"Se non potrò piegare gli dei del cielo scatenerò quelli dell'Inferno."
- Virgilio
Eneide.
Tre anni dopo.
«Iv, piccola, in questo momento sono un tantino occupato..» risposi al telefono reggendolo con una mano coperta da un guanto di pelle che mi permetteva di non lasciare impronte sul coltello e sul corpo che mi stava davanti. Il poveretto tremava come una foglia al vento, e onestamente penso pure che si sia appena pisciato addosso vista la macchia scura sui pantaloni.
Che fighetta, si atteggiano a uomini grandi e grossi e poi davanti alla prima piccola torturella, chiamano la mamma come un poppante nella culla.
«Perché la cosa non mi sorprende? Fammi indovinare, nemmeno questa volta ci sarai alle prove.» mi rispose con un tono rassegnato, non potevo di certo darle torto. Ultimamente mi facevo vedere poco, in realtà anche lei era piuttosto impegnata. Negli ultimi tre anni Iv aveva intrapreso finalmente la carriera come cantante, stava ingranando grazie alle partecipazioni nei locali e ai video postati sulle piattaforme come: tiktok e instagram, ma anche su youtube andava forte per una che aveva iniziato col niente.
La musica nel nostro paese è di vitale importanza, tutti tentano di sfondare facendo carriera come cantanti o musicisti. Giri per la Colombia e te la ritrovi ovunque: passa attraverso le finestre dei locali, la senti nei vicoli malandati, per le vie di notte illuminiate dai colori accesi delle gonne che indossano le ballerine di strada. C'è nelle radioline dei vecchi che giocano a carte nella piazza. La Colombia è musica che vive e vibra come un cuore pulsante sotto i nostri piedi.
Per chi viene dalla Comuna come me, è più complicato se non hai i giusti agganci, ma se vieni da Las Palmas e ti pulisci le orecchie con le banconote, allora è un altro paio di maniche.
«No piccola, ci sarò. Tra mezz'ora sono lì, aspettami.» le dissi colmando ogni suo dubbio, il sospiro che mi rivolse era un mix di: ci credo ben poco e se non vieni te la faccio pagare cara sta volta. E chiamatemi pure debole, uno che ragiona col cazzo piuttosto che con la testa, ma se ci avevo visto lungo quel sospiro prometteva una settimana di astinenza come punizione, e francamente dopo oggi avevo proprio bisogno di affondare in lei e dimenticare le ultime quattro ore.
«Va bene, voglio crederti. Ti aspetto, babe.» ci salutammo e chiusi la chiamata, misi il cellulare nella tasca di dietro dei jeans e rivolsi di nuovo l'attenzione all'uomo seduto e legato ad una sedia sgangherata davanti a me.
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CARNE Y HUESO
Lãng mạn𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐲 𝐇𝐮𝐞𝐬𝐨 è un racconto appassionato e profondo che esplora i temi della vulnerabilità, del desiderio e del cambiamento. I protagonisti lottano con i propri demoni interiori, coinvolti in un turbino di emozioni e relazioni complesse...