Guardavo dal vetro della terapia intensiva la mia Sanem.
Il suono dei macchinari si confondeva con i battiti del mio cuore...
Le lacrime rigavano il mio volto mentre ero costretto, per l' ennesima volta, a pregare Allah affinché non chiamasse a sé la mia Sanem, affinché concedesse a tre bambini di gioire ancora per la loro mamma accanto a loro...Batto un pugno contro la vetrata.
<<Ah Sanem, ah... Ti guardo e penso che ogni attimo passato con te resterà sempre impresso in ogni battito del mio cuore. Ma, allo stesso tempo, è come una lama affilata che trafigge il mio cuore ogni volta che penso che adesso non sei tra le mie braccia... Lo vuoi sapere come mi sento? Ho un nodo allo stomaco, vorrei urlare fino al punto di sentirmi male, fino ad annullare battiti e respiro. Poi ti guardo e trattengo tutto questo dolore nella mia anima e, dopo aver asciugato le lacrime, respiro e ricomincio a sperare. Per te. Per me. Per i nostri figli. Per la nostra famiglia...>>Una mano sulla spalla mi distoglie dai miei pensieri.
Mi dirigo con Metin in una sala d'attesa dove trovo ad aspettarmi una signora che scopro essere un' assistente sociale.
È venuta per parlarmi della piccola Demet...
Demet era la figlia della proprietaria dell' albergo in cui alloggiavano ed era in braccio a Sanem al momento del terremoto.
Questo era il motivo per cui non stringevo la mano della mia Sanem. E questa era stata anche la fortuna di Sanem perché i pianti di Demet avevano attirato l' attenzione dei soccorritori che le avevano estratte ferite ma vive da sotto le macerie.
La mamma di Demet, invece, era stata ritrovata senza vita non molto lontano da loro.<<Quindi, se ho capito bene, lei vorrebbe affidare momentaneamente la bambina a me dato che non ci sono parenti?>>
La mia voce divenne un soffio mentre rivolgevo la domanda alla signora Zhera.Eravamo accanto al letto dove la piccola dormiva, sedata. I medici del campo avevano preferito così in quanto la bambina era spaventata ed agitata e non voleva staccarsi da Sanem.
<<So perfettamente che la mia richiesta le sembra tanto strana quanto azzardata... Ma quando la piccola si sveglierà riconoscerà in lei l'unica figura familiare. Con sua moglie in stato di incoscienza e senza parenti, e in questa situazione di emergenza, sarebbe un toccasana per questa povera innocente...>> spiegò.
Guardai Metin che chinò il capo in assenso a questa richiesta.
<<Se Sanem fosse cosciente non ci penserebbe così tanto...>> disse.
Così, acconsentii a questa richiesta e salutai la signora Zhera dirigendomi dalla mia Sanem.Mi fu permesso di entrare nella stanza di Sanem.
Le strinsi subito la mano e delicatamente la portai alle mie labbra.
Iniziai a parlarle.
<<Sanem... Tu sei la prima persona a cui ho mostrato ogni centimetro del mio cuore e resterai anche l'ultima perché solo con te ha iniziato a battere. So soltanto che a questo cuore tu manchi. Ma tu non dovresti mancarmi mai, sai Sanem. Tu dovresti essere sempre con me. Anche quando sono stato lontano da te tu eri il mio unico e solo pensiero. Ti prego Sanem... Non lasciare la mia mano, anima mia...>>All' improvviso il macchinario a cui Sanem era attaccata cominciò ad emettere un suono continuo. Un medico ed un' infermiera entrarono subito e mi fecero spostare.
<<Il battito è assente... La stiamo perdendo dottore...>> urlò concitata l' infermiera.
<<Saneeeemmmm>>urlai disperato mentre riprendevo la sua mano nella mia.
Passarono attimi interminabili prima di risentire il suono del macchinario e la voce del dottore che esclamò che il cuore di Sanem aveva ripreso a battere.
La mano di Sanem strinse la mia e proprio in quel momento due occhi neri si incatenerano ai miei.
<<Sanem... Sei qui... Non hai lasciato la mia mano...>> dissi posando un leggero bacio sulla mano della mia amata.La vita la ritrovi in un abbraccio. Perché non ti sfiora la pelle ma l'anima.
Sanem è la porta della mia vita, porta che, anni prima, con coraggio, avevo avuto la forza di aprire e che non avrei più rinchiuso per niente al mondo...
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TERREMOTO D'AMORE
ChickLitQuando credi di aver perso qualcosa ci pensa la vita a sorprenderti...