Aaaah, gli anni di scuola. Come dimenticare.
Anni in cui, beh, stai in mezzo ad altri ragazzini puzzolenti e insolenti (fa pure rima).
Come raccontarlo?
Ah sì, la scuola di per sé, lascia un segno. Che sia in positivo o in negativo, ma qualcosa ti lascia.
Partiamo dal presupposto che non sono mai stata una fan della scuola, per varie controversie e quant'altro.
La scuola è una giungla, dove c’è chi è forte (i popolari, quindi i predatori) e chi è debole (gli sfigati, come me, che sono le prede).
Il periodo che più detesto sono stati gli anni di scuola media. Quello si che è stato un inferno.
Li i ragazzi sono stronzi, ma per davvero!
Ti prendono in giro solo perché non segui ciò che fanno gli altri, solo perché sei diverso.
E non è bello essere presi in giro da dei 12enni che fanno tanto i gradassi, quando in realtà manco sanno come si chiamano.
Se mi chiedessero se volessi rivivere gli anni di scuola media io gli riderei in faccia.
Non mi avrete mai, stronzi.
Non ci voglio tornare per vari motivi:
Ero una sfigata
I miei compagni mi emarginavano perché ero brutta, strana e avevo dei capelli orribili
I professori avevano delle preferenze, e io non venivo calcolata nemmeno da loro.
I miei voti non sempre erano bellissimi, soprattutto andavo male in matematica e tecnologia.
In storia facevo finta di studiare, perché mi annoiava. Per me non aveva senso, dicevo “perché li devo studiare se sono già morti? Cosa devo dire? Che Napoleone Bonaparte è nato e poi morto come ogni essere vivente?”
Che strana la storia.
In geografia manco ci provavo, troppo noiosa.
In quella scuola mi sentivo in gabbia, perché ero incompresa.
Le elementari erano belle.
Lì tutti erano miei amici e andavo d'accordo con tutti. La vita ti sorride tu eri felice e non lo sapevi.
Le cose erano più facili, perché eri piccolo e non dovevi stare in mezzo a degli adolescenti che stavano scoprendo cose nuove sul loro corpo.
Anche le materie sembravano facilissime e il 10 spesso e volentieri era assicurato.
Bei tempi quelli.
Se non fosse per un dettaglio.
Avevo paura della mia maestra di matematica. Lei era… severa!
Quando si arrabbiava urlava tantissimo e faceva fare delle cose che, per me, erano difficilissime.
E se andavi male nella sua materia, allora voleva significare che eri stupido e che saresti stato un fallimento nella vita.
Ma non era così. Perché il mondo non gira soltanto a una materia scolastica o ai voti che prendi.
Ma tornando all'argomento scuola, la mia maestra di matematica mi ha regalato tanti traumi.
Per esempio ogni volta che lei entrava in classe mi mettevo a piangere e volevo tornare a casa.
Aveva i preferiti della classe e io, ovviamente, non ero esattamente la sua preferita. Però penso di averle sempre fatto tanta tenerezza. Perché facevo fatica in matematica, ma non ero discalculia.
Ma ogni volta non capivo. E mi sentivo stupida e non volevo chiedere aiuto.
Volevo comunque fare da sola, anche quando era chiaro che avevo bisogno di una mano. Mi vergognavo a chiedere aiuto. Non volevo essere un peso.
Volevo dimostrare alla maestra che, se mi di mettevo, ero in grado di svolgere il problema di matematica.
Che sapevo dare una soluzione.
Ma andiamo alla parte più interessante: le scuole superiori.
Che dire miei cari lettori…le superiori sono state belle e brutte allo stesso tempo.
Il primo anno è stato traumatico, essendo che ci si doveva abituare al nuovo ambiente. Tutti sembravano degli adulti, quando in realtà avevano dai 14 ai 19 anni, ma sembravano già degli adulti in ogni caso.
Tutto ciò mi spaventava.
Anche i professori e le materie nuove come ad esempio diritto o economia aziendale. Roba mai fatta in tutta la mia vita.
Si erano rivelate interessanti, difficili ma interessanti.
Anche lì ovviamente le prese per il culo non mancavano.
