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Superai il promontorio, mancavano pochi minuti e il sole sarebbe sorto da est, la direzione in cui dovevo procedere. Camminavo ormai da due settimane verso il villaggi Nits. Mi sedetti su una roccia per ammirare il nuovo sorgere del sole, la luce arancione inondò l'immenso deserto roccioso che mi circondava ricordandomi ancora una volta l'orribile destino che la razza umana aveva riservato al suo pianeta e che non eravamo riusciti a impedire. "Almeno ora... so da che parte andare..." pensai sconfortato.
Ripresi a camminare, mancava ancora mezza giornata di marcia alla mia destinazione.
Procedo con cautela sia per il territorio impervio sia per le orribili creature che si nascondono in questo deserto, create dalle radiazioni che sconvolsero il pianeta durante le guerre.

Arrivai al villaggio poco dopo mezzogiorno, a giudicare dalla posizione del sole. Le case erano costruite con blocchi di pietra e il tetto era sorretto da un paio di tronchi di palma. La gente vagava per le strade, vidi un gruppetto di sei bambini giocare all'ombra di una delle poche palme rimaste in quella piccola oasi, uomini deformi, seduti lungo le strade, chiedevano l'elemosina e qualche mercante cercava di vendere i suoi prodotti.
Ognuno se la cavava come poteva.
Entrai in una locanda, contai sei tavolini, ognuno con quattro sedie. Quattro erano liberi mentre sugli altri due sedevano due uomini, evidentemente ubriachi, e tre ragazzi intenti a raccontarsi la giornata e bere qualcosa. L'ambiente era illuminato da alcune torce appese al muro.
Mi sedetti su uno dei tavoli più appartati, il locandiere arrivò poco dopo. Era un uomo sulla sessantina con barba e capelli bianchi.
Mi squadrò dall'alto verso il basso, soffermamdosi sull'elsa della spada, poi parlò "Salve straniero, cosa le porto?"
Abbassai il cappuccio del mio mantello ormai logoro, rivelando i miei capelli bianchi lunghi fino alle spalle e alzai lentamente lo sguardo "Qual è la specialità della casa?"
Il locandiere sembrò sorpreso della mia domanda "Carne di scorpione a due code accompagnata da cactus rocciosi"
"Niente male. Portamelo."
Annuì e sparì in cucina senza aggiungere altro.
Mentre aspettavo scrutai più attentamente la locanda, i due ubriaconi erano usciti mentre i tre ragazzi stavano finendo la bevanda. Un altro uomo entrò, seguito dalla moglie. Erano entrambi biondi, lui portava i capelli tagliati corti mentre lei li aveva raccolti in una coda di cavallo che le arrivava poco sopra il fondoschiena. A giudicare dall'abbigliamento anche loro stavano camminando da almeno due settimane. Si avvicinarono al bancone e si sedettero.
Finalmente arrivò il locandiere con il piatto che avevo ordinato e cominciai a mangiare.

Avevo quasi finito il mio piatto quando entrò una donna, aveva dei capelli nero corvino che le arrivavano poco sotto le spalle e un fisico snello e slanciato anche se non superava il metro e settantacinque. Si guardò intorno velocemente ma quando incrociò il mio si soffermò dubbiosa e dopo un attimo di esitazione andò a sedersi nel tavolo più vicino all'uscita.
Finii il mio pranzo, mi avvicinai al locandiere e chiesi "Quanto le devo?"
"È raro sentire questa domanda da queste parti. Sono dieci dinero."
Ne prendo quindici dalla tasca e li posai sul tavolo tenendoli però sotto alla mano. Il locandiere mi guardò storto.
Ignorai lo sguardo "Conosci quella donna?" Mentre chiedevo feci un cenno con la testa.
"Mai vista prima."
"Ne è sicuro?"
"Come il sole che sorge da est."
"La offra qualcosa da bere da parte mia e tenga il resto."
"Lo consideri fatto."
Solo allora alzai la mano e mi girai verso l'uscita. In quel momento entrò un ragazzino, non poteva avere più di quindici anni.
"Sta arrivando la cisterna!!" Urlò. Poi svanì come era comparso.
Tutti i presenti si fiondarono all'esterno compreso il locandiere. Io mi avviai con calma.

Redemption #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora