12. Cori e fumogeni

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Leah

-Non fare la pazza come al solito iniziando ad offendere la curva rivale.-

-Ma chi, io? Tu pensa a stare più in piedi che per terra.-

-Parla quella che nel salto ad ostacoli ad atletica sembrava si buttasse come una carcassa morta intenzionalmente.-

-Era un giro di prova, genio! E poi la mia specialità sono gli scatti, lo sai pure.-

Casey e Cole sono la definizione di cane e gatto.
Nero e bianco, rumore e silenzio.
Così uguali esteticamente, persino nella curvatura del naso o la forma del viso ovale, ma due poli opposti nel modo di fare.

-Confido su di te, Leah.-

L'uscita di Cole fa roteare gli occhi a Casey, che con il suo striscione con sopra scritto "Uccidiamoli" sale la gradinata, prendendo posto.

-La prende davvero sul serio questa partita, dovete uscirne vittoriosi dopo tutto l'impegno per gli striscioni.- osservo divertita.

Si, Casey ne ha preparati vari e mi sono offerta come aiutante questa mattina a scuola.
Si è impegnata a distribuirli lungo la curva con altri ragazzi, con l'aiuto di Esther che sembra legata e costretta a presentarsi.
E forse lo è anche.

Come accennato ieri a mensa, oggi si terrà la prima partita di calcio, quella di inizio stagione.
O almeno così ho sentito dire.
Sono qui di fianco a Cole, vicino al bordo campo, pochi momenti prima che inizi la partita.

L'aria è un mix di nervosismo ed eccitazione, con il ronzio costante delle conversazioni, l'odore di hot dog venduto da un chiosco improvvisato e un ragazzo che attraversa la scalinata fermato ogni due per tre da qualche affamato.
Trombe, trombette, canti e cori da entrambe le curve, BoxHill e ACS.
Il cielo grigio preannuncia una di quelle piogge tipiche inglesi che ti inzuppano persino le mutande, ma le persone non sembrano farci caso.

-E' una cosa stupida se non sento alcuna pressione addosso?- chiede Cole.

Magari io.

-No, anzi. Significa che riesci a mantenere la razionalità. E' un pregio.-

Già solo essere qui di fianco al campo mi fa immedesimare su cosa si provi a giocare.
Non che ne sappia qualcosa, sia chiaro.
Il mio campo sono i libri e i Lego.

Cole si passa una mano sul ciuffo biondo, come in un riflesso abituale.

-Ci sono anche gli sponsor, oggi. Sono loro a indicare le promesse all'Accademia.-

Giro di poco il viso, guardando seduti dall'altra parte del campo come una giuria una quindicina di persone.
Qualcuno addirittura con delle telecamere.

-Immagino che l'obiettivo sia impressionarli...- commento.

Fossi io in una situazione del genere, dalla pressione avrei giocato sicuramente malissimo.
Forse piangendo anche alla fine.

-Proprio così. Ed ero convinto a farlo fino a due minuti fa.-

-In che senso? Hai cambiato idea?-

-Sai quando senti che qualcosa non è fatta per te ma ci provi lo stesso?-

-Tipo la vita?-

-Cosa?- si avvicina, inclinando di poco il viso per capire meglio.

Oh no, mi è uscito senza alcun preavviso.

Il piano "cambiare la mia immagine nella testa di Cole" non avrà vita lunga se non studio ogni passo da fare.
Persino parola da dire.

-Più o meno, dicevo. Non pensi che il calcio sia fatto per te?-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 25 ⏰

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