Fuga dalla realtà

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Decisero di non tornare in villa, e Gabriel la portò in un posto che aveva scoperto l'altro giorno durante una passeggiata notturna.

Una volta lì, scambiarono certe parole.
"Sai, Wallace, pensavo che fossi solo una bambina testarda e capricciosa, ma mi tai anche un effetto stranissimo," disse Gabriel.

"Che effetto ti faccio, Guevara?" chiese
Gaia, avvicinandosi.

"Non provocarmi, Gaietta," disse
Gabriel, allontanandosi e scuotendo la testa.

"Che c'è, ora sei tu che scappi?" disse
Gaia, posizionandosi davanti a lui.

"Wallace, mi stai provocando un po' troppo e potrei non resistere," disse Gabriel, guardandola.

"Sei consapevole di essere ancora minorenne, e questo per me è un guaio enorme, disse, cercando di mettere le cose in chiaro.

"E rischieresti questo guaio enorme per me?" scherzo Gaia.

Gabriel rise. "Ahhh, piccola Wallace," disse, mettendosi le mani sul volto.

"Smettila di chiamarmi così, Guevara," disse Gaia, guardandolo.

Gabriel si tolse le mani dal volto e si avvicinò a lei. "Quello che vorrei fare ora è troppo rischioso," disse.

"A me piace il pericolo, e a te,
Guevara?" chiese Gaia.

Gabriel la baciò intensamente. "Anche a me," disse, cedendo alla passione.

"Non credo sia una buona idea. Tu sei ancora piccola e io.." tentò di dire Gabriel, ma Gaia lo zitti con un bacio, e entrambi si abbandonarono al momento.

La mattina successiva, entrambi si svegliarono sulla spiaggia, realizzando ciò che era accaduto la notte precedente. Gabriel la guardò con tenerezza prima di baciarla dolcemente sulla fronte.

"Gaia, questa cosa non può funzionare," disse Gabriel con voce roca. "Tu sei ancora giovane e io sono un casino."

Gaia lo guardò, gli occhi pieni di rabbia e delusione. "Che cazzo stai dicendo, Gabriel? Sei tu che hai voluto tutto questo, non mettermi addosso la tua merda!" gridò, scagliandogli addosso una serie di parolacce.

Gabriel cercò di avvicinarsi per spiegarsi, ma Gaia lo respinse con forza. "Non toccarmi! Hai detto quello che pensi di me, ora lasciami in pace!" disse, la voce tremante per l'emozione.

"Gaia, ascoltami, per favore," supplicò Gabriel, cercando di afferrare la mano di Gaia per attirare la sua attenzione.

Gaia lo fulminò con lo sguardo, ritraendo la mano bruscamente. "Non hai diritto di chiedermi di ascoltarti dopo quello che hai detto! Sei solo un coglione che non sa cosa vuole!" rispose, il tono pieno di amarezza.

Gabriel abbassò lo sguardo, sentendosi terribilmente in colpa per averla ferita così profondamente. "Mi dispiace, Gaia. Non volevo farti del male," disse con voce soffocata dall'emozione.

Gaia scrollò le spalle, cercando di trattenere le lacrime. "Sei davvero un pezzo di merda, Gabriel. Non voglio più vederti," disse con voce rotta, voltandosi di scatto per nascondere la sua sofferenza.

Fuoco e Benzina//Gabriel GuevaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora