"Buongiorno" dissi mentre mi sedevo al tavolo del solito caffè con Jen.
"Buongiorno ragazzina,dormito bene?"
"Si,alla grande grazie."C'era una domanda che volevo farle,ma che non riuscivo a formulare in modo che non sembrassi troppo interessata. Ma sentivo il bisogno di sapere, così mentre facevo finta di sfogliare il menù dissi:"Come conosci Dylan?"
Lei mi lanciò uno sguardo fin troppo complice. "Sua nonna era una mia grande amica. Perché?"
"Me lo stavo semplicemente chiedendo" continuai a sfogliare il menù che dopo qualche istante mi fu tirato di mano."C'é qualcosa che devo sapere?" Mi chiese guardandomi negli occhi cercando di leggermi dentro e trovare una risposta da sola.
"Ieri l'ho incontrato. E,non lo so,lo trovo semplicemente interessante." Alzai le spalle sminuendo la cosa."Si,ti posso assicurare che lo è. Ma sappi che è tanto interessante quanto fragile" mi avvertì Jen. Ora volevo assolutamente scoprire di più su di lui. Ne sentivo il bisogno.
"Sono una pazza." Abbandonai le parole mentre pensavo ad alta voce. Ma la signora Jen non mi prese sul serio e rise di me,e della mia pazzia.
"Si,tesoro,lo sei sempre stata." Mi sorrise come per rassicurarmi. Chiamò il cameriere e ordinò cappuccino e croissant per due.
"Dylan è un bravo ragazzo. E tu hai bisogno di più amici della tua età,ragazzina."
"Io ci provo,ma non è facile." E non lo era davvero. Avevo una sola amica,Stesy, che era partita per l'intera estate per l'Italia,lasciandomi sola qui.Dopo qualche minuto che passammo a mangiare la nostra colazione,Jen mi chiese di andare in spiaggia e raccoglierle conchiglie e sabbia per una nuova decorazione a cui stava lavorando.
"Come scusa?" Risi per la sua richiesta.
"Vai in spiaggia,metti la sabbia nel barattolo,raccogli delle conchiglie e me le porti" spiegò quello che avevo già capito.
"Oh okay,d'accordo."
Salutai la signora Jen e mi avviai per la spiaggia.Le conchiglie erano davvero difficili da trovare. Ne avevo trovata solo una,che purtroppo era rotta all'estremità. Quello che non era difficile da trovare era,a quanto pareva,Dylan.
Stava seduto sulla sabbia a fissare il mare. Come se avesse perso qualcosa di importante fra le onde azzurre e volesse ritrovarlo.Continuai a fissarlo,quando lui si voltò ed incontrò il mio sguardo,per la seconda volta nelle nostre vite.
Mi sorrise e poi socchiuse gli occhi recitando un'espressione di investigazione,alzando anche un sopracciglio. Mi coprii la bocca per non scoppiare a ridere e poi gli ricambiai lo stesso sguardo. Lui si finse offeso portando la mano sul cuore e aprendo la bocca,e molto teatralmente,fece finta di asciugarsi una lacrima. A quel punto non mi trattenni e scoppiai a ridere,facendo ridere anche lui.
Si alzò e si avvicinò a me.
"Buongiorno Selene." Io stavo ancora ridendo così gli risposi con un ampio sorriso.
"Buongiorno Dylan,come stai?" Mi guardava così intensamente che avevo paura di non riuscire a reggere lo sguardo."Bene. Sono venuto a respirare l'aria di mare" continuò a parlare mentre un accenno di un sorriso nasceva sul suo volto.
"Io sono qui per raccogliere delle conchiglie,ma ne ho trovata solo una,ed è pure rotta." Risi rassegnata della mia stessa ammirabile fortuna."Ti posso aiutare io" e gli si illuminarono gli occhi.
"Come?" "Beh,ho un piccolo posto segreto che è praticamente pieno di conchiglie. Se vuoi ti ci accompagno" si fermò e rise. "A patto che non cominci ad urlarmi contro Miss. Me la cavo da sola"Mi aspettavo che lo dicesse.
"Già,mi dispiace per averti praticamente inveito contro. Ma,diciamo,che a me piace tornare a casa da sola." Speravo che questa teoria sorreggesse e non facesse domande.Scuoté la testa e disse:"Sei davvero strana."
"Si forse un po'." Per mia fortuna l'argomento cadde lì e non venne più ripescato."Ti piace tanto stare da solo?" Chiesi mentre camminavano lungo la spiaggia,per arrivare nel suo posto segreto.
"Ogni tanto ne ho bisogno. Tutti sentono l'istinto di staccare la spina dal mondo,e io semplicemente seguo questo istinto quando lo sento" fece spallucce. "A te piace stare da sola?""No,per niente. Ma a volte uno è obbligato alle mancanze quindi per me è diventato quasi naturale stare da sola per la maggior parte del tempo." Era fin troppo vero.
"A quale mancanza sei stata obbligata?" Chiese sussurrandomi. Un'onda si infranse su uno scoglio provocando un forte rumore,ma a parte il suono del mare c'era il silenzio. Avrei voluto piangere e urlare tutto quello che avevo passato,di dare a voce ai miei incubi. Ma lo guardai negli occhi e rinunciai definitivamente. Non avevo il coraggio.
"Dicevo così,in generale" distolsi lo sguardo dal suo e mi guardai i piedi.
Vidi con la coda dell'occhio un piccolo cenno con la testa. Mi voltai e lo vidi come tormentato."Ehi,tutto bene?" Mi fermai sui miei passi e lui si fermò di rimando. Mi prese per le spalle avvicinandomi in un abbraccio. Era davvero agitato. Rifeci la domanda mentre gli accarezzavo la schiena. Lui continuò a non rispondere e mi strinse più forte.
Lasciò l'abbraccio e mentre riprese il passo disse:"Si,sto bene,tranquilla."
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Escape
Teen FictionQuella sensazione di vuoto che nessuno riesce a colmare. Quella sensazione di voler vivere ma non sapere come fare. Quella sensazione di vita,di confusione,che mi tormenta ogni giorno. Come si pone rimedio a tutto questo? Combattendo o scappando? La...