Attrazione Proibita

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### Attrazione Proibita

La giornata in spiaggia era proseguita con una tensione palpabile tra Gabriel e Gaia. Gli amici notavano il comportamento distante e i silenzi prolungati, ma nessuno osava chiedere spiegazioni. Decisero di non tornare subito alla villa, preferendo invece allontanarsi dal gruppo per chiarire le cose. Gabriel condusse Gaia in un piccolo angolo nascosto della spiaggia, un luogo appartato che aveva scoperto durante una delle sue passeggiate notturne.

"Perché mi hai portato qui?" chiese Gaia, incrociando le braccia sul petto, chiaramente ancora arrabbiata.

Gabriel sospirò. "Volevo parlare senza essere interrotti. Gaia, so che sei arrabbiata, e hai ragione di esserlo."

"Arrabbiata? Non hai idea di quanto mi hai ferito, Gabriel," rispose lei, la voce tremante di emozione repressa.

Lui si avvicinò, cercando il suo sguardo. "Non volevo che andasse così. Mi sono lasciato trasportare dal momento, ma questo non significa che non mi importi di te."

Gaia scosse la testa, incredula. "Importa di me? Hai detto chiaramente che non può funzionare. Che sono troppo piccola e che tu sei un casino. Quindi, cosa vuoi davvero da me?"

"Non è così semplice, Gaia," disse Gabriel, cercando di trovare le parole giuste. "Provo qualcosa per te, ma non posso negare che sia complicato."

Gaia lo fissò con rabbia. "Complicato? Hai idea di quanto dolore mi hai causato con le tue parole? Non puoi semplicemente farmi questo e poi aspettarti che io resti."

Gabriel si avvicinò ulteriormente, il desiderio di toccarla diventava sempre più forte. "Non voglio ferirti, Gaia. Ma non posso neanche darti false speranze. Io sono... io sono un disastro, e non voglio trascinarti nei miei problemi."

Gaia si voltò, guardando il mare. "Ho pensato, anche solo per un momento, che potesse esserci qualcosa di vero tra noi."

Le parole di Gaia colpirono Gabriel profondamente. "Gaia, non è che non voglio... è che non posso. Non sarebbe giusto per te."

Lei si voltò verso di lui, gli occhi pieni di lacrime trattenute. "Sai cosa? Non voglio più sentire le tue scuse. Se non puoi decidere cosa vuoi, allora è meglio che restiamo lontani."

Gabriel la guardò, il dolore e la frustrazione nei suoi occhi. "Forse hai ragione. Forse è meglio così."

Gaia annuì, le labbra tremanti. "Sì, forse lo è."

Il silenzio calò su di loro mentre le onde si infrangevano dolcemente sulla riva. La tensione tra loro era ancora tangibile, ma entrambi sapevano che nessuna parola avrebbe potuto risolvere la situazione in quel momento.

Decisero di tornare indietro, ma la distanza tra loro sembrava insormontabile. Tornarono in silenzio, ciascuno perso nei propri pensieri, consapevoli che qualcosa di importante era cambiato tra loro, qualcosa che non poteva essere semplicemente ignorato o dimenticato.

La discoteca era piena di luci scintillanti e musica assordante. Gabriel e Aron stavano appoggiati al bancone del bar, osservando il gruppo di amici che si divertiva sulla pista da ballo. Gabriel non poteva distogliere lo sguardo da Gaia, che ballava con una furia che tradiva i suoi sentimenti contrastanti.

"Ti sei comportato da vero stronzo," disse Aron, scuotendo la testa mentre guardava anche lui Gaia.

Gabriel sospirò pesantemente. "Lo so, Aron. Ma stavamo lì, ed è successo. Solo la mattina dopo mi sono reso conto di tutto e anche che non potevamo stare insieme. Lei è troppo piccola e io ho una situazione di merda, bro."

Aron lo fissò con uno sguardo severo. "E questo ti giustifica? Hai fatto un casino, Gabriel. Se davvero ti importa di lei, devi fare di meglio."

Gabriel abbassò lo sguardo, tormentato. "Non so cosa fare. Ogni volta che provo a parlare con lei, finisce solo per peggiorare le cose. La mattina dopo è stata terribile. Le ho detto che non poteva funzionare e lei si è arrabbiata ancora di più."

Aron annuì, riflettendo sulle parole dell'amico. "Forse devi darle un po' di spazio. Lascia che sia lei a decidere se e quando vuole parlarti."

Intanto, Gaia continuava a ballare, cercando di dimenticare il tumulto interiore. Sentiva gli occhi di Gabriel su di lei, e ogni sguardo la faceva sentire ancora più confusa e arrabbiata.

Gabriel osservava Gaia, sentendo una morsa al cuore. "Voglio solo che sia felice, Aron. Ma non so come fare senza ferirla ancora di più."

Aron sospirò. "È una situazione complicata, fratello. Ma se davvero ci tieni a lei, troverai un modo. Anche se significa starle lontano per un po'."

Gabriel annuì lentamente, realizzando la verità nelle parole di Aron. "Hai ragione. Forse è meglio che le dia un po' di spazio."

Con quella decisione in mente, Gabriel si allontanò dal bancone e si diresse verso l'uscita, lasciando Aron a osservare la scena. Gaia lo notò andarsene, sentendo un misto di sollievo e tristezza. Sapeva che la loro storia era complicata, ma non poteva ignorare ciò che provava per lui.

La notte continuò, ma per Gabriel e Gaia, la musica e le luci sembravano solo un sottofondo distante rispetto alla tempesta emotiva che entrambi stavano vivendo. La realtà delle loro vite complicate li aveva colpiti duramente, lasciandoli a chiedersi se avrebbero mai potuto trovare un modo per stare insieme senza ferirsi a vicenda.

Fuoco e Benzina//Gabriel GuevaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora