Pulisci

3.6K 13 1
                                    

Rose mi scrive quasi tutti i giorni. Lei è ancora in Spagna, a Fuerteventura, dove ha trovato un impiego fisso come fotografa. Ci raccontiamo le nostre vite, a volte ci telefoniamo. Lei mi manda le foto che scatta a quei paesaggi bellissimi e poi, se è ispirata, mi manda qualche autoscatto senza vestiti. Io ricambio, sperando che confermerà presto il volo di ritorno per l'Italia.

È un sabato mattina come tutti gli altri, sto rassettando la casa, quando la mia amica storica, Giulia, mi chiama.
"Ehi Gre! Scusa se ti disturbo, ma... Ho un problema con mia madre."
Sua madre, Carla. La prima donna che abbia mai baciato, la milf che mi ha iniziato all'amore saffico. Il mio cuore fa un balzo.
"Che succede con tua madre?"
"Purtroppo la pioggia di stanotte le ha allagato tutto il salotto, avrebbe bisogno di una mano per asciugare e sistemare. Io devo lavorare, non posso. Non è che tu potresti darle una mano? Ha chiesto di te."
Chiudo gli occhi per un momento. È l'ennesima trappola di Carla, l'ennesima scusa per avvicinarsi a me.
"Ok, dille che ci sarò. Mi cambio e vado da lei."

Sono davanti alla sua porta, vestita per lavorare: leggins sportivi, maglietta, scarpe da tennis.
Carla, vestaglietta corta e piedi nudi, mi accoglie in casa.
"Prego, entra!"
Io la saluto e, come sempre, resto sbalordita dalla sua fisicità: è più alta di me di almeno dieci centimetri, ha le gambe toniche e dei capelli biondi pettinati con cura, mossi in onde meravigliose.
"Purtroppo, come vedi, l'acqua è entrata nel salotto... Ti ringrazio se potrai pulire. Lo strofinaccio è lì per terra."
Detto ciò, Carla si siede sul divano, con un bicchiere di vino in mano. Deduco che dovrò fare tutto da sola, ma del resto, Carla è una mistress: vuole tutte le donne ai suoi piedi. Letteralmente.
Mi inginocchio sul pavimento ed inizio a strofinare: l'acqua ha lasciato delle tracce di sporco, quindi devo insistere molto con lo straccio.
Carla mi guarda con aria distratta, come se non le importasse. Io sto sudando.
"Forza piccola, ci vuole un po' di impegno per togliere quelle macchie!"
Continuo il lavoro, con più vigore. Mi sento umiliata, degradata, ma... Eccitata.
Ad un certo punto, urto il tavolino, facendo cadere un vasetto a terra, che però non si rompe.
"Cosa hai combinato?! Vieni subito qui, davanti a me. Inginocchiati."
Faccio come dice, fissandola intensamente negli occhi; lei è magnetica.
"Mi hai fatto innervosire con la tua incapacità, perciò ora devi farmi rilassare... Baciami i piedi."
Mi porge un piede, longilineo e curato, con lo smalto di colore rosso.
Appoggio le mie labbra e faccio come dice, con delicatezza.
"Questo non è un bacio! Mettici più passione!"
Ok, eseguo. La sua pelle è liscia, con un vago sentore di fiori. È un piacere baciare i suoi piedi, poi passo a succhiarle le dita, una per una.
"Ecco, questo è quello che intendevo! Uh, che caldo!" esclama, togliendosi la vestaglia. Sotto, è completamente nuda.
"Spogliati anche tu, coraggio. Voglio vederti."
Mi tolgo i vestiti sportivi che mi ero portata, rimanendo senza veli.
"Che belle tette... Proprio come me le ricordavo!" dice, allungandosi per sfiorarmi un capezzolo.
Io rabbrividisco.
"Ok, ora baciami le gambe e poi... Leccami come ti ho insegnato."
Percorro con la mia lingua le sue lunghe gambe, per poi arrivare all'inguine.
"Vediamo se sarai brava almeno in questo, la casa me l'hai pulita da schifo!"
Più mi tratta male, più mi accendo.
Le do la soddisfazione che cerca, la mia lingua la esplora, mentre con le mani percorro il suo corpo tonico.
"Sì, piccola... Ti ho insegnato bene!"
Carla mormora frasi come questa, afferrandomi per i capelli, spingendo la mia faccia contro il suo clitoride, finché non prorompe in un grido soffocato.
Mi lecco le labbra, ubriaca del suo sapore, mai soddisfatta.
"Carla..." comincio, guardandola negli occhi.
"Il tuo lavoro qui è finito. Grazie per l'aiuto. Ora puoi andare!"
Mi ha fatta spogliare tutta, per poi non toccarmi neanche. È questo il suo potere.
Mi rivesto e scappo fuori, i sensi di colpa che si mischiano all'esaltazione.
È questa la mia condanna.

Le avventure di una ragazza cattiva (III)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora