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Accellerai, l'ultima cosa che volevo era che quei bastardi raggiungessero la cisterna.
Il coltello alla gola teneva ancora ferma la donna ma sapevo che non sarebbe durato ancora molto.
Guardai lo specchietto di destra e vidi una moto accostarmi, era guidata da un uomo alto e robusto con un giubbotto con un cappuccio che sembrava una criniera di leone. Mi voltai verso lo specchietto di sinistra e vidi altre due moto avvicinarsi e una terza posizionarsi dietro alla cisterna. Era la più strana in quel gruppo, più alta delle altre e con una lamiera di ferro che saliva a quarantacinque gradi sopra la testa del pilota.
"E ora che farai?" Mi chiese la donna quasi ridendo.
"Sicuramente non ve la darò vinta facilmente." Risposi determinato.
Si sentì qualcosa abbattersi sulla cisterna dall'alto. In quel momento capii a cosa serviva quella moto.
"Esatto, è una rampa." Mi disse intuendo i miei pensieri.
Un mezzo busto sbucò dal tettuccio della motrice.
"Fermati immediatamente! Non costringerci ad usare la forza!" Urlò l'uomo.
Mi guardai intorno in cerca di una soluzione, la donna sfoggiava un sorriso arrogante sulle labbra mentre le altre moto continuavano a girarmi intorno. L'uomo estrasse una pistola e la puntò contro il vetro.
"Fermati."
Tolsi il piede dall'acceleratore.

La cisterna si fermò in pochi secondi, scesi dalla motrice lentamente ma senza alzare le mani.
Mi accorsi che gli aggressori erano molti di più del previsto, la squadra era formata da due rampe e una quindicina di altre moto, cinque delle quali con due passeggeri.
L'uomo con il giubbotto a criniera di leone si avvicinò a me.
"Chi sei?" Chiese con tutta calma.
"Il mio nome non ha nessuna importanza." Risposi altrettanto tranquillo.
"Come vuoi."
Non aggiunse altro e si diresse verso la donna.
"Stai bene?" Le chiese prendendole la mano.
"Sì è solo un graffio." Rispose lei massaggiandosi il collo.
"Bratt!" Sbraitò l'uomo "medicale la ferita."
Un uomo basso e leggermente grassoccio scese dalla moto, si tolse il casco e raggiunse la donna con un kit medico.
Intanto criniera di leone tornò da me.
"Cosa ci facevi sulla cisterna? Perché la volevi e soprattutto, di che tribù sei?" Mi chiese, questa volta in tono arrogante.
"Non faccio parte di nessuna tribù, vago per il mondo da ormai quindic'anni. Volevo un po' di giustizia per la povera gente di quel villaggio. Non volevo che la cisterna lo lasciasse."
"Che animo nobile." Esclamò ridendo "Ice! Ammanettalo e torniamo al villaggio."
Un altro motociclista con una tuta azzurra, in apparenza una donna, scese dalla moto. Mi afferrò le mani e mi mise un paio di manette in acciaio inossidabile, poi mi fece salire sulla moto legandomi le mani a un gancio saldato sulla parte posteriore e rimontò in sella.
"Pronta!" Esclamò subito dopo.
"Bene, tutti in marcia!" Ordinò criniera di leone.

Il viaggio durò poco più di un giorno, viaggiavamo a quasi cento chilometri orari. Avevamo superato il confine del deserto poche ore prima e ci stavamo inoltrando nelle montagne rocciose.
Arrivammo al villaggio in tarda mattinata. Era situato in una piccola vallata in mezzo a tre cime in cui erano appostate due sentinelle per ognuna. Le case erano state scavate nella roccia calcarea e pezzi di moto e attrezzi vari erano sparsi ovunque.
Mi incatenarono a un palo poco distante dalle abitazioni con una catena di circa tre metri dopo avermi perquisito e sequestrato le armi.
Fortunatamente non si erano accorti della lama nascosta nel tallone dello stivale.
La prigionia durò circa una settimana poi mi diedero la possibilità di girare per il villaggio. Ogni tanto criniera di leone, che scoprì chiamarsi Shawn, veniva a interrogarmi ma non riusciva mai ad ottenere le informazioni che voleva.
Rispetto alle dimensioni, il villaggio era molto popolato, contai una quindicina di bambini e quasi cinquanta adulti, compresi gli anziani.
Ero seduto su una piccola altura ad osservare il sole prossimo al tramontare quando un gruppetto di bambini di circa dieci anni mi venne incontro.
Li salutai con un gesto della mano convinto che tirassero dritto invece uno di loro si fermò davanti a me mostrandomi una palla.
"Giochi con noi?" Chiese con una vocina stridula.
Ovviamente non avevano il consenso dei genitori.
"Va bene. Come si gioca?" Chiesi alzandomi.
"È facile! Devi far entrare la palla in quel buco con i piedi!" Rispose il bambino entusiasta.
Mi girai nella direzione indicata dal bambino e vidi un buco largo trenta centimetri e profondo poco di più a un metro da terra.
In pochi secondi eravamo divisi in due squadre da tre e cominciò la partita.
Mentre giocavo con i bambini notai la gente fermarsi ad osservare, in particolare Shawn si era appoggiato ad una roccia e ci stava osservando da quasi mezz'ora.
Giocammo fino a poco prima del tramontar del sole poi i bambini rientrano nelle case e io mi avviai verso il mio posto vicino al palo.
Shawn mi affiancò.
"Come è andata la partita?" Chiese tranquillo.
"Abbiamo perso tre a due." Risposi alzando le spalle.
"Per essere la prima volta che giocavi non è andata male." Disse ironico.
Ci fu qualche istante di silenzio, poi continuò "Ci siamo sbagliati su te..."
"Cosa intendi dire?" Chiesi disorientato.
"Ti ho osservato in questi giorni, hai aiutato e giocato con gente che ti sta tenendo prigioniero, sei diventato una parte del villaggio."
"Stai esagerando..." sospirai io.
"In ogni caso non abbiamo motivo di trattenerti qui, non fai parte di nessuna tribù e non hai fatto del male a nessuno. Sei libero di andare come di restare."
"Come prigioniero?" Ironizai.
Shawn rise "No, come un membro della comunità."
Accennai un sorriso che mi fu ricambiato "Ci penserò su."
Mi batté una mano sulla spalla e poi se ne andò. Io mi sistemai nel mio giaciglio e guardai le stelle pensando alla proposta che mi era appena stata fatta.
Poco prima di scogliersi i membri dell'ordine avevano giurato di non entrare a far parte di nessuna tribù e di fare qualsiasi cosa per riportare la terra alla bellezza di un tempo ma essere parte di una tribù aveva i suoi vantaggi. Soprattutto ora che i membri dell'ordine erano scomparsi e probabilmente morti.
Non riuscivo a prendere sonno così decisi di alzarmi per fare quattro passi. Vagai per il villaggio osservando le case e le sentinelle sulle cime, tutto era tranquillo.
Un gruppetto di grilli-lucciola passò a pochi centimetri dai miei stivali, li seguii con lo guardo e li vidi nascondersi sotto la cisterna.
La cisterna....
vista al buoi aveva un che di inquietante, un brutta sensazione mi attraversò. Qualcosa non andava.
Mi avvicinai e notai subito un puntino rosso lampeggiare sotto il serbatoio. Capii immediatamente di cosa si trattava.
"Qui si mette male." Sussurrai correndo verso le sentinelle.

Redemption #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora