesta mezza ammaccata dei primi anni duemila che a malapena raggiungeva i cento all'ora. Se qualcuno li avesse inseguiti, pensava Ij, quel mezzo vecchio e roboante non avrebbe lasciato ai tre poveri malcapitati la speranza di uscirne illesi.

L'idea di rubare quell'aggeggio mezzo scassato era stata di Alex. Non c'era da sorprendersi.

In quel momento la rossa stava intimando a Giò di calmarsi, urlando come un'arpia. Mentre Ij si toglieva gli auricolari dalle orecchie, sentì urlare da lei: "... in caso contrario ti butto fuori dalla macchina e ti abbandono in tangenziale. Non me ne frega un cazzo se sei un fisico, io ti lascio a marcire qui e ora!"

Alex, come al solito, era alla guida e conseguentemente al fatto che fosse incazzata, guidava malissimo. Ij stava per vomitare e fu forse la sua segnalazione a interrompere la discussione animata tra i due. "Alex, porca puttana, se continui a sbandare giuro che a breve il tuo primo problema sarà di pulire questo catorcio dal mio ultimo pranzo!" disse la ragazza, il cui viso aveva ormai assunto praticamente una sfumatura verdastra.

"Pardon." fu la semplice risposta di Alex mentre nell'auto calava il silenzio. Corresse in nemmeno un millesimo di secondo la propria guida e Iris Jane si sentì decisamente meglio.

Arrivarono presso una stazione di servizio un'ora e tre quarti dopo la sclerata di Ij, dove comprarono una piccola scorta di cibo da tenere per il tempo restante. A detta di Giò, mancavano ancora tre ore e mezza circa all'arrivo.

La loro meta, proposta dal ragazzo i giorni precedenti e approvata dalle due, si situava esattamente nel capoluogo di provincia della famosissima regione del Vesuvio. Si trattava di un laboratorio utilizzato per gran parte della struttura dalla PhyLabs nell'ambito dell'ingegneria genetica. Iris Jane si domandava del perché una cosa tanto importante dovesse trovarsi in un posto così tanto lontano. E per di più ci avrebbero messo più del dovuto con quella vecchia macchina: le tre ore e mezza si sarebbero potute trasformare ben presto in altre quattro o cinque da passare con quei due squilibrati.

Il Mondo Invisibile - Libro 1 [In corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora