6. Il gazebo

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Leah

E' lunedì mattina e sono già arrivata a scuola, mezz'ora in anticipo.
Non volevo incrociare mio padre a colazione, così ho preso due autobus prima di quello che avrei dovuto prendere.

Codarda?
Assolutamente si.

Sto letteralmente evitando mio padre.
Per non parlare dell'interrogatorio a tappeto da parte della polizia a tutti i presenti a quella maledetta festa.
L'ansia che ho ammontato in questi giorni riempirebbe una casa intera.

Non sono stata chiamata a testimoniare però.
Come avrei dovuto?
Sono scappata come una codarda.

Scappata e un ragazzo è in coma.

Il solo pensiero mi fa venire da piangere.

Seduta nella sala comune, aperta agli studenti del collage e nel quale sono riuscita ad entrare senza troppi complimenti, mi rendo conto di star fissando il vuoto da dieci minuti.

Basta pensarci, hai fatto la tua scelta e ora ti prendi le conseguenze.

Torno quindi a leggere e riscrivere i vari riassunti sul mio quaderno ad anelli, vedendo seduta a qualche tavolo di distanza Katie.
Porta un fiocco rosso al posto della cravatta della divisa, in contrasto con la pelle chiara e tappezzata di lentiggini su naso e guance.

Intenta com'è a studiare, non provo neanche a disturbarla quando mi alzo per prendere un bicchiere d'acqua.
Posiziono il bicchiere di plastica sotto la macchinetta automatica, alzando poi lo sguardo su una parte di parete in sughero dove sono appesi vari volantini.
Attività riguardanti lo sport, varie date delle partite e le scuole avversarie, numeri per ripetizioni e...

Progetto Gazebo BoxHill - collaborazione con comune di Londra

Cattura subito la mia attenzione.

Sono aperte le iscrizioni per i test riguardanti la costruzione del gazebo come progetto di beneficienza.
Dedicata agli studenti dal terzo al quinto anno, no inferiori.
Per informazioni rivolgersi a Mr. Harvey.

Avverto le dita bagnarsi improvvisamente, rendendomi conto di aver fatto strabordare l'acqua ovunque.
Impreco sotto voce dandomi dell'incapace, mentre afferro dei tovaglioli lì di fronte e asciugo il casino che ho combinato.
Una volta sistemato il tutto, torno di fronte a quel volantino.

Mr. Harvey è il professore di architettura, potrei andare a sentirlo riguardante questi test e magari potrei addirittura...

-Non vincerai mai.-

Volto il viso, sorpresa.
Katie guarda il volantino, tornando poi su di me.

-Non è per cattiveria, ma statisticamente parlando sei già fuori.-

-Ci sono dei test da fare, o almeno qui c'è scritto questo. Ho una buona media di voti, mi piace studiare.- mi sento dire, davanti agli occhi color miele di Katie che mi rivolge parola per la prima volta.

Solo per essere maleducata, aggiungerei.

-Non lo metto in dubbio.- sospira, mettendolo chiaramente in dubbio.

-Ma ci sono studenti che studiano per quel progetto da anni, viene richiesta una media minima del 9.39%.-

Minima!?

Improvvisamente le frasi che ha detto mi risultano non più così maleducate, ma più realistiche.
Ha comunque un modo di dire le cose alquanto cinico e senza tatto.

-E in quanti partecipano a questo progetto?- chiedo, cercando di mascherare il mio tono ora dipinto con una nota di delusione, già in partenza.

-Il problema non sono in quanti, ma chi.-

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