Capitolo 7.

4 0 0
                                    

L'aria pungente che si respirava sulla Torre di Astronomia riempiva i polmoni di Evangeline, che sembravano ardere ad ogni sospiro: sentiva le braccia deboli e persino le gambe la tenevano su a fatica. Le lacrime le pizzicavano gli occhi e un nodo le stringeva la gola.

Era rannicchiata dietro una delle colonne della torre, cercando di trattenere i singhiozzi: erano settimane ormai che le venivano degli attacchi di quel tipo, ma non riusciva a spiegarselo. Aveva sempre dimostrato di essere una ragazza forte e imperturbabile, ma quello che stava succedendo le ricordava in modo spiacevole la morte dei suoi genitori, ancora vivida nella sua memoria. 

Sospirò profondamente, poggiando la testa sulla pietra fredda e liscia della colonna e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Un suono di passi, alle sue spalle, catturò la sua attenzione, ma decise che non muoversi e restare in attesa lì dietro fosse la scelta migliore: folti capelli neri e profondi occhi scuri come la pece la osservarono con attenzione dall'alto.

-Cosa ci fa qui tutta sola una tosta come te?

La voce di Percival Malfoy, anche se divertita, era sinuosa e magnetica come a suo solito: Evangeline aprì gli occhi e inclinò leggermente il capo per poterlo osservare meglio. Era davvero bellissimo, anche se privo dei tratti distintivi che contraddistinguevano la sua famiglia.

Lui sospirò e con estrema eleganza si sedette di fianco alla Tassorosso con ancora le guance rigate dalle lacrime.

-Ho notato che hai smesso di parlare con le altre. Scelta da parte tua che trovo parecchio stupida, se posso permettermi: ti conosco abbastanza bene da credere che le tue azioni siano dettate da motivi più che nobili, ma che posso assicurarti essere del tutto inutili.

Evangeline accennò un sorriso.

-Sei venuto qui per prenderti gioco di me o per darti un tono?

-Forse entrambe le cose, tu che dici?

Percival allungò la mano verso il viso di Evangeline e con il pollice le asciugò le lacrime: lei, senza neanche accorgersene, finì coll'appoggiarsi al suo palmo e un attimo dopo si ritrovò con il viso immerso nell'incavo del suo collo, avvolta dal mantello di lui. 

-Dimmi dove ti manda il Preside...

-Mi stupisco nel vedere che te ne sia accorta, eppure ho fatto molta attenzione per non farmi scoprire! Ad ogni modo, sai bene, però, che non posso dirtelo, mia cara Eva

Evangeline sollevò la testa, trovandosi a pochi centimetri dal viso di  Percival: aveva sempre trovato negli occhi di quel ragazzo una tristezza indescrivibile, anche se alle volte delle sfumature di luce illuminavano quel suo solito sguardo tetro. Lo vedeva più pallido e smagrito del solito e una sfumatura violacea gli segnava le profonde occhiaie. Non doveva essere un periodo facile neanche per lui. 

-Ho saputo che tuo fratello minore ha iniziato il primo anno

-Davvero? E da chi lo avresti sentito?

Evangeline alzò le spalle, senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo di fronte a lei: da quando aveva una cicatrice all'altezza della mascella?

-Da alcuni del primo anno dei Tassorosso. Lo hanno smistato tra i Grifondoro, per tuo padre immagino non sia stata una bella notizia

-No, non lo è stata...

-Immagina che faccia farebbe se sapesse che frequenti una Mezzosangue

Percival sorrise flebilmente, passandosi una mano tra i capelli scuri.

-Già, immagina se lo sapesse

Una dolorosa fitta obbligò Evangeline a portarsi una mano al petto: anche se aveva usato un tono scherzoso, quella era la loro dolorosa realtà. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 15 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il mistero delle lune di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora