9 - Elijah

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Elijah aprì gli occhi quella sera stessa.

Guardandosi intorno, non riconobbe l'ambiente circostante. Con gli occhi grigi scrutava le foto appese alle pareti, i vestiti riversi ovunque nella stanza, l'armadio bianco adagiato a un lato della camera completamente spalancato e la miriade di peluche che lo fissavano da una mensola posta sopra una scrivania di legno.

Nelle foto riconobbe il viso di una ragazza con grandi occhi verdi, che fece il proprio ingresso dalla porta mentre lui osservava il luogo intorno a sé. Sobbalzò.

"Sei sveglio." disse solo. I capelli di media lunghezza leggermente ondulati le circondavano il volto olivastro da un'aria molto provata mentre le occhiaie violacee sotto gli occhi smeraldo sfociavano in una lieve sfumatura nerastra che non faceva presagire a un buon stato di salute. Iris Jane Done reggeva con le dita fini e affusolate, coperte di calli, un vassoio con sopra una ciotola riempita di una brodaglia che emanava un buon odore.

"Cos'è quello?" chiese Elijah, indicando la stoviglia con lo sguardo.

"Zuppa di pollo." rispose, secca. "Hai bisogno di riprendere le forze."

Posò il portavivande sopra l'unico comodino presente, accanto al letto. Lo sguardo della ragazza era rivolto ai cucchiai che stava sistemando accanto alla zuppiera. "Mangia." ordinò solo, girando i tacchi e facendo per uscire da dove era entrata. "Aspetta." la fermò il ragazzo, biascicando. Aveva la bocca ancora completamente impastata.

"Come facevi a sapere il mio nome?" chiese quindi. Iris Jane lo fissò attentamente, soppesando la domanda. Probabilmente stava cercando di scegliere accuratamente quali parole utilizzare per rispondergli, pensò Elijah. "Non lo sapevo." disse lei, alzando un sopracciglio. La risposta non lo soddisfò. Non riusciva a capacitarsi di quello che era successo in quella tarda mattinata, poiché negli ultimi anni aveva come vissuto in una bolla situata in un angolo della sua mente, senza poter uscire né controllare il proprio corpo che sembrava invece comandato da altri. Questo fino a quando non aveva potuto vedere quei due occhi talmente verdi con i propri, consapevole di essere tornato finalmente a vivere nel mondo esterno.

"Cosa mi hai fatto?" domandò allora.

"Non capiresti." Ancora risposte vaghe, che Elijah stavolta si vide costretto ad accettare perché Iris Jane uscì definitivamente dalla stanza, lasciandolo solo con i propri pensieri.

" Ancora risposte vaghe, che Elijah stavolta si vide costretto ad accettare perché Iris Jane uscì definitivamente dalla stanza, lasciandolo solo con i propri pensieri

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La ragazza con gli occhi verdi si appoggiò allo stipite della porta della cucina, completamente priva di forze.

Lacrime calde le scesero sulle guance, infrangendosi contro il pavimento. Per un solo attimo si lasciò andare anche ai singhiozzi. Era tutto troppo da sopportare e, pur essendo consapevole di doversi sempre distaccare dalle emozioni altrui per poter sopravvivere, ciò che aveva visto nella mente di Elijah era quanto di più impattante avesse mai potuto percepire e la sofferenza del ragazzo era pian piano diventata anche la sua.

Il Mondo Invisibile - Libro 1 [In corso]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora