[Urban Fantasy/Epic/Paranormal Romance/Distopia]
Eugene è un ragazzo solare e sensibile, uno studente universitario all'ultimo anno, a metà strada fra giovinezza ed età adulta, che cerca di capire chi vuol essere davvero, in un mondo che ha perso da...
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Le gambe mi cedono e crollo a terra.
Incantato. Immobile. Esterrefatto.
E non so cosa mi lasci più scioccato: se il fatto di non provare paura, o di avvertire un senso di calma diffusa, dentro e intorno a me. Ma è come se non fossi io a provarla, o meglio, come se mi venisse imposta, come se non avessi il vero controllo delle mie emozioni.
Sarei legittimato a provare terrore in un momento come questo: c'è una voragine nel mio giardino e una donna-pianta è spuntata fuori da un seme gigante precipitato dal cielo. Da quel che so, potrebbe trattarsi di una minaccia, un essere che vuole invadere il nostro pianeta per debellarci. Potrebbe mentire, asserendo di voler aiutare, attirarmi a lei con l'inganno per poi divorarmi e acquisire così ulteriore energia, proprio come ha fatto poco fa dall'ambiente circostante.
E allora perché mi sento al sicuro?
La creatura prodigiosa che mi ritrovo davanti e che si è presentata con il nome di Anthea ha le sembianze di quella che può definirsi un'aliena per via di caratteristiche soprannaturali, eppure reca con sé molta più umanità di quanta ne riesca a vedere nella mia stessa specie da molti anni a questa parte.
E mi ritrovo a formulare un pensiero, questa volta sì, farina del mio sacco: se volesse davvero farmi fuori, lo avrebbe già fatto, ne avrebbe avuto modo fin da subito, facendomi esplodere quando è caduta dal cielo, o prosciugandomi e facendomi diventare una mummia rinsecchita per acquisire energia dal mio organismo.
Questa creatura invece mi sta trasmettendo solo calma ed emana bellezza, profumo, tepore e vita.
Con il suo sguardo magnetico e cangiante studia il mio viso, la mia figura, inclina il capo, esprimendo curiosità genuina e nel mentre i suoi capelli continuano a fiorire come se avessero una vita propria.
La serenità e il sollievo che già sto provando, si amplificano ancora di più quando riprende a parlare.
«Non avere paura di me, umano. Non ti farò del male» anche la sua voce esprime dolcezza ed è carezzevole tanto quanto la sua mano candida, che sfiora il mio petto all'altezza del cuore.
«Va meglio, ora?» Chiede con premura.
Confuso, non capisco cosa voglia dire con questa domanda, ma deve aver a che fare con questa calma floreale che avverto e che aumenta attraverso il suo tocco: «C-Cosa mi hai fatto?» Chiedo altalenando lo sguardo sgranato fra la sua mano e il suo viso.
Anthea mi sorride lieve: «È necessario che tu ritrovi serenità e come ti ho già detto, ti ho aiutato.»
«C-Come?» Balbetto e lo devo confessare, sono in soggezione.
«Attraverso la diffusione di feromoni ad alta concentrazione con la funzione di inviare un messaggio di pace e tranquillità agli esseri senzienti che incontro.»
