'Merda!'
«Che cazzo ci hai messo dentro?» chiesi all'idiota che tenevo dalla maglietta.
Quel gran coglione mi guardava completamente ter-rorizzato.
«Rispondimi!» gli urlai maledicendo il giorno in cui avevo conosciuto la mia sorellastra e maledicendo anche quel cazzone di Zack Rogers per averla portata a una festa del genere.
«Cazzo, zio!» disse con gli occhi spalancati. «Burun-
danga» ammise quando lo stampai contro la parete.
Merda... quella era la droga che usavano certi stronzi per poter abusare di una tipa. Era incolore e inodore, motivo per cui era così facile mischiarla a una bevanda senza che nessuno se ne rendesse conto.
Il solo pensare a ciò che sarebbe potuto succedere mi annebbiò la mente e non riuscii a controllarmi. Ma che razza di stronzo poteva fare una roba del genere a una ragazza? Una volta finito con lui non l'avrebbero più riconosciuto nemmeno sulla carta d'identità. Quella sera mi sarei ridotto le mani a una merda.
Lo colpii così tante volte che persi il conto.
«Nicholas, fermati!» urlava una voce alle mie spalle.
Bloccai il pugno prima di scagliarlo di nuovo contro la faccia di quel figlio di puttana.«Prova a riportare quella merda a una delle mie feste e quello che ti ho fatto oggi ti sembrerà una carezza» lo minacciai assicurandomi che ascoltasse bene le mie paro-le. «Mi hai sentito?»
Il coglione se ne andò il più lontano possibile da me barcollando e sanguinando.
Mi voltai e trovai una Noah completamente terroriz-zata.
Provai qualcosa di strano nel vedere la sua espressio-ne. Maledizione, per quanto poco la sopportassi e per quanto avessi voglia di ucciderla, nessuno si meritava di essere drogato contro la propria volontà. Il terrore sul suo volto dimostrava che per Noah quella sera aveva superato il limite.
Mi avvicinai a lei osservandola con attenzione e cercando di placare un po' la mia incazzatura. Quando le fui abbastanza vicino, lei indietreggio di qualche passo, rimase a guardarmi a bocca aperta, spaventata e tre-mante...
«Cazzo, Noah! Non ti farò del male, d'accordo?» le dissi sentendomi un delinquente, quando in realtà non avevo fatto assolutamente nulla.
Quando l'avevo lasciata per strada avevo immaginato che avrebbe telefonato a sua madre e che sarebbe tornata a casa con i nostri genitori. Non mi era venuto in mente che potesse salire sulla macchina del primo deficiente che si fosse fermato e che sarebbe venuta dritta alla festa meno indicata per una ragazza come lei.
«Cosa mi avete dato?» mi chiese deglutendo e osservandomi come fossi l'incarnazione del demonio.
Sospirai e alzai gli occhi al cielo mentre cercavo di pensare a mente lucida. Mio padre mi aveva appena chiamato per chiedermi dove diavolo fosse Noah. Sua madre era preoccupata, per cui dissi che l'avrei fatta chiamare il prima possibile, che Noah era venuta con me a casa di Erik e che in quel momento stava guardando un film con sua sorella.
Era stata una bugia del tutto improvvisata, ma mio padre non poteva venire a sapere cos'era successo quella sera e nemmeno dove era stata. Mi aveva già tirato fuori da diverse situazioni difficili e non era il caso che ora scoprisse che non era cambiato niente. Non era stato facile nascondere la mia vita privata... Non avrei permesso a una come Noah di rovinare tutto.
«Ti senti bene?» dissi ignorando la sua domanda.
«Voglio ucciderti» mi rispose e, quando abbassai lo sguardo, notai che le palpebre iniziavano a pesarle. Mer-da, dovevo farla parlare con sua madre prima che la situazione peggiorasse.
«Ok... meglio in un altro momento» dissi prendendola per un braccio. «Andrà tutto bene» cercai di calmarla.
Non appena raggiungemmo la mia macchina, aprii la portiera e aspettai che si sedesse.
Poi tirai fuori 1l cellulare.
«Devi dire a tua madre che stai bene e che non serve che ti aspetti sveglia» le chiesi mentre cercavo mio padre tra i contatti. «Dille che stiamo guardando un film a casa
dei miei amici».
«Fottiti» mi rispose sollevando la testa e strizzando
forte gli occhi.
Mi avvicinai a lei e le presi il volto con una sola mano.
Aprii gli occhi e mi guardò con un tale odio che non riuscii a soffocare la voglia di dare un calcio a qualcosa di solido per romperlo in mille pezzi.
«Chiama o qui la situazione si farà davvero brutta» pretesi, pensando a come avrebbe reagito mio padre se solo avesse scoperto quello che era accaduto quella sera.
Per non parlare della madre di Noah.

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E'Colpa Mia? (1)
RomantizmNoah deve lasciare la sua città, il fidanzato e gli amici e trasferirsi nella villa del nuovo ricco marito di sua madre. Lì incontra il suo nuovo fratellastro, Nick, e presto scopre che dietro l'immagine di un figlio modello, nasconde qualcosa.