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Andrew aveva smesso di mangiarsi le unghie prima di iniziare il liceo – lo avrebbero sicuramente preso in giro vedendolo farlo in continuazione – a trent'anni il tic si era trasferito alle gambe. L'ansia era sempre dietro l'angolo, lo tormentava sin da quando era un ragazzino. Non ricordava il momento in cui era iniziata, sapeva solo che la sentiva ancora quando si accingeva ad affrontare qualcosa di importante. Ci erano voluti un bravo psicologo e diverse gocce rilassanti per riuscire a gestirla, tuttavia Andrew era consapevole che non se ne sarebbe mai liberato, l'unico modo per combatterla era trovare piccoli gesti che lo aiutavano a tenerla a bada.

L'ansia era stata per lui causa di diverse difficoltà negli anni: a ogni compito in classe o esame aveva rischiato di andare nel panico, affrontare situazioni nuove gli aveva sempre causato un nervosismo doppio, spesso al college aveva rischiato di chiudersi in camera per giorni interi... Detestava quando la situazione gli sfuggiva di mano.

Si impose di smettere di picchiettare il piede e si portò le mani in grembo in modo da nasconderle ai presenti, quindi iniziò a rigirarsi l'anello sul dito. Controllò l'ora, poi lanciò un'occhiata a Josh Bryant fondatore della GreenTech, il suo capo. Eleanor Archer-Gibson occupava il posto opposto a Josh e controllava con impazienza il telefono.

La porta della sala riunioni si aprì lasciando entrare due donne: la prima, una giovane segretaria con abiti scuri e i capelli castani legati in una lunga coda di cavallo, tenne aperta la porta mettendo in risalto le unghie laccate di viola; la seconda, invece, richiamò l'attenzione di Andrew, che la squadrò velocemente notando un maglioncino bianco e una gonna pantalone rosso scuro che le arrivava quasi al ginocchio, fino a un paio di stivali con il tacco che le slanciavano la figura. Quando lei si portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio, rivelò una serie di orecchini argentati che gli apparvero famigliari.

Olivia. Olivia Archer. Andrew rischiò di soffocare nel suo stesso respiro. Non aveva preso in considerazione la possibilità di dover aver a che fare con lei. Wes gli aveva detto che Olivia era in città, e lui aveva supposto che si trattasse di una visita alla sua famiglia. Allentò leggermente il nodo della cravatta, senza smettere di osservarla mentre lei si chinava verso la sorella, dandogli una visione perfetta del suo fondoschiena. Era possibile che fosse diventata più attraente dall'ultima volta che l'aveva vista?

«Perdonate il ritardo» disse Olivia, rivolgendosi a tutti i presenti. «C'è stato un contrattempo, ma ora possiamo procedere.»

Eleanor si schiarì la voce, poi Olivia prese posto proprio di fronte ad Andrew, sistemando caffè, iPad e telefono sul tavolo. Lo colse a fissarla e lo guardò con curiosità, cercando di inquadrarlo, inclinando leggermente il capo... poi sul suo viso apparve un'espressione sorpresa, quasi avesse faticato per un momento a riconoscerlo.

Josh prese in mano la situazione anticipando Eleanor. «Molto bene» batté le mani, con quel suo fare gioviale. «Quando ho messo in piedi la mia azienda non avrei mai pensato che saremmo arrivati ad attirare l'attenzione di qualcuno così importante come l'Archer & Hughes Group.»

«Avresti dovuto avere aspirazioni più alte, sognare più in grande» rispose Eleanor strappando un sorriso all'uomo. Josh era stato affascinato da lei sin dal loro primo incontro, come aveva confessato ad Andrew, trovava che i progetti di Eleanor fossero molto interessanti. Entrando a far parte della compagnia, la GreenTech avrebbe potuto supportare ogni iniziativa green, dalla riconversione di vecchie strutture o terreni, alla costruzione di nuovi edifici a emissioni zero. Un'acquisizione vantaggiosa per entrambe le parti.

«Forse, eppure ci troviamo comunque qui con il futuro ad attenderci» disse Josh, reclinandosi sulla sedia. «Andrew è uno dei miei ragazzi migliori, da quando lavora per me la mia azienda non ha mai fatto un passo falso...»

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