La mia descrizione di Ansia

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Chiamo la mia Ansia con la A maiuscola, come se fosse un nome di persona.
Perché per me è come se fosse una persona, o meglio dire, un omino con una tuta nera aderente, che copre tutto il corpo, compresa la faccia. 
Anzi, no, non ha un volto. È un omino senza faccia, si!
Questo omino, quando ho ansia, mi si appiccica alla pelle, più precisamente si aggrappa alla mia schiena.
Quando è lieve mi pugnala con un solo coltello, e lo conficca alla schiena.
Quando inizia a diventare sempre più potente, le sue braccia aumentano.
Mi tappano la bocca, mi pugnala il cuore, mi fa venire la tachicardia.
Delle volte mi pugnala pure allo stomaco.
Sanguino ovunque, ma la gente non vede.
Perché l’ansia non è una cosa che si può vedere, ma una cosa che si vive.
Una malattia che ti succhia le energie.
Mi si aggrappa alla pelle e non si vuole più scollare.
Delle volte è pure pungente con le parole.
Mi dice “tu non sei capace” “tu non sei in grado” “non sei abbastanza, non lo vedi?” “Non ti vuole nessuno, tutti ti rifiutano” “tu hai paura dell’abbandono perché quando eri piccola le tue compagne di classe facevano i club di sole ragazze senza includerti, è questo che ti logora da una vita, l’esclusione” “è solo colpa tua se sei così, io non c’entro niente, voglio solo aiutarti”
Mi fa sentire male, ma intanto sanguino.
E nessuno vede.
Perché non si vede, ma è una cosa che percepisci solo tu. E in pochi possono capire.

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