0-Recap

64 13 84
                                    

NYX🌴

Come sono arrivata fino a questo punto?

Beh, bella domanda.
______________________________________
Fin dal principio sono sempre stata una ragazza silenziosa ma osservatrice.

Si, perché mentre tutti gli adolescenti della mia età se la spassavano sulle spiagge della California, perdevano la verginità e si ubriacavano nei locali io rimanevo ferma ad osservare tutte le mosse che compievano.

Era divertente, esilarante, vedere come fossero tutti concentrati sulla popolarità, o altre cazzate. Al liceo sono sempre stata "la silenziosa", "la stramba", "l'ingenua", "la ragazza fredda".

Però, detto molto sinceramente, non me ne fregava di meno.

Appena sono nata ho guardato mia madre e i dottori con occhi confusi e poi mi sono rimessa a dormire.

Questo può far capire molte cose su di me.

Mia mamma è scoppiata a ridere, mentre mio padre era occupato in una telefonata di lavoro quando io nacqui.

Poi ho aperto un occhietto color nocciola e ho studiato attentamente tutti i dottori e mia madre che mi teneva stretta con le lacrime agli occhi.

Allora, proprio in quel momento, mia madre decise di chiamarmi Nyx.

Perché chiamare la propria figlia con questo nome di merda, vi chiederete.

Perché Nyx rappresentava la dea della notte. E no, non decise di chiamarmi così perché mi rimisi a dormire appena nacqui, ma perché osservai tutto e tutti silenziosamente, senza piangere o emettere un minimo suono. I dottori avevano quasi paura non respirassi da quanto ero ferma e silenziosa. E allora capì che ero un'osservatrice nella notte.

Detto in parole più capibili osservavo le persone al buio, nascosta.

Più crescevo, più questa mia capacità mi divertiva. Il liceo per me non era un inferno, era solo un ammasso di adolescenti pieni di ormoni.

In tutta la vita ho trovato solo una vera amica, anche perché non risultavo molto simpatica o comunque gli altri due amici che possedevo erano veri come i soldi del Monopoly.

Ma cosa ci devo fare, il sarcasmo è la mia unica arma.

La mia famiglia, invece, non è mai stata da cornice. Mamma era gioiosa e a me scaldava il cuore vederla felice. Ho sempre pensato che fosse lei la mia guida, la mia luce nel buio.

Chiamatemi mammona, ma so per certo che mia mamm è insuperabile.

Papà, beh, non lo so. Non l'ho mai conosciuto.

No, no, non nel senso che se ne è andato via e ha abbandonato me e mamma, sarebbe fin troppo normale per una stramba come me.

Nel senso che le uniche parole che ci siamo scambiati in quattordici anni sono state: "è pronta la cena" e la più ripetuta di tutte: "ha ragione tua madre".

Ma poi mica ci facevo tanto peso io. Ok, forse mi sarebbe piaciuto conoscerlo un pochino.

Finché poi, un giorno, ci lasciò.

Era una giornata piena di nubi, le palme della California si muovevano spazzate via dal vento e il telefono prese a squillare.

Era l'ospedale. Incidente in auto.

Non ho mai saputo se si trattasse veramente di un incidente. Non ho mai saputo se lo avesse desiderato.

In fondo, la passione con la mamma si era appassita come una rosa che perdeva petali e la relazione con me... e la relazione con me? Non ci aveva neanche provato a fare il padre, non aveva nessuna relazione con me.

Dopo la morte di papà mamma decise di riprendere in mano la nostra vita.

Non eravamo mai stati ricchi ma io amavo il mio quartiere. Il mio paese. La mia nazionalità.

Ero (e sono) fierissima di essere americana.

Avete presente Los Angeles? Beh, ovviamente.

Dopo essere nata mamma ha cercato una bella casa  a Los Angeles per farmi vivere una vita "da sogno".

Ma mi disse di non aver trovato niente. Certo, come no. È solo che non voleva ammettere di essere in una brutta situazione economica.

Vi sarebbe piaciuto, eh?

Quindi, ci spostammo in alcuni quartieri meno costosi.

Hollywood.

No, sto scherzando ovviamente. C'è, non avevamo nemmeno i soldi per compararci un pacchetto di Sour Patch, figuriamoci la casa a Hollywood.

Proprio quando ci stavamo per arrendere, arrivò lei. Come un'illuminazione dal santo cielo.

Larchmont Village.

Già, proprio lei.

Ma la volete sapere una cosa ancora più bella? La mia casa era davanti a un marciapiede.

No, non un normale marciapiede.

Il marciapiede in cui un sabato mattina camminò Lana Del Rey.

Si, proprio lei.

Comunque, Larchmont Village era un quartierino di Los Angeles molto più tranquillo.

Non era affollato per niente, anche perché Larchmont Village non lo conosceva un cazzo di nessuno.

Eppure, c'era qualcosa nell'aria apparte all'insistente odore salato di mare. La felicità? mi chiedevo.

La mia vita l'avevo passata lì e ora ci ero affezionata, ora ero felice davvero, percui forse quell'odore nell'aria era la mia soddisfazione di vivere lì.

Avevo fatto amicizia con i proprietari della gelateria Bacio Di Latte, e poi facevano un gelato squisito.

A Larchmont c'erano tantissimi negozi di abbigliamento come Landis, Pickett Fencies, Shopaholic...

Nessuno apparte noi di Larchmont Village li conosceva, ma i vestiti che facevano erano di ottima qualità e poi vestivano magnificamente.

Mamma era entusiasta appena vide il quartiere.

Peccato che le case non costassero pochissimo, visto che ci era passata Lana Del Rey

(bastarda)

Eppure come un segno divino scoprimmo che lì ci abitavano proproo i nostri zii, che io non avevo mai conosciuto.

Ora che ci penso non avevo mai conosciuto nessuno dei miei familiari. Mia madre è sempre stata ultra protettiva nei miei confronti e diceva sempre che i miei nonni erano dei bastardi.

Comunque, casualmente i miei zii stavano vendendo la loro bella casa proprio quando noi la cercavamo e mamma ha fatto buon viso a cattivo gioco.

Per cui, con solo 50.000 dollari avevamo acquistato una villetta niente male  che originariamente ne costava 500.000.

Era piccolina rispetto alle ville intorno a noi, ma non era un problema.

A me bastava avere la mia camera dove leggere i miei amati libri e una cucina dove cucinare e abbuffarmi e il resto poteva anche non esistere.

E poi noi avevamo la vasca idro massaggio, chissene fotteva della dimensione o se aveva la piscina o meno.

Apparte tutto, ero felice di andarmene da Los Angeles.

Crescendo ho cominciato ad apprezzare di essere andata via da quel orrendo posto.

Perché certo, tutti quelli che non ci vivono credono che sia un posto magnifico.

È vero, il mare è bello, è pieno di palme e si mangia bene, in più è molto conosciuta.

Ma a Los Angeles niente è veramente bello. È una città piena di descriminazione, non possono abitarci i più poveri. Solo quei ricchi sfondati che, o sono celebrità o sono figli di papà.

È pieno di ricconi che si sentono superiori, migliori in tutto e che creano stereotipi ovunque.

Larcmont Village è molto meglio.

ᣞᣟ𝘾𝘼𝙇𝙄𝙁𝙊𝙍𝙉𝙄𝘼 𝙇𝙊𝙑𝙀ᣟᣞDove le storie prendono vita. Scoprilo ora