V - 𝓢𝓮𝓰𝓻𝓮𝓽𝓲

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C'era così tanta luce lunare in quella stanza, da sembrare quasi illuminata a giorno. Le particelle di pulviscolo erano visibili nell'aria, segno che quell'aula non venisse spolverata da parecchio e Sebastian era pronto a scommettere che, una volta in piedi, avrebbero trovato due belle macchie di pulito suo banchi e i loro mantelli ingrigiti.

«Io propongo,» iniziò a dire il Serpeverde, mentre si girava meglio in direzione di Sophie, «che l'onore di iniziare con le spiegazioni stia a te: tua l'idea, tua l'iniziativa».

«Ora capisco perché il Cappello Parlante abbia preso questa decisione con te: sei proprio antipatico» borbottò la ragazza in risposta.

Anche lei si era sistemata meglio: con la schiena poggiata contro il muro e le gambe allungate sui banchi che avevano occupato, si era ormai rassegnata a passare la notte insonne, ma non sembrava dispiacerle.

«Ti ho anche salvata da Pix, me lo devi, Rogers.» Sophie alzò gli occhi al cielo, ma sorrise e Sebastian pensò che sarebbe stato bello se lo avesse fatto più spesso.

«Va bene, va bene.» E con un dito puntato nella sua direzione e l'espressione di chi stava per proporgli l'accordo più importante della sua vita, disse: «Ma prometterai di non ridere di me».

Il moro alzò un sopracciglio confuso, ma mimò comunque con le dita una croce sul cuore. La Corvonero sembrò tranquillizzarsi e, infatti, tornò a poggiare le spalle al muro con sguardo rilassato.

«Cercavo un libro in biblioteca, ma non mi sono accorta dell'ora e la Scribner mi ha praticamente cacciata a calci.» Alzò di nuovo gli occhi al cielo, facendo ridere Sebastian: a quanto sembrava non era l'unico a cui quella vecchia cornacchia stava antipatica. Ciononostante, non si trovava con il resto dei dettagli: «Cercavi un libro dopo lo scattare del coprifuoco?»

«Beh no,» ammise Sophie, mentre con gli occhi sondava il viso del ragazzo con cui stava chiacchierando nel bel mezzo della notte, «lo stavo cercando prima di cena».

«Non mi sembra di averti vista in Sala Grande—»

«Mi stai tenendo d'occhio, Sebastian?» Il Serpeverde sentì le proprie guance imporporarsi appena gli fu posta quella domanda.

Non voleva dare quell'impressione, ma a giudicare dal tono di voce e dallo sguardo interdetto che aveva assunto Sophie, avrebbe dovuto tirarsene fuori il più velocemente possibile in ogni caso. «Lo noto quando la mia Corvonero preferita non mi fissa mentre mangio.»

La ragazza, colta in flagrante, arrossì a sua volta senza però riuscire a trattenere una smorfia divertita. «Molto divertente, Sallow.»

«Allora ricapitoliamo: stavi cercando un libro così importante da farti saltare la cena, in qualche modo hai girovagato a mani vuote per il castello per diverse ore, fino a quando non sei incappata in un affascinante Serpeverde che ti ha tratta in salvo» enumerò Sebastian, alzando un dito a ogni nuovo cambiamento e ignorando la spinta che Sophie gli aveva dato con le gambe. «Ma cosa ci facevi nei sotterranei?»

La corvina evitò il suo sguardo, per poi iniziare a giocherellare in modo sospetto con le stringhe del mantello. «Mi sono persa.»

«Ti sei persa» disse Sebastian, in un tono che sembrava a metà tra una domanda e un'affermazione. Sophie annuì in risposta. «Non potevi usare la polvere volante per tornare in dormitorio?»

La Corvonero scosse la testa, mentre una risata nervosa riecheggiava debolmente nella stanza. «Odio spostarmi in quel modo, il mio stomaco non approva.»

«Beh, il tuo stomaco ha rischiato di metterti nei guai» ribattè Sebastian, provando a tenere a mente la promessa che aveva fatto poco prima.

«Per fortuna ho incontrato uno snervante Serpeverde.»

𝓣𝓻𝓾𝓵𝔂, 𝓜𝓪𝓭𝓵𝔂, 𝓓𝓮𝓮𝓹𝓵𝔂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora