VI - 𝓐𝓶𝓲𝓬𝓪

47 11 0
                                    

La luce della luna illuminava debolmente i corridoi mentre Sebastian e Sophie si avviavano verso la biblioteca, entrambi protetti da occhi indiscreti grazie all'incantesimo di disillusione. Le loro mani spesso si sfioravano nel camminare fianco a fianco, ma nessuno dei due ne fece parola.

I corridoi, come ogni notte, erano perlustrati dai prefetti, ma Sebastian sapeva come muoversi per evitare i punti più controllati... il difficile sarebbe arrivato una volta aver raggiunto l'atrio. Di solito ce ne erano quattro in quel punto specifico del castello e, infatti, nell'affacciarsi dalla balaustra, ne adocchiarono due per ogni entrata della biblioteca.

«Perché ce ne sono così tanti?» Il bisbiglio di Sophie gli era arrivato da sinistra; se si concentrava abbastanza sulla porzione di spazio davanti a lui quasi poteva scorgere i contorni delicati del suo viso.

«La Scribner ha aumentato la sorveglianza negli ultimi tempi» rispose Sebastian, portando di nuovo lo sguardo oltre la statua del centauro. Le afferrò a intuito il polso, per poi trascinarla qualche scalino più in basso; non prima, però, di completare il suo racconto. «Potrei aver preso qualche libro di troppo dal Reparto Proibito durante gli ultimi mesi dell'anno scorso.»

Arrivarono presto sull'ultimo gradino della scalinata. Il moro poteva quasi sentire le rotelle del suo cervello lavorare nel silenzio e, con un movimento preciso, lanciò un incantesimo base contro un quadro appeso dall'altra parte dell'atrio.

La cornice cadde a terra con un sonoro tonfo. Fu con un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra che guardò tutti i prefetti correre in quella direzione: era sempre divertente sfilare sotto i loro nasi senza che se ne accorgessero.

Tuttavia, dovevano essere veloci.

Trovarono le porte della biblioteca aperte, cosa che permise loro di rendersi di nuovo visibili appena furono dentro. L'espressione di Sophie, però, non era molto contenta: «Se a causa tua finisco in punizione per la prima volta nella mia vita, ti trasfiguro in un rospo».

«Hai mai trasfigurato qualcosa in vita tua?»

«Non ancora,» rispose piccata la ragazza, per poi incrociare le braccia al petto, «ma prima o poi lo farò e a quel punto nessuno potrà salvarti».

Sebastian alzò gli occhi al cielo, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito. Gli piaceva il suo carattere: era dolce e gentile, ma nei momenti giusti dimostrava una lingua biforcuta quasi degna di una Serpeverde.

Si assicurò che la porta alle loro spalle fosse chiusa, prima di dire: «Passando alle cose serie—»

«Questa era una cosa seria, Sebastian!»

«Intendo più seria, va bene?» La Corvonero annuì, finalmente decisa a farlo parlare; lui tirò un sospiro di esasperazione, per poi lanciare la bomba. «La Scribner è ancora qui.»

Sophie fece per aprire la bocca, scandalizzata dal fatto che lui fosse così tranquillo nonostante dall'altra parte della porta ci fosse la bibliotecaria, pronta a mandarli dritti dritti nell'ufficio del preside Black. Tuttavia, Sebastian riuscì a fermare quel fiume in piena prima che fuoriuscisse dagli argini.

«Ero davvero convinto che non ci fosse, credimi... deve essersi trattenuta più del solito» disse con le mani alzate a mo' di scuse, a tratti preoccupato che la corvina potesse colpirlo con un pugno da un momento all'altro. «Però possiamo ancora riuscire a entrare se te la senti.»

Sebastian attese una risposta per qualche attimo, ma appena si rese conto che non ne avrebbe ricevuta nessuna, pensò che sarebbe stato meglio provare con un altro approccio: «L'ho fatto decine e decine di volte, Soph'... ti fidi di me?»

𝓣𝓻𝓾𝓵𝔂, 𝓜𝓪𝓭𝓵𝔂, 𝓓𝓮𝓮𝓹𝓵𝔂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora