Capitolo 5.

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Emi si passò le mani sul viso, cercando di non farsi distrarre dai singhiozzi tremolanti di Astrid: Evangeline era tornata pochi secondi dopo essere uscita dietro Petra, ma sul suo viso era chiaro che fosse estremamente arrabbiata. Evangeline si era congedata con una scusa banale, agitando distrattamente la mano in aria e dicendo che si sarebbe fatta viva la mattina seguente, al più tardi. Inutile dire che non si fece sentire in nessun modo, ignorandole.

Quando arrivò l'ora della cena, Emi si assicurò che Astrid avesse smesso di piangere e le raccomandò di distrarsi con qualsiasi cosa in suo potere durante l'annuncio del Preside. 

Erano molte le lacrime e i sussulti di terrore che rimbombarono nella Sala Grande quella sera: in segno di lutto, il vociferare solito dei banchetti si attenuò, con l'eccezione di alcuni membri della casa di Serpeverde, che trovarono divertente il tragico incidente avvenuto quel pomeriggio.

Non appena il banchetto finì, Emi si diresse alla Torre dei Corvonero, sperando di non incontrare Pix nel tragitto: non provava una forte simpatia per il poltergeist, tranne quando prendeva di mira Glenna Todd (una spocchiosa Serpeverde del quinto anno, che aveva preso di mira Emi dopo il loro spiacevole incontro al primo anno). 

Quando entrò nella Sala Comune, Emi vide Gavin leggere un vecchio libro polveroso, immerso nella soffice poltrona di fronte al fuoco: alcuni mocciosi del primo anno erano indaffarati a svolgere le pile di compiti assegnate al primo giorno, mentre alcuni del sesto anno discutevano sottovoce della morte di tutti quei mezzosangue. Una ragazzina piangeva in un angolo, consolata da un'amica, mentre uno dell'ultimo anno si era seduto in un angolo a torturarsi le mani. 

Emi raggiunse Gavin e si sedette sulla poltrona in velluto blu di fianco alla sua: aveva gli occhi fissi sul vecchio libro, che Emi riconobbe come un manuale del Quidditch. 

-Buonasera...

Gavin alzò gli occhi cristallini e delle pieghe comparvero sulla pelle scura agli angoli delle labbra.

-Oh, Emi! Serata tesa, non trovi?

-Sì, molto... 

Emi sentì la lingua annodarsi, senza sapere come continuare la discussione: una parte di lei voleva porre un adeguato rispetto alla morte di tutti quegli studenti, ma dall'altra parte la curiosità sembrava starle divorando le viscere. 

-Senti, tu non trovi strano che questo Mago Oscuro sia riuscito a scappare in quel modo? Insomma, sotto al naso del Preside?

Ma Gavin non disse niente, o almeno si trattenne dal farlo: alcuni sguardi severi erano rivolti verso di loro, tra cui quello torvo del ragazzo dell'ultimo anno seduto nell'angolo della Sala Comune di Corvonero.

Emi pensò fosse meglio posticipare quella discussione a un altro momento e prese a fare il primo compito che le capitò sotto mano: tra una pausa e l'altra, dove Gavin rimase sempre seduto al suo fianco, Emi sentì alcuni studenti teorizzare sull'accaduto di quel pomeriggio.

-Non trovate strano che Evangeline Scott sia coinvolta anche questa volta?

-Ho sentito dire che era in compagnia di quel Prefetto dei Serpeverde! Mcmillan è una famiglia di purosangue molto nota, magari lui ha ucciso tutti quei Mezzosangue...

-Ma anche quella Scott è una Mezzosangue, no? Orfana per giunta! Ha passato tutta la sua vita circondata da babbani...

-Il Preside però sembrava così calmo nonostante fossero morti dodici studenti: secondo me ha qualche rotella fuori posto, ve lo dico io!

Emi dovette trattenersi dallo spezzare la piuma che stringeva tra le dita: che Evangeline si fosse trovata lì era stata una mera coincidenza, o almeno lo sperava, e doveva ammettere che la compagnia di quel Serpeverde era stata inaspettata, ma molto probabilmente involontaria. Insomma, come la sera prima, si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Il mistero delle lune di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora