12 - Il Punto della Situazione

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Iris Jane Done, Elijah ed Alice Violet Done arrivarono nei pressi del fascio di luce sospeso nell'aere esattamente una settimana dopo la partenza dalla città nei pressi della tomba del loro amico.

Alice fece come prima cosa portarsi una mano al volto per schermare gli occhi chiari da quella fonte di illuminazione accecante. Le sue iridi acquamarina, essendo abituate alla penombra perenne del cielo innaturale sopra le loro teste, mal tolleravano il raggio abbagliante. Ij ed Elijah invece sembravano non riscontrare alcun problema che li riguardasse. Alice quindi li osservò: aveva notato con leggera soddisfazione che ora il cyborg rivolgeva parola persino a lei.

Sorrise agli unici due esseri umani che le erano rimasti.

"Andiamo." fu l'ordine perentorio della sorella. Fu un attimo. I tre ragazzi vennero risucchiati da quella sorta di portale ed Alice non fece in tempo a sbattere le palpebre che l'ambiente in cui si ritrovò l'attimo dopo era completamente diverso da quello che era abituata a conoscere, come se si fosse trovata in un sogno. "C-cosa..." riuscì a balbettare, prima che Iris Jane la prendesse per mano, rassicurandola. "A dopo le spiegazioni." disse solo.

Ancora barcollante seguì la sorella ed Elijah verso un punto imprecisato. Sembrava un casottino?

Era poco più alto rispetto a loro, completamente trasparente. Una sbarra posta in orizzontale come unico mobilio all'interno e quello che sembrava un palo dalla sconosciuta funzione posto lì accanto. Fu proprio adiacente all'asta che Ij si diresse.

Il suo sguardo vagò su delle scritte che Alice non riusciva a decifrare poste sopra una placca metallica. Che cosa stesse facendo, lo sapevano solo lei ed Elijah mentre la testa della ragazza bionda già si affollava di domande.

L'attimo dopo un enorme mezzo di trasporto a quattro ruote sopraggiunse laddove si trovavano i tre ragazzi. Alice lo fissò a bocca aperta nel momento in cui sentiva la sorella dire: "Giusto in tempo." Si sentì poi tirare verso quella che era l'entrata della enorme scatola rumorosa e puzzolente, finendo a sedere su una delle seggiole ancorate al pavimento di quella... cosa. Che stavano tramando quei due?

"Mi potete spiegare cosa accidenti sta succedendo?" sbottò quindi.

"Alice," pronunciò la sorella. "capisco benissimo la tua confusione, ma non è il momento. Dobbiamo arrivare prima in un luogo sicuro, senza che loro ci trovino," Al che Alice annuì. "se siamo abbastanza veloci forse possiamo riuscire a evitarli." Si riferiva alla gente di quella strana sigla, la PhyLabs, che nonostante si mascherasse da azienda di ricerca scientifica, aveva dei metodi che potevano ricordare molto un'associazione criminale o di spionaggio.

Arrivarono davanti un palazzo a più piani, nel centro di una zona alberata.

"Dove siamo?" chiese Alice. Elijah già conosceva la risposta. "A casa mia." disse Ij, aprendo il portone che dava nel piccolo ingresso. "Accomodatevi e scusate il disordine, c'è stata da poco un'intrusione." Il ragazzo incassò la frecciatina che era stata fatta a lui. Alice vide dei libri caduti da un'enorme mensola a più piani, un tavolino di vetro posto a faccia in in giù e il tappeto che sembrava essere stato tirato in più punti, non appena fece il proprio ingresso dalla porta.

Nel complesso però era tutto... così grazioso.

Non immaginava che quella tosta e senz'anima della sorella avesse potuto avere un gusto così vintage e semplice. Si era aspettata dei teschi di zombie appesi al soffitto o, ancora, muri completamente verniciati di nero. Ma la tonalità panna delle pareti che si ben accostava al legno chiaro del mobilio era decisamente l'ultima delle cose che avrebbe potuto immaginarsi. Non male, pensava, aveva appena scoperto un nuovo lato della propria ultima parente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 12 ⏰

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