Se voglio, posso chiamarti.
È un pensiero polivalente come ciò che faccio per lavoro,
che funziona per i sogni in cui ti incontro
Per i giorni in cui ti cerco
Per quello che posso.
Dove sto sbagliando, se il risultato è il calore
del colore dei tuoi occhi ridenti?
I patrimoni artistici non sono forse appartenenti a tutti?
È una schiavitù bugiarda a regalarmi questa euforia superficiale,
ma controllo attraverso i vetri e le pagine se tu ci sei,
e decido io fin dove questa arsura mi può bloccare.
Vorrei guardarti più spesso attraverso uno spicchio di sole,
con la scusa di non riconoscerti abbagliata dalla luce
-abbagliata da te.
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Poetryè quella delle mie lacrime che innaffiano le pareti più interne del mio essere coltivando fiori selvatici su un sentiero impervio che mai avrei osato percorrere è quella della pioggia che fa lacrimare i vetri quando te ne vai