Leah
Corro per gli ampi corridoi della Box Hill come se stessi gareggiando ai mille metri, con lo zaino in spalla e i capelli legati in una coda bassa paragonabile a quella che si faceva mia nonna prima del suo "taglio da signora".
Quando mi sono svegliata questa mattina gravemente in ritardo, ho quasi avuto un attacco isterico.
Prima gli imbarazzanti stivali di gomma, oggi le chiazze di sudore che sono sicura di avere sotto la camicia al momento coperta dalla giacca.Varco l'uscita esterna attraversando l'immenso campo da rugby, continuando a dire "scusa, oh scusami, scusatemi tutti, non odiatemi vi prego" tra un lancio di una palla e l'altro.
Quando arrivo al campo da hockey sul prato, nonché alla prima lezione della giornata, mi sento più che fortunata.
Nessuno mi ha stesa con uno di quei colpi da orco.-Leah Hart?-
L'insegnante, un uomo tozzo con una ciambella al cioccolato in mano e un cappellino rosso con la visiera che gli copre metà viso, sembra spazientito a livelli estremi.
-Presente!-
I miei polmoni non più.
Ben venti ragazze si girano nella mia direzione, e quando prendo una storta per via delle gambe che ancora non hanno capito che è mattina e dovrebbero funzionare, l'umiliazione si moltiplica.
Fa finta di niente.
-Ci sono degli orari da rispettare, non siamo qui per giocare.- inizia a dire il professore.
-Ah, come no?-
-Cioè, certo che siamo qui per giocare. Ma non in quel senso, intendevo con... ah, lascia perdere, vai a cambiarti. In fretta, non abbiamo tutta la mattina.-
Ho appena capito chi è il mio insegnante sfavorito qui dentro.
Vado quindi in fretta e furia verso gli spogliatoi, ma torno indietro con la faccia mortificata.-Ho la divisa nel mio armadietto, dovrei andare a prenderla.-
Ora mi ammazza.
-Te l'ho presa io, è nel borsone di Esther dentro agli spogliatoi.-
Casey, detta anche la salvatrice, fa capolino tra il gruppo di ragazze.
Una gonna-pantalone nera sportiva mette in risalto le sue gambe sode e la maglietta verde scuro con sopra lo stemma della Box Hill fa risaltare la pelle dorata.Fisso le divise addosso alle altre ragazze.
A me non starà mai come a loro.-Hart cosa stiamo aspettando, che nevichi?- mi rimbecca il professore.
-Meteorologicamente parlando, è difficile che nevichi a settembre.- avanzo, stranita.
-Lo so che non può nevicare a settembre, ma che diavolo ti passa per la test–
Ferma la frase a metà, mosso da un impeto nervoso, prima di sistemarsi il cappello sopra la testa pelata.
-Vorrei solo finire questa benedetta ciambella prima di iniziare l'ennesima giornata miserabile da insegnante, senza farlo sembrare un travaglio gemellare.- sbuffa rumorosamente.
-Sicuramente il suo dietista non è della stessa opinione.-
Con la voce puntigliosa e per la prima volta senza tacchi ai piedi, Ruby l'asfaltatrice guarda il professore con un'espressione da "Tanto non puoi dirmi niente".
Ed effettivamente non riceve alcun rimprovero per il suo commento.Riprendo la mia corsa verso gli spogliatoi questa volta, e ringrazio il cielo di essere da sola qui dentro.
Se fossi arrivata in orario mi sarei dovuta cambiare insieme a tutte le altre, e la mia insicurezza grida un grande e grosso NO.
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Blue Light
Teen FictionLeah Hart, adolescente che vive in simbiosi con il suo cane, si ritrova a dover lasciare la sua amata tenuta a Lacock per trasferirsi dal padre a Londra. Non che la cosa le dispiaccia, anzi. Predisposta a crearsi un nuovo Io, il suo inno vittorioso...