I portoni si chiusero alle mie spalle. Mi addentrai nella fortezza illuminata da alcune torce appese al muro e vari lucernari nel soffitto. L'ambiente era freddo e silenzioso. L'arredamento ridotto al minimo indispensabile ma la cosa che mi sembrò più strana in quel momento... non c'era anima viva.
Salii al secondo piano e mi ritrovai in una stanza ovale con cinque porte. Provai ad aprirle ma erano tutte chiuse a chiave e, quando tentai di tornare indietro, si chiuse anche la porta da dove ero entrato.
Mi guardai intorno in cerca di una via d'uscita ma l'unica che trovai fu un lucernario sul soffitto, a sei metri dal pavimento. Improvvisamente sentii un gorgoglio in sottofondo.
Tre delle cinque porte si aprirono rivelando sei uomini armati. Uno dei sei mi puntò contro la pistola, rotolai di lato per rendergli la mira un po' più difficile e lanciai un coltellino che lo colpì alla mano facendogli perdere la pistola. Un secondo uomo con una sciabola tentò un affondo che parai per poi respingere l'uomo con un calcio e piantargli la spada sulla spalla destra fino a raggiungere il cuore. Il corpo cadde in un lago di sangue.
La scena non scoraggiò gli altri cinque aggressori. Un altro uomo armato di alabarda si avvicinò da sinistra e uno armato di coltello da destra. Tentarono un fendente orizzontale che schivai abbassandomi. Scattai verso l'alto lacerando l'addome e il petto dei due uomini con le lame a polso.
Il gorgoglio si faceva sempre più intenso.
Un fuoco esplose nella mia spalla, istintivamente lasciai la spada, portai la mano sulla ferita e sentii il sangue caldo scorrermi lungo le dita.
Durante il combattimento non mi ero accorto che il primo uomo aveva recuperato la pistola con la mano buona e aveva avuto tutto il tempo di prendere la mira. Ora stava caricando il secondo colpo.
L'altro avversario rimasto diede un calcio alla mia spada e si avvicinò... troppo. Con la mano imbrattata di sangue lo afferrai alla gola facendo scattare la lama da polso e recidendogli la trachea.
Improvvisamente la stanza cominciò a riempirsi di acqua.
L'ultimo uomo rimasto sembrò sorpreso quanto me, quell' attimo di distrazione mi bastò per finirlo.
Gli corsi incontro, lo buttai a terra e lo colpii al volto finché l'acqua intorno a lui non divenne completamente rossa.
Il livello dell'acqua continuava a salire, ero immerso fino alle ginocchia.
Recuperai la spada e la rinfoderai.
Provai ad aprire le porte ma erano tutte nuovamente chiuse a chiave.Il livello dell'acqua arrivò alle mie spalle e la ferita cominciò a bruciare.
"Acqua salata." Pensai stringendo i denti.
L'acqua continuava a salire e io con lei. Sarei uscito dal lucernario.
In pochi minuti arrivai al soffitto e cominciai a battere sul vetro, per i primi dieci pugni non diede segni di cedimento.
Mi rimanevano meno di venti centimetri e l'acqua mi avrebbe sommerso.
Continuai a battere e le prime crepe cominciarono a formarsi.
Ultimi dieci centimetri.
Le crepe si allargavano ma il vetro non voleva cedere.
Presi l'ultimo respiro prima che l'acqua mi sommerse.
Un pezzo di vetro cedette, seguito da un altro e un altro ancora.
I polmoni cominciarono a bruciare.
Finalmente il buco fu abbastanza grande da permettermi di passare, diedi l'ultima spinta con le gambe e in un attimo mi ritrovai fuori dall'acqua.
Un rumore di applausi echeggiava nella stanza.
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Redemption #Wattys2016
ActionIn una terra distrutta dalle guerre nucleari un uomo non vuole perdere la sua possibilità di redenzione.