Capitolo 14

164 5 8
                                    

Strizzo gli occhi, sentendo qualcosa muoversi davanti ai miei occhi. Il dolore alle tempie mi percuote la testa e mi muovo sulla superficie in tessuto. Spalanco gli occhi, sentendo un campanello di allarme suonare nella mia testa e superare il dolore.

<Ops, ti ho svegliato? Scusa> nel mio campo visivo compare un ragazzo sconosciuto. È a torso nudo ed è piegato sul tavolino davanti a me, in mano un pacchetto di sigarette. Mi riserva un sorriso furbo, i raggi solari gli colpiscono un lato del viso, rendendo il suo occhio quasi dorato alla luce. Mi tiro a sedere, spingendo in giù la gonna che si era pericolosamente alzata e mi guardo intorno. Sono in un salotto sconosciuto e, per quanto non ricordi nulla, non è il posto della festa di ieri.

<Chi sei?> la mia voce esce roca, quasi come se avessi fumato un pacchetto di sigarette di fila e tossico di riflesso, imbarazzata.
<Un amico di James> mi dice, ma dal suo tono fa intendere tutt'altro.
<Dov'è James?> gli chiedo, raccogliendo il mio telefono e notando l'ora. Le otto meno dieci. Nessuna notifica.
<Di là...vuoi qualcosa da bere?> mi dice. Alzo lo sguardo dal cellulare e lo vedo muoversi verso la cucina dall'altro lato dell'open space. Rimango seduta al mio posto, noto un corridoio laterale che porta nella zona notte e la porta di ingresso. L'appartamento lungo la parete alla mia destra è ricoperto da un enorme finestra che dà la visuale su altri edifici.

Il ragazzo sconosciuto si muove incurante di essere mezzo nudo e non posso non sentirmi a disagio nel vedere i segni che ha lungo il corpo. Non posso credere che James mi ha portato con lui per fare sesso.

<Chris, dove hai messo la mia relazione?> una voce femminile esce dal corridoio e osservo una ragazza in un elegante tailleur aggiustarsi i capelli, mentre si osserva intorno confusa. Il ragazzo si gira guardandola male.
<Io non ho toccato niente> risponde sulla difensiva.
<Certo! Dici sempre così> la ragazza afferra dei fogli sul tavolo della cucina.
<Li tenevo in stanza> lo attacca, infilandoli nella borsa.
<Li avrai spostati per farti scopare tranquillamente sulla scrivania> ribatte serafico. Distolgo velocemente lo sguardo mentre la ragazza lo manda a quel paese ed esce sbattendo la porta di casa.


Il ragazzo si gira verso di me, in mano due tazze fumanti e si avvicina, sedendosi al mio fianco.
<Tieni> mi dice, mollandomela in mano. Indugio se berla o meno. Non credo ci abbia messo qualcosa dentro, ma vorrei che James fosse nei paraggi.
<Io credo di dover tornare a casa> borbotto, prendendo un sorso di tè.
<Ieri non avevi tutta quella fretta. Mi hai tenuto alzato fino alle quattro> la bevanda mi va di traverso e tossico rumorosamente.
<Oh...non mi dire che non ricordi niente?> sbianco a quelle parole.

No, non può essere.

Il ragazzo scoppia improvvisamente a ridere e mi rendo conto che mi ha solo preso in giro.
<Stavo scherzando! Non abbiamo fatto niente, però mi hai costretto a giocare a Monopoli> lo guardo male, sentendo l'imbarazzo invadermi improvvisamente. Non mi sono mai sentita così a disagio in tutta la mia vita.

<Chris, accompagnaci a casa> James entra in soggiorno, sistemandosi la maglietta. Il moro lo guarda male.
<Ti sei scopato mia sorella e vuoi anche che ti riaccompagni a casa? Sei veramente un pezzo di merda>
<Non siete nemmeno veramente fratelli. Non cagare il cazzo> gli risponde a tono. Mi alzo in fretta dal divano e mi avvicino a James, sistemandomi dietro di lui. Voglio tornare a casa.
<Che gli hai fatto?> James mi lancia uno sguardo confuso e poi guarda male questo Chris.

Il ragazzo alza le mani in alto.
<Ehi. Non ho fatto niente, stavo solo scherzando> dice alzandosi in piedi. Si avvicina a noi e si ferma a un passo dal mio amico.
<E poi se sei tanto preoccupato la prossima volta non lasciarmi delle mocciose ubriache a cui badare solo perché non sai più dove infilare il tuo cazzo> aggiunge e non sembra per nulla ironico, poi sorride.
<Mi vado a vestire, aspettatemi pure giù> James alza gli occhi al cielo, prendendomi per mano e trascinandomi fuori dall'appartamento.

InnermostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora