Capitolo 3.

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La vista che si riusciva ad avere dalla Torre di Astronomia era quella che Evangeline preferiva in tutta Hogwarts: dopo quello che era successo la sera prima, e la lezione Difesa Contro le Arti Oscure, non se la sentiva di pranzare insieme a tutti quegli studenti nella Sala Grande. Forse isolarsi non era il modo migliore per diminuire i sospetti del Ministero su di lei, ma il Professor Martinez l'aveva vista salire le scale, quindi, forse, quello sarebbe bastato per avere un testimone che certificasse la sua solitudine su quella torre.

Guardò distrattamente le nuvole che cambiavano nel cielo, mentre un leggero vento caldo le accarezzava le guance arrossate dalla stanchezza: era ancora indecisa se scrivere una lettera a sua nonna per farle sapere le ultime novità, ma era andata via ancora da troppo poco tempo e credeva che non valesse la pena farla preoccupare per qualcosa di non ancora certo. Era vero, Colin Blake era stato ucciso, ma forse il suo assassino aveva lasciato Hogwarts quella stessa notte.

Evangeline si passò la mano dietro la testa e sospirò rumorosamente: certamente era molto più tranquilla rispetto a quanto lo sarebbe stata se non avesse mai ricevuto la sua lettera per Hogwarts. Se fosse stata una babbana come il resto della sua famiglia, non avrebbe avuto molti mezzi per difendersi se non la polizia, ma eccellendo in Difesa Contro le Arti Oscure, e avendo già affrontato dei maghi oscuri, si sentiva un po' più al scuro.

Il suono di alcuni passi la distrasse dal suo fiume di pensieri, ma quando si voltò, rimase parecchio sorpresa nel trovarsi di fronte il viso familiare del Professor Hunter: tra le labbra stringeva una sigaretta da poco accesa e la cravatta color oliva era allentata sull'ampia camicia bianca dal colletto sbottonato.

-Oh, è lei signorina Scott! Cosa ci fa tutta sola sulla Torre di Astronomia?

-E lei perché si sta nascondendo qui Professore?

L'uomo sorrise, spostando lo sguardo dall'allieva all'orizzonte alle sue spalle: non era solito andare sulla Torre di Astronomia al di fuori dell'orario scolastico, ma dopo gli eventi della serata precedente, aveva pensato che isolarsi in un luogo che non fosse la sua aula potesse aiutarlo a distrarsi. Certamente non si sarebbe aspettato di incontrare una delle ragioni di quel tumulto di pensieri. 

Il Professor Hunter fece uscire dalle labbra una densa nuvola bianca di fumo e la puzza di nicotina finì per avvolgere anche Evangeline, che era rimasta parecchio sorpresa nello scoprire che il suo Professore preferito fumasse. A vederlo in quel modo sembrava quasi un babbano. 

-Rispondere a una domanda con un'altra domanda non è molto cortese lo sa? Mi sembra di risentire suo padre!

Evangeline forzò un sorriso, per poi voltarsi e tornare a guardare il panorama.

-Lo conosceva bene, non è vero?

L'uomo annuì distrattamente, mentre assottigliava lo sguardo perso ad ammirare le nuvole nel cielo. 

-Viene spesso qui signorina Scott? Non la facevo una tipa solitaria. Me lo sarei aspettato molto più dalla signorina Snape o la signorina Valery, ma non da lei! Oh, non mi fraintenda: trovo che dedicare del tempo ai propri pensieri sia un'elevata forma di intelligenza

-Secondo quali regole?

-Insomma, chi non si pone davanti a un giudizio critico, o al dubbio, come può aspettarsi di migliorare? Anche solo un attimo di solitudine può permetterci di scoprire segreti su noi stessi che persino noi ignoriamo! La mente umana è straordinariamente affascinante... 

Evangeline si voltò ad osservare l'uomo al suo fianco: da quello che sua nonna le aveva raccontato, sembrava che suo padre e il Professor Hunter fossero stati grandi amici.

-Il dubbio non incide negativamente sulla sicurezza?

-Io credo, signorina Scott, che nella vita bisogni sempre dosare con prudenza ciò che facciamo: il dubbio, se troppo, rischia di rinchiuderci e soffocarci, ma non averne affatto potrebbe farci far molto male!

Il mistero delle lune di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora