6. Fragility

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"Si sto bene,tranquilla."
Non stava affatto bene ed era evidente. Setacciai tra le parole e le frasi che ci eravamo scambiati per provare a capire cosa lo avesse scosso.
Nel frattempo lui continuava a camminare,così per non perderlo di vista lo rincorsi.

Arrivai al suo fianco,ma non mi guardò nemmeno.
"Sei stato forse costretto ad una mancanza?" Cercai di capirci qualcosa. Volevo aiutarlo. Volevo che quella malinconia dai suoi occhi sparisse.

"In un certo senso." Disse con tono gelido. Continuava a guardare avanti a sé.

Mi ricordai improvvisamente delle parole della signora Jen:«È tanto interessante quanto fragile.»
Ricordando ciò,decisi di smettere di fare domande anche se volevo provare a curare la sua ignota ferita.

"Quanti anni hai?" Chiesi cercando di sviare la conversazione su un argomento più facile.
"Diciassette. Tu?" "Sedici" risposi velocemente.

"Ti piace leggere?" Continuai con delle semplici domande che,comunque,mi avrebbero permesso di conoscerlo meglio.

"Meno di quanto a te piace fare domande" rise,e per la prima volta in dieci minuti mi guardò negli occhi. "Il mio genere preferito é il fantasy,ma non leggo molto. Mi piace più guardare la televisione o uscire,insomma."

"Anche a me piace il fantasy. Ma mi piacciono anche i romanzi d'amore con un bel lieto fine." Lui mi guardò un po' confuso.
"Non penso che esistano romanzi d'amore senza un lieto fine..."

"In alcuni libri capita che uno dei due muoia. E anche se l'immagine che si viene a creare è poetica,è comunque triste e non conta come un lieto fine,per me." Cercai di spiegarmi al meglio.

"Quindi per te la vita non ha un lieto fine." Mi guardò corrugando la fronte.
"Non ho detto questo."
"Hai detto che quando uno dei personaggi muore non c'è lieto fine. Giusto?"
"Si,giusto." Mi chiedevo dove volesse andare a parare.

"La nostra vita finirà inevitabilmente con la morte. Quindi per te la fine del libro più importante,cioè la nostra stessa esistenza,non potrà mai avere un lieto fine,perché finirà con la tua morte e la morte di chi ami." Spiegò gesticolando con le mani.

Non sapevo che rispondere.
"Quello che conta la maggior parte delle volte non è la fine. Ma quello che fai prima di essa." Continuò lui cercandomi di convincere.

"E quindi per te cos'è il lieto fine?" Chiesi io attenta alla sua risposta.
"È un momento di pura ed estrema felicità in cui sembra che tutto stia per finire. In cui senti una strana ma piacevole sensazione invaderti tutto il corpo e tutta l'anima. E tu non vuoi altro che provare quella sensazione ogni giorno,ogni ora,ogni minuto e ogni secondo della tua vita. Fino alla vera fine."

Rimasi nuovamente senza parole. Quel ragazzo era un vortice di poesia,intelligenza e fragilità. E girava così in fretta che non si riusciva a cogliere a fondo ognuna di queste caratteristiche. Ma si assicurava di travolgerti con sé.

"Eccoci qui." Disse sorridendo. Indirizzai il mio sguardo avanti a me e notai come una piccola grotta all'interno di un enorme scogliera.
"Vieni,entriamo" mi prese il polso mi accompagnò lentamente a quella che doveva essere l'entrata.

Mi aspettavo uno spazio stretto e piccolo e invece dentro era enorme e spazioso. Rimasi esterrefatta.
La luce del mare che bagnava parte della grotta illuminava le sue pareti,e la sabbia,che ne ricopriva l'altra metà,era fresca e bagnata. Era come una piccola spiaggia al coperto.

Mi resi conto dopo poco che sulla sabbia vi erano sparse conchiglie di ogni forma e dimensione. Mi abbassai per prenderne una: era grande quanto un'unghia ed era completamente bianca. Bianca come la neve.

"Se ti piace ti ci posso fare una collana" disse Dylan che nel frattempo stava osservando e studiando i miei movimenti. Mi ero completamente dimenticata di non essere sola. Quel posto mi aveva rubato l'anima.

"Davvero?" Sorrisi alla sua proposta. Lui annuì in risposta. Così presi la conchiglia bianca e la misi nella borsa.

Dopo poco sia io che Dylan stavamo raccogliendo delle conchiglie per la signora Jen. Ne avevamo prese abbastanza da riempire metà busta.

Stanchi e vogliosi di goderci la pace di quel posto ci sedemmo sulla sabbia con le spalle contro la parete rocciosa della grotta.

"Ho scoperto che le persone che amavo di più,non sono quello che credevo." Disse Dylan a bassa voce guardando l'acqua che faceva avanti e indietro sulla sabbia.

"Mi hanno mentito per tutta la mia vita,facendo diventare quest'ultima un'enorme maledetta bugia." Continuò il suo sfogo con più rabbia.

"Loro,i miei genitori,mi stanno costringendo a vivere in una mancanza. Una mancanza che hanno cercato di tenere nascosta da 17 anni." Mi guardò come se volesse darmi una risposta al precedente argomento.

"Forse volevano solo proteggerti." Gli dissi con molta cautela.
Lui mi guardò in modo più vigoroso.
"Tenendomi nascosta la mia adozione per 17 anni hanno fatto solo in modo che io ci stia più male."


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