2. Ehi!

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I polmoni bruciavano. I piedi erano doloranti e le guance rigate dalle lacrime erano diventate appiccicose. Non avevo corso in una direzione specifica. Avevo semplicemente ascoltato i miei piedi battere sull'asfalto mentre la vista era offuscata dalle lacrime. Ero scappata via dalla visione della vita che ho sempre voluto. Un padre affettuoso che mi sorreggesse per evitare che mi facessi del male. Invece il mio mi aveva lasciata cadere.

La testa cominciava a far male e le lacrime minacciavano di bagnarmi il viso nuovamente. Mi appoggiai ad una piccola ringhiera tentando di calmare il respiro. E quando finalmente riuscii a tornare leggermente lucida,mi resi conto che ero appoggiata al piccolo cancello che separava la spiaggia dalla strada.

Oltrepassai il cancello e mi levai le scarpe,venendo subito a contatto con il tipico tepore che assume la sabbia verso sera. Era rilassante. Poi aggiungendo il suono e il profumo del mare ne veniva fuori un perfetto elisir per calmare i nervi. La leggera brezza mi rinfrescava e mi spostava i capelli davanti agli occhi. Cosi fui costretta a legarli in una coda disordinata.

Sarà che forse non ero completamente lucida,ma solo dopo qualche minuto notai un gruppo di ragazzi più in là,che stava giocando a beach volley. Le loro risate erano cosi fragorose che mi chiesi come feci a non notarli prima.

Ma quello che mi incuriosì di più fu il ragazzo seduto in disparte che li osservava. Faceva parte sicuramente del gruppo,perchè era attorniato da quelle che presumevo le loro borse. Ma era come se non appartenesse a nessuno. Sembrava completamente indifferente al mondo. Si girò nella mia direzione ed incontrò il mio sguardo. Potevo dire che era incuriosito e perplesso.

Mi accorsi che lo stavo fissando con troppa intensità. E penso che se ne rese conto anche lui. Mi girai velocemente e come se niente fosse cominciai a camminare lungo la riva.

Finchè sentii gridare:"Ehi!"

Mi voltai nella precedente direzione e vidi la signora Jen correre verso di me con l'affanno.
"Piccolina,che ti è preso?" disse tra i respiri affaticati mentre mi stritolava in un abbraccio. "Mi dispiace,non so cosa mi sia preso esattamente." E mi dispiaceva davvero. Volevo bene a Jen,e so che si preoccupava per me. Si era sempre preoccupata di me.
"Basta che non scappi più. Mi hai fatto prendere un colpo!" e pronunciò le parole mentre le sue labbra si allargavano in un familiare sorriso che fece sorridere anche me.

"Che ne dici di venire a prendere un po' di tè fresco da me? Dopo questa tua corsa penso che ti ci vuole." Sorrisi all'idea. "Sarebbe perfetto!"

Mi prese a braccetto ridendo e cominciammo a risalire la spiaggia avvicinandoci nuovamente al piccolo cancello. Notai che il ragazzo che stavo osservando prima si alzò e camminò nella mia direzione. Finchè non mi fu davanti. O meglio,finchè non fu davanti a Jen.

"Salve signora Ross,come sta oggi?"

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