Una volta, con la mia e l’altra classe eravamo andati giù in aula lingue, per fare lezione di francese.
Mi siedo vicino a questo ragazzino che non conoscevo( io ero nella sezione P, lui nella sezione Q).
Io vedevo che c’era qualcosa che non andava, perché le due mie compagne di classe sedute dietro di noi ridevano. Inizialmente non capivo il perché.
Poi il ragazzino pallido come uno scheletro iniziò a parlarmi e a dirmi “sai, mi piaci tantissimo” e io, visto che non ero stupida, gli dissi “Ah sì, e se ti piaccio mi sai dire come mi chiamo?”
Ovviamente non lo sapeva. Figuriamoci.
Alla fine la mia compagna dai capelli biondi mi disse che era uno scherzo.
Ma dai? Ma non mi dire!
Quello è stato uno dei momenti più brutti di sempre, ma non per lo scherzo, ma per l’umiliazione subita.
Ma col passare degli anni fortunatamente le cose andarono per il verso giusto.
Io stavo diventando carina, i ragazzi iniziarono a notarlo e tutto sembrava perfetto.
A 15 anni, cioè in seconda superiore, trovai perfino un fidanzato (andavamo nella stessa scuola, per cui ci vedevamo ogni giorno all’intervallo).
È stato proprio nei corridoi di scuola che diedi il mio primo bacio.
È stato strano ma anche bellissimo.
Come dimenticarlo, due adolescenti che si baciano e le loro bocche che si incontrano. Fantastico.
Ma andiamo avanti con il racconto.
Passiamo direttamente all'ultimo anno di scuola, perché gli altri anni non sono importanti.
5 superiore, anno di maturità.
Ed è subito Antonello Venditti con “Notte prima degli esami”.
L'ultimo anno è quello che ti lascia un segno, l’anno in cui capisci che la scuola non è poi così male (non per i compiti, ma per altre cose) e che ti dispiace che debba finire.
L'ultimo anno è stato bellissimo.
Con la mia classe andavo d’accordo, perché alla fine tutti quanti trovammo un equilibrio.
Ma non è stato tutto rose e fiori, ovviamente.
L'ultimo anno equivale a dire “studiare, studiare e studiare” e “stress, stress e altro stress”!
Ma diciamolo, l’esame di maturità è una cazzata.
Non facile come l’esame di terza media, ma comunque è fattibile.
Alla fine esci con la media che hai sempre avuto a scuola.
I professori sanno già con quanto uscirai.
Ad esempio io gli ultimi 3 anni di scuola avevo sempre avuto la media dell’8 o giù di lì e appunto uscì dalle superiori con 83. Incredibile vero?
All’orale ricordo che puntai tutto sulla simpatia.
Non mi ero mai divertita così tanto in tutta la mia vita.
Ragazzi, però non c’è solo la scuola nella vita.
Ci sono molte altre cose importanti, non solo lo studio.
Molte persone danno per scontato che per vivere bene non serve solo avere un bel lavoro e fare carriera.
Spesso è importante sapersi godere la vita.
Divertirsi, viaggiare, amare, fare l’amore… anche ciò è importante, per avere una vita piena.
Perciò se non prendete un bel voto non è la fine del mondo, perché il voto non fa la persona.
Se non sempre vai bene a scuola non fa nulla. Può succedere.
Siamo esseri umani, e spesso la scuola lo dimentica.
Perché anche la scuola mette ansia.
Mette pressione sulla vita quando in realtà non te la insegnano per davvero.
Non ti insegnano le cose fondamentali per vivere.
Non ti insegna i valori, il rispetto.
No, ti insegnano solo delle materie noiose.
Per cui, sti cazzi se non avrete successo a scuola.
Lo avrete quando uscirete da lì.
Troverete la vostra strada.
Troveremo la nostra strada.
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Pensieri in...Ansia
Short Storyquesto libro non parla di una storia, ma bensì di una raccolta di pensieri puramente personali. spesso l'ansia gioca brutti scherzi, per cui ho deciso di scrivere tutte le volte che mi viene l'ansia. sappiate solo che non siete soli! l'ansia è come...