III - 𝓒𝓸𝓵𝓸𝓻𝓲

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La verità, si ritrovò a pensare Sebastian mentre lanciava incantesimo dopo incantesimo in direzione dei Grifondoro che stavano affrontando, era che lui aveva bisogno di qualcuno che gli desse corda senza farlo sentire sbagliato.

Voleva bene a Infaustus, davvero: era come un fratello per lui... ma aveva la sensazione che da quando aveva iniziato a cercare una cura per Anne, fosse sempre sull'attenti. Non sapeva di che cosa avesse paura, ma Sebastian più di assicurargli che sarebbe andato tutto bene non poteva fare.

«Bombarda!»

Un fiotto di scintille rosse gli passò a poche dita dalla testa e finì col colpire un'armatura alle sue spalle. In mezzo al rumore del ferro fatto saltare in aria e alle voci degli studenti presenti, le urla di Lucan a malapena erano udibili: «Non mi interessa che il tuo ego non sopporti il pensiero di star perdendo contro la nuova arrivata, Rowle! Niente esplosioni all'interno del castello!»

«Va bene, professoressa» rispose il ragazzo in questione con tono di schermo, ma parlò troppo presto perché Sophie gli aveva lanciato contro l'incantesimo di levitazione. Sebastian la guardò con ammirazione, mentre lanciava un incantesimo dietro l'altro fino a fare crollare in ginocchio il Serpeverde.

In uno svolazzo di capelli scuri, poi, lo raggiunse. C'erano un paio di gocce di sudore che le imperlavano la fronte, ma il sorriso che gli rivolse bastò per fargli capire che si stava divertendo quasi quanto lui. «Stai bene, Sallow? Sei ancora tutto intero?»

«Io sì, ma l'armatura dietro di me lo è un po' meno.» Fece un cenno con la testa alle sue spalle e lei voltò il viso nella stessa direzione; un velo di preoccupazione le oscurò gli occhi.

«Pensi che ci metteranno in punizione?»

«Nah, Lucan rimetterà a posto tutto appena avremo finito. A proposito,» e con quello le si parò davanti, pronto a lanciare un incantesimo scudo che risparmiò a entrambi un paio di bruciature, «presta attenzione, Rogers. Non ci sarò sempre io a salvarti».

«Non ho bisogno di essere salvata» rispose inacidita Sophie, per poi mandare a tappeto l'ultimo dellante avversario. Gli rivolse un sorriso soddisfatto prima di aggiungere: «Fino a prova contraria, quello che ha perso contro di me, sei tu».

Sebastian alzò gli occhi al cielo e ripose la bacchetta in una delle tasche del mantello. Si guardò attorno alla ricerca di Lucan e, appena lo vide, alzò una mano nella sua direzione, così da ignorare bellamente quello che gli aveva appena detto la ragazza.

«Siete stati fenomenali» proclamò con un sorriso a trentadue denti il Grifondoro appena si fu avvicinato. «Non ho mai visto combattere nessuno come voi due: sembrate fare gioco di squadra da tutta la vita.»

«Grazie, Lucan.» Sophie sorrise imbarazzata, ma non strinse la mano che le era stata tesa, si limitò a riservargli un piccolo segno col capo, prima di scusarsi e andare via.

«Che cosa le è preso?» Sebastian sentiva gli occhi di Lucan puntati addosso, ma lui non lo guardava a sua volta: non riusciva a distogliere lo sguardo dal punto in cui era appena sparito l'ultimo lembo della divisa della corvina.

«Non ne ho idea, Brattleby» rispose il ragazzo. Un mezzo sorriso gli si dipinse in volto mentre si ritrovava a pensare ad alta voce: «È una ragazza interessante, vero?»

«Hai uno strano concetto di interessante, Sallow, se proprio vuoi la mia opinione.»

«No,» Sebastian non salutò nemmeno prima di iniziare a incamminarsi in direzione dell'uscita dalla Torre dell'Orologio, «direi che non la voglio».

Anche il suo mantello scomparve presto oltre la cornice della porta, lasciando Lucan da solo in mezzo a una mezza dozzina di studenti inferociti e malridotti e una un'armatura che non faceva altro che urlare: «Rimettetemi la testa a posto o, per quanto è vero Merlino, vi infilzo uno a uno!»

𝓣𝓻𝓾𝓵𝔂, 𝓜𝓪𝓭𝓵𝔂, 𝓓𝓮𝓮𝓹𝓵𝔂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora