Nell'ultimo anno Jason doveva aver sognato quel ballo almeno un centinaio di volte. Eppure ogni volta ricordava un particolare in più, un sussurro che la volta precedente non era sicuro di aver sentito, un dettaglio di quel salone che ogni notte div...
Jason e Sifrid iniziarono poco dopo il rito funerario di Sifrid e Moh, il loro viaggio verso gli Oracoli. I due ribelli nonostante le circostanze che li avevano fatti conoscere, Jason era grato di averli incontrati. Gli fecero capire il vero amore che forma può avere e cosa si è disposti a fare per questo.
Lui e Silas facendo crescere il loro rapporto sarebbero riusciti ad arrivare ad un rapporto come quello che avevano loro?
Il percorso verso gli Oracoli decisero di percorrerlo da soli, Silas lo aveva percorso innumerevoli volte tra cui una volta in compagnia di sua madre. Si sentiva abbastanza tranquillo da rimandare i tre guerrieri al castello e farli riprendere dalle troppe emozioni provate negli ultimi giorni.
Passarono quindici giorni, e quella notte sarebbe finito il sedicesimo, di viaggio. Durante il lungo tragitto in compagnia solo l'uno dell'altro e circondati da natura riuscirono a consolidare un po' il loro rapporto. Si scambiavano spesso effusioni di varia intensità ma ormai avevano bisogno del contatto reciproco e non riuscivano a farne a meno.
Quella sera si sarebbero accampati sul confine del territorio degli Oracoli. Ormai erano quasi arrivati, da tutto il viaggio però Jason notava una presenza strana. Appena sveglio c'era sempre una farfalla arancione che gli volava davanti al naso. Che fosse una qualche profezia che ancora non riusciva ad interpretare?
Silas ogni mattina per quei quindici giorni dedicò qualche ora all'addestramento di Jason. Sifrid aveva ragione, era importante che lui sapesse difendersi e ormai era quasi diventato bravino. Quando iniziavano ad accamparsi, Jason contribuiva sempre di più e quella sera aiutò anche a procacciare la cena.
Dopo aver consumato il cibo, un paio di conigli e qualche erba commestibile, Silas e Jason avevano preso l'abitudine di stendersi vicino al fuoco ed osservare le stelle mentre chiacchieravano.
Erano entrambi sicuri di riuscire ad essere più sinceri in quel modo.
Quella sera parlarono dei loro sentimenti, provavano davvero le stesse emozioni? Era possibile? Di certo entrambi non potevano far a meno di voler baciare le labbra dell'altro e pian piano esplorare tutto il corpo.
"Vorrei durasse di più questa nottata... E' possibile Silas?" Per re Silas, si. Soprattutto se fosse stata una richiesta del suo Sognatore. Quindi fermò momentaneamente le stelle. Quella sera, per la prima volta fecero l'amore sotto la luna. Lentamente e con molto romanticismo. Sfogarono la tensione degli ultimi giorni e la paura di perdersi che iniziò ad aleggiare nei loro cuori dalla morte di Sifrid.
In seguito si abbracciarono ancora madidi di sudore e restarono a soffiare piccole chiacchiere nel silenzio della notte.
"Sai, nel mio mondo ci avrebbero accusato di aver peccato per... molti motivi." Ridacchiò quasi Jason, il mondo degli umani funzionava davvero in modo strano.
"Peccato...? Credi sia stato un errore?"
"Come? No assolutamente... Forse ha un significato diverso la parola da voi?"
"Qui il 'peccato' è un errore che il volere vuole e la ragione consente. O almeno così viene definito. Uno sbaglio consapevole ecco..."
"Oh... No, non provo decisamente nulla di questo!"
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