4. Mi hai calpestato

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Leah

Non passa molto tempo prima che le voci di corridoio su Jaden Raikov giungano alle mie orecchie.

O voci di bagno, dato che al momento sono chiusa dentro al box con la testa tra le mani.

Sono una persona ansiosa e le novità mi mettono in difficoltà, è più forte di me.

Ci ho provato ad entrare a mensa con Casey prima, ma pullulava di studenti in ogni dove e sentivo l'aria mancarmi nei polmoni.
Così sono andata via con la scusa di dover passare in segreteria, cosa che avrei dovuto fare ugualmente più tardi.

In ogni caso, ho delle informazioni adesso.
Stare seduta sul pavimento di fianco al water in ceramica ha i suoi vantaggi.
O svantaggi, dipende dai punti di vista.

La notizia del pestaggio si è sparsa a macchia d'olio dentro la BoxHill e un gruppo di ragazze ha iniziato a parlare dei possibili sospettati.
Tutte concordavano su una persona.
Jaden.

"Avete ragione, è stato lui!!" avrei voluto gridare, ma poi avrebbero capito che stavo origliando.
Grazie al cielo che non l'ho fatto, in quanto dopo ne è seguito un discorso che si incentrava sulle qualità da bello e impossibile di Jaden.
Letteralmente.

Finchè non hanno nominato suo padre.

"Tale padre, tale figlio. Magari finiscono in celle vicine" avevano detto, aggiungendo " Sarebbe un vero peccato se un figo del genere finisse in carcere, una possibilità con lui me lo meritavo."

L'amica aveva ribattuto ricordando che non sarebbe stato di certo il suo arresto a toglierle questa possibilità.
L'attenzione di Jaden, a detta loro, è impossibile da catturare, figuriamoci da mantenere.
Nessuno lo incuriosiva abbastanza per sprecarci del tempo.

Poi avevano iniziato a parlare di gloss, come se niente fosse.

E io ero ancora a bocca spalancata.

Il padre di Jaden è un criminale carcerato!?

Questo rende il tutto ancor meno rassicurante, se possibile.

Obbligata ad uscire dai bagni a seguito della fine della pausa pranzo, camminando per i corridoi quasi riesco a percepirne la presenza.
Seppur sia in un'altra città, in un'altra scuola e con altre persone, loro sono sempre presenti.

Le risate, i bisbigli detti alle orecchie e quella costante sensazione che chiunque stia parlando di me.
E lo facevano.
Parlavano di me, facevano commenti su di me.

I più buoni li sussurravano, i più cattivi li gridavano in mezzo a tutti.
Crescendo però, avevo presto compreso che i peggiori erano quelli sussurrati.
Non sapere cosa dicevano faceva scattare dei meccanismi nel mio cervello che portavano ad attribuirmi qualsiasi cattiveria possibile.

La mia stessa mente contro di me.

-La scuola per gli studenti diurni chiude alle 16. Questi invece sono gli orari per la biblioteca e gli spazi comuni. I corsi ricreativi durante e dopo l'orario scolastico sono indicati per una buona integrazione all'interno dell'istituto. Abbiamo squadre femminili di tutti gli sport qui sopra elencati, oltre alle arti come teatro, musica e danza. Frequentarne uno è strettamente necessario.-

Ho capito metà delle cose.

La segretaria attende una mia risposta con la penna a mezz'aria sull'elenco.
Mi schiarisco la voce.

-Posso pensarci o devo dirlo adesso?-

La fronte si corruccia lievemente, prima di lasciarmi il volantino.

-Una settimana al massimo, poi ci aspettiamo tu abbia una risposta.-

-Una settimana, perfetto. Grazie mille.-

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