3-The Truth Untold The Facts

47 8 70
                                    


CHARLES🌊

La luce del sole filtrava dalla finestra della mia camera.

Il piumone bianco mi copriva quasi tutto, ma lasciava il mio petto scoperto.

Il mio cervello era completamente spento. Nella mia testa c’erano solo delle immagini sfocate, delle fottute immagini che si ripetevano in loop, e che mi facevano sorridere come un coglione.

-C-Charlie, tesoro? -

Tesoro?

La voce di Clarissa mi distrasse dai miei pensieri.

Mi alzai ignorandola e aprii il mio armadio.

-Megan non ne sa un cazzo, vero? - chiesi sorridendo amaramente.

Silenzio tombale.

Clarissa iniziò a mordersi le unghie nervosamente.

Mi misi una camicia ma non la abbottonai, e poi mi avvicinai lentamente a lei.

-Chissà cosa farebbe Megan se lo sapesse… oh, chissà cosa ti farebbe…- le sussurrai all’orecchio, sovrastandola.

Adoravo mettere a disagio le persone usando il mio corpo o la mia sensualità. Tutto d’un tratto stranamente tutti stavano zitti.

-Le migliori amiche dell’anno- dissi spostandomi da lei e lasciandola così.

-Vattene dalla mia camera e da casa mia-

-Vaffanculo Charlie! - squillò alzandosi e battendo i piedi per terra manco una bimba di cinque anni.

La guardai divertito e quando se ne andò dalla mia camera battendo i piedi e strillando: “uffa!” sospirai.

Aprii la finestra del mio balcone e uscii. Il mio balcone si affacciava proprio sulla spiaggia e le onde bagnavano la costa.

Era deserta a quell’ora del mattino.

Chiusi gli occhi e mi concentrai su quelle immagini e sul rumore delle onde.

I suoi capelli marroni si schiarivano sotto il sole. Non tutti però: solo le ciocche di destra e poche di sinistra. Aveva una piccola voglia proprio sotto la sua mascella sottile e i suoi occhi se li guardavi bene somigliavano alla polvere di cacao.

E, Dio, il suo sorriso innocente glielo avrei strappato solo per gustarmi delle sue labbra. E poi il suo corpo, cazzo, era la cosa più bella che avevo mai visto e avevo dovuto reprimere più volte la voglia di farla mia. Quanto avrei voluto strapparle quelle maglie oversize che nascondevano il suo corpo perfetto.

Merda, era una fottutissima divinità. Fanculo Afrodite, era mille volte meglio lei.

Stuzzicarla, darle fastidio era l’unico cazzo di modo per toccarla, per guardarla, per parlarle. Non c’era nessun altro modo.

In che universo io avrei potuto amarla, se non in silenzio? Se non all’ombra?

Per quanto la desideravo da perdere la testa, per quanto la amavo io la odiavo. Era colpa sua se diventavo vulnerabile, se la guardavo, se provavo qualcosa dentro di me di strano, molle. Tutta colpa sua.

Voglio vederla. Voglio tirarle i capelli. Voglio farla incazzare.

Voglio vedere quel broncio da bambina incazzata stampato sul suo viso. Voglio vedere le sue guance diventare rosse. Voglio vederla abbassare lo sguardo per terra e lanciarmi occhiatine d’odio.

Cazzo, quanto voglio averla nel mio letto ora, mentre dorme stringendo il cuscino e i suoi capelli marroni che le ricadono sul viso tutti scompigliati.

ᣞᣟ𝘾𝘼𝙇𝙄𝙁𝙊𝙍𝙉𝙄𝘼 𝙇𝙊𝙑𝙀ᣟᣞDove le storie prendono vita. Scoprilo ora