Speranza

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La mattina seguente, Sarah ricevette una chiamata da sua madre con notizie che riempirono il cuore di speranza: il nonno sembrava sentirsi meglio. Senza perdere tempo, corse a svegliare Holden e Lorenzo.

"Il nonno si sente meglio! Dobbiamo andare subito in ospedale," disse Sarah con il cuore che batteva forte.

Holden e Lorenzo si prepararono velocemente, pronti a partire. Arrivarono all'ospedale e corsero verso la stanza del nonno.

Sarah e Lorenzo entrarono per primi. Il nonno era sveglio e sorrideva debolmente. "Nonno!" esclamò Sarah, correndo ad abbracciarlo.

"Stella mia," disse il nonno, accarezzandole il viso. "Sono contento di vedervi."

Lorenzo si avvicinò, prendendo la mano del nonno. "Come ti senti, nonno?"

"Un po' meglio, ragazzo mio. Ma ancora debole. Sono contento di vedervi tutti qui," rispose il nonno con voce roca ma affettuosa.

Dopo alcuni minuti di conversazione, il nonno guardò Sarah e Lorenzo. "E Joseph? So che è qui. Vorrei vederlo."

Sarah annuì, uscì dalla stanza e trovò Holden in corridoio, ansioso. "Il nonno vuole vederti, Jo," disse con un sorriso timido.

Holden entrò nella stanza con un po' di esitazione. Il nonno lo guardò e sorrise. "Joseph, vieni qui," disse con voce affettuosa.

Holden si avvicinò al letto, e il nonno gli prese la mano. "Come sta, signore? Siamo tutti preoccupati per lei."

"Non chiamarmi signore, va bene se mi chiami nonno." disse ridendo.
Holden sorrise, commosso. "Va bene, nonno."

"Comunque sto meglio, grazie. Ma volevo dirti una cosa importante,"

" di tenere stretta Sarah. Lei ti ama, lo vedo da come vi guardate. Stalle vicino."

Holden annuì, gli occhi pieni di emozione. "Vi amate davvero tanto. Oggi è difficile trovare un amore vero e puro come il vostro," aggiunse il nonno, con un sorriso affettuoso.

Sarah si avvicinò, prendendo la mano del nonno. "Nonno, grazie. Ti voglio tanto bene," disse con la voce tremante.

"Anch'io, stella mia. E sono felice di vedere quanto amore c'è tra voi due," rispose il nonno, stringendo le mani di entrambi.

Passarono ancora un po' di tempo con il nonno, parlando e cercando di mantenere alto il morale. Dopo un po', il nonno si addormentò, esausto ma con un sorriso sul volto.

Tornati a casa dall'ospedale, Lorenzo andò subito a riposarsi, visibilmente esausto dalle emozioni della giornata. Sarah e Holden, invece, salirono nella camera di lei, cercando un po' di tranquillità e conforto reciproco.

"Come stai ora?" chiese Holden, guardandola con dolcezza.

"Mi sento meglio, pensando che il nonno è migliorato," rispose Sarah, con un sorriso timido.

"Menomale, piccolì," disse Holden, aprendo le braccia.

Sarah corse ad abbracciarlo, stringendosi forte a lui. Si persero nei loro sguardi, i cuori battendo all'unisono, e finalmente si diedero il bacio tanto desiderato che entrambi volevano da tempo.

"Jo," sussurrò Sarah, con un misto di emozione e esitazione.

"Sare, non vuoi?" chiese Holden, preoccupato.

"No, io lo voglio ma..." iniziò Sarah, la voce tremante.

"Nessun ma, fai quello che senti," disse lui, guardandola con occhi pieni di comprensione e attesa.

Sarah lo prese e lo ribaciò, questa volta con ancora più passione. Si lasciarono trasportare dal loro amore, dimenticando per un attimo tutte le difficoltà e il dolore che avevano affrontato.

Dopo essersi svegliati, Holden istintivamente abbracciò Sarah, stringendola a sé. "Nessuna sarà mai come te, Sare," disse con voce ferma ma dolce.

"Anche per me è la stessa cosa, Jo," rispose Sarah, accarezzandogli il viso con affetto.

Rimasero così, abbracciati, trovando conforto e speranza l'uno nell'altro. In quel momento, tutto sembrava più chiaro: nonostante le difficoltà, il loro amore era più forte di qualsiasi ostacolo.

Sarah sospirò e si sollevò leggermente. "Jo, dobbiamo parlarne," disse con un tono serio.

Holden si irrigidì leggermente. "Parlarne? Di cosa?" chiese, cercando di mantenere la calma.

"Di noi, di quello che è successo, di quello che vogliamo fare," rispose Sarah, cercando le parole giuste.

"Cazzo, ora siamo stati bene e tu devi sempre trovare un pretesto per litigare," esplose Holden, alzandosi dal letto.

"Un pretesto? Jo, io ho bisogno di sicurezze da parte tua," ribatté Sarah, sentendosi ferita dalle sue parole.

"Sicurezze? Non vedi che sto cercando di fare del mio meglio?" chiese Holden, con frustrazione evidente nella voce.

"Non basta fare del tuo meglio, Jo. Ho bisogno di sapere che possiamo costruire qualcosa di solido insieme, che posso fidarmi di te," disse Sarah, con le lacrime agli occhi.

Holden si fermò e la guardò, vedendo la sincerità e la vulnerabilità nei suoi occhi. "Io ti amo, Sarah. Non c'è niente che voglia di più che stare con te. Ma anche tu devi fidarti di me," disse, avvicinandosi a lei e prendendole le mani.

Sarah lo guardò per un momento, poi annuì lentamente. "Lo so, Jo. È solo che... ho paura. Paura di soffrire ancora," confessò.

Holden la tirò a sé, abbracciandola stretta. "Non ti farò soffrire. Lo prometto," disse con voce ferma.

Sarah si lasciò andare nel suo abbraccio, trovando conforto nelle sue parole. "Va bene. Proviamoci," disse, alzando lo sguardo verso di lui.

Holden sorrise e la baciò dolcemente sulla fronte. "Proviamoci. Insieme," disse, con determinazione.

La tensione tra loro sembrava dissolversi mentre si stringevano l'un l'altro, decisi a superare ogni difficoltà e a costruire qualcosa di vero e duraturo.

Quella sera, mentre stavano preparando la cena, Sarah sentì il bisogno di chiarire un altro punto. "Jo, dobbiamo essere sinceri l'uno con l'altro. Sempre," disse, guardandolo negli occhi.

"Lo so, Sare. E lo saremo," rispose lui.

"Prometti?" chiese Sarah, cercando rassicurazione.

"Prometto," disse Holden, stringendole la mano.

Il richiamo del destino//sequel Holden e SarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